Tra bodyhorror e biopunk - spaccato di carriera

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|Painter|
00sabato 9 aprile 2011 10:32

Tra bodyhorror e biopunk


È una metamorfosi psico-fisica dell’essere umano quella che scorre lungo la pellicola dei film di David Cronenberg, rintracciabile appieno in un dialogo tratto da Crash (1996) – film-manifesto della sua ideologia in celluloide – in cui Vaughan (Elias Koteas), alla domanda di James (James Spader): “Cos’è esattamente il tuo progetto, Vaughan?” risponde: “è una cosa nella quale siamo tutti intimamente coinvolti, il rimodellamento del corpo umano da parte della tecnologia”. Con questo non intendo affermare che soltanto nel 1996 il pensiero cronenberghiano acquisti visibilità ma, come spesso avviene, l’artista segue un percorso per arrivare all’apoteosi del suo pensiero creativo.
Un percorso implica sempre un inizio, ed al riguardo, lasciando da parte i lavori del primo periodo che includono numerosi cortometraggi e due lungometraggi a bassa distribuzione (Stereo del 1968 e Crimes of the Future del 1970), approdiamo al primo film che lascia un’impronta significativa per il suo alto livello comunicativo: Shivers (Il demone sotto la pelle, 1975). Infatti, proprio in questo film emergono i temi-chiave della poetica del cineasta canadese: le mutazioni del corpo umano, l’intreccio tra una sessualità morbosa e una violenza quasi splatter, il tema del contagio e l’analisi della società contemporanea. Innanzitutto bisogna rilevare che il tema della mutazione del corpo viene originariamente analizzato da Cronenberg, sia in Shivers che in Rabid (1977), in connessione all’ambiente medico- clinico e agli esperimenti scientifici; più precisamente, in Rabid, è proprio il corpo a creare il dramma, a dare l’impulso iniziale e quello finale alla vicenda narrativa, un corpo che è strettamente legato alla scienza ed alla tecnologia. È proprio grazie a questi due film che Cronenberg entra a far parte e diviene uno degli autori più proficui di quel filone cinematografico che prende il nome di “body horror”, i cui temi principali sono le malformazioni fisiche, le malattie e le infezioni, le contaminazioni del corpo umano da parte di organismi esterni ed i mutanti, tutti elementi che spesso si intrecciano in una trama che ricalca l’horror psicologico. Opere fondamentali di questo filone sono, oltre a gran parte dei film di Cronenberg, Rosemary’s Baby (1968) di Roman Polanski, The Exorcist (L’Esorcista, 1973) di William Friedkin, Eraserhead (1977) di David Lynch, Alien (1979) di Ridley Scott ed il capolavoro cyberpunk Tetsuo: The Iron Man (1988) di Shinya Tsukamoto.
Ritornando alle opere prime di Cronenberg, emergono chiaramente anche importanti tematiche sociali, consistenti in analisi sull’anarchia sociale e sull’alienazione urbana: in Shivers sono riscontrabili nella situazione di isolamento dello “Starliner Island”, esclusiva zona residenziale in cui vivono i protagonisti del film ed in cui si diffonde l’epidemia, che serve a Cronenberg come metafora per delineare la situazione del Québec stesso, un’entità isolata dal fenomeno dell’onnipresente Anglo-corporatismo; d’altro canto, in Rabid, il “dottor” Cronenberg, svolgendo una vera e propria analisi patologica della società contemporanea, intende sottolineare come sia in corso un’infezione, un contagio nella società, la quale non mira ad altro che a “cambiare la pelle”, proprio come Rose (Marilyn Chambers) nel film stesso, una società che si priva del suo involucro formale per godere della bellezza esteriore e della superficialità.
