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SHIVERS
LE INTERVISTE A CRONENBERG



[…] Negli anni Settanta hai diretto una serie di film di genere pieni di idee complicate. Una delle mie scene preferite è in Shivers […]. Un tizio vede una coppia lottare rabbiosa, ma non sa a chi sparare – non capisce chi sta attaccando chi.
Cronenberg:
Prima di tutto, se sei un freudiano, quella è una perfetta scena primaria, perché è come un bambino che vede i genitori fare sesso, e non capisce cosa succede. E' una cosa violenta? Deve preoccuparsi? Urla, gemiti – non sai dove collocarli, tranne una specie di cattiveria. Non sai chi sta facendo cosa a chi.
Ma c'è anche l'idea di quanto sia misteriosa la sessualità altrui, che è una delle cose eccitanti quando si entra in contatto con la sessualità di qualcun altro. I componenti che costruiscono la propria sessualità sono molto intriganti. Sono influenze cinematografiche, letterarie, fisiologiche, emotive a livello familiare... Non sono un dato di fatto. Mi è capitato di vedere una coppia in pubblico e di domandarmi quale fosse la natura della relazione. Mi immagino quale possa essere la loro sessualità, e non ne sono in grado assolutamente – e magari non vorrei saperlo, comunque.
Nicolas Rapold, stopsmilingonline.com 2006



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Parlaci dell'influenza che ha avuto Night Of The Living Dead [La Notte dei Morti Viventi]su Shivers.
E' un po' difficile per me... L'influenza deve esserci stata, specialmente quando penso agli inseguitori stile zombi che appaiono sulla collina, certamente ne è stato influenzato. Non so dire quanto, ma un impatto lo deve aver avuto.

La ragione per cui te l'ho chiesto è che Shivers anticipa, in molti sensi, il commento sociale di Dawn Of The Dead [Zombi]: un mondo tecnologico ripugnante con zombi umani.
Sì, ma di sicuro c'è un elemento sessuale in Shivers che non c'è in Dawn Of The Dead, che li rende più umani a mio parere. Parlai con un ragazzo, ai tempi, che mi disse che la sua compagna dopo aver visto il film aveva detto, “non capisco perché hai voluto portarmi a vedere un film erotico di zombi canadese”. E io ho pensato tra me e me, “oh, davvero un'ottima definizione.” [Ride]

L'inizio dei tuoi film è sempre interessante. Puoi parlarci dello spot che apre Shivers?
Be', non lo definirei proprio “sociologico” ma penso che abbia a che fare con la malattia del ventesimo secolo, che dev'essere introspettiva e focalizzata sull'individuo – il destino dell'individuo. Non che tutti ce l'abbiano, ma c'è questa evidente tendenza generale, credo, ora che siamo fuori da quel secolo, di affrontare i problemi sociali alla maniera più dettagliata e individuale di Kafka, Mann o Beckett, piuttosto che alla Tolstoy – che coinvolge persone di ogni livello, il modo in cui si relazionano, religione, politica. Quindi suppongo di essere un bambino nello spirito di quel tempo.
Walter Chaw, filmfreakcentral.net 2003