Nelle opere successive, Cronenberg sviluppa il tema delle mutazioni corporee soffermandosi sull’introspezione psicologica dei personaggi e analizzando, in particolare, la loro angoscia esistenziale. In The Brood (1979) è proprio quest’ultima componente che spinge Nora (Samantha Eggar) ad accettare la pratica psichiatrica denominata “psicoplasmica” del Dr. Raglan (Oliver Reed) per aumentare le proprie percezioni extrasensoriali e per dar vita ai desideri della sua mente. Ed è proprio questa pratica che trasforma Nora in una progenitrice di bambini deformi che, attraverso la telepatia, agiscono in modo da assecondare tutte le emozioni e le pulsioni negative presenti nella mente di Nora. Tra l’altro, la telepatia e la telecinesi costituiscono le armi principali utilizzate dagli “scanners” (analizzatori) protagonisti dell’omonimo film di Cronenberg del 1981. Scanners, appartenente al genere dello sci-fi thriller futuristico, ebbe molto successo grazie al make-up creato da Dick Smith (The Exorcist) ed alla trama basata sulla parapsicologia ed i fenomeni psichici paranormali, trattati pochi anni prima anche da Brian De Palma in film come Carrie (1976) e The Fury (1978).
Per quanto riguarda, invece, il tema del superamento dei limiti da parte dello scienziato, è un aspetto che ritroviamo ampiamente trattato in The Brood, che è già presente in forma embrionale in Rabid, che costituirà il nucleo narrativo di The Fly (La Mosca, 1986), e che raggiungerà il culmine in Dead Ringers (Inseparabili, 1988). In particolare, in The Fly è la stessa arroganza dello scienziato Seth Brundle (Jeff Goldblum) a causare la sua trasformazione in una creatura mostruosa, mentre in Dead Ringers, è l’eccentricità e l’interesse maniacale per la professione che conduce i gemelli ginecologi Beverly ed Elliot Mantle, interpretati da un poliedrico Jeremy Irons, ad una spirale di autodistruzione psicologica e fisica attraverso il consumo di droga e alcol.
The Fly può essere classificato come opera di quel sottogenere del cyberpunk che va sotto il nome di biopunk, un genere che è emerso negli anni ’90 e che focalizza l’attenzione sulla lotta individuale o di gruppo contro governi totalitari o megacorporazioni, come può essere considerata in parte la ConSec in Scanners, che fanno un cattivo uso delle biotecnologie ai fini del controllo sociale e del profitto. Inoltre, come per il postcyberpunk, gli individui vengono modificati non con un cyberware, ma attraverso la manipolazione genetica. D’altra parte, l’unico film di Cronenberg che potrebbe rientrare nel genere cyberpunk è Videodrome (1983), in cui tra allucinazioni e alterazioni della percezione della realtà l’uomo si identifica con la “macchina”, in questo caso consistente in una TV che trasmette un segnale video pirata (il Videodrome appunto) in grado di manipolare le menti degli spettatori. Tra l’altro, questo aspetto permette a Cronenberg di riprendere la sua analisi della società contemporanea, e di soffermarsi soprattutto sull’influenza negativa, praticamente “mortale”, che i media hanno sulla società di massa.
Per concludere, ricordando l’importanza di Crash per la poetica cronenberghiana come il film in cui la fusione tra il corpo umano e la tecnologia raggiunge il suo stadio finale, una fusione che, analizzata da Cronenberg sotto l’ottica di quella perversione sessuale che percorre tutto il film, consiste in un vero e proprio atto sessuale, non mi resta che parlare di eXistenZ (1999). Difatti, prima di dedicarsi al thriller psicologico (Spider, 2002) e criminale (A History of Violence, 2005 e Eastern Promises, La Promessa dell’Assassino, 2007), Cronenberg termina il suo percorso tra i meandri dell’horror biologico con eXistenZ, film che oltre a trattare il tema della “realtà nella realtà”, già presente in Naked Lunch (Il Pasto Nudo, 1991), ci riconduce ad un cinema “interiore”, i cui protagonisti nutrono un rapporto viscerale, nel vero senso della parola, con entità ed organismi estranei al corpo ed alla mente umana ma, allo stesso tempo, a stretto contatto con essi.
Roberto Frana, Para Noise 1, scribd.com
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