È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

RECENSIONI - Rassegna Stampa

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2011 10:23
OFFLINE
Post: 529
Sesso: Maschile
09/10/2007 17:11


RASSEGNA STAMPA


Chirurgo senza scrupoli raccoglie ragazza in fin di vita per un incidente in moto e le pratica un innesto cutaneo di nuovo tipo. Nell'ascella della ragazza si forma un pungiglione in forma di pene con cui perfora i disgraziati che incontra, succhiandogli il sangue e trasformandoli in vampiri. Il contagio si diffonde per tutta Montréal. Al suo 2° lungometraggio D. Cronenberg aggiorna e declina al femminile il tema del vampirismo, facendone un atto di accusa contro i soprusi della scienza che pretende di ricreare artificialmente l'uomo. Anche a livello stilistico il film “assomiglia a un melodramma più che a un horror tradizionale” (Gianni Canova). È diventato un film di culto anche per la presenza della pornostar canadese M. Chambers, imposta al regista dal produttore Ivan Reitman, non ancora passato a Hollywood.
Il Morandini 2007 (Zanichelli)



***

Considerato, a ragione, uno dei film minori del talentuoso Cronenberg, Rabid pecca soprattutto sotto il punto di vista dell’originalità. Ancora affascinato dalle tematiche legate alla contaminazione e al sangue (ad esse aveva già dedicato il proprio debutto nel lungometraggio, ossia Il demone sotto la pelle), il regista canadese viene giocoforza a contatto con il cinema di George Romero, tanto che La città verrà distrutta all’alba (buon film dell’autore dei primi morti viventi seri) girato tre anni prima ha moltissime caratteristiche in comune con questo Rabid e ne costituisce anzi la principale fonte d’ispirazione. Certo forse Cronenberg ha una concezione dell’orrore meno dozzinale e più scientifica, ma il risultato è quasi identico. Del cast fanno parte Marylin Chambers (ex porno star dal fisico statuario) e J. Moore, praticamente un clone spento di Christopher Walken. Il film non ha veri e propri colpi di scena e si adagia ben presto sui binari di un’inevitabile ripetitività. Il processo morso-trasformazione di colui che viene morso e successivo morso ad un terzo individuo non subisce mai variazioni di rilievo. Così l’interesse di Cronenberg si sposta su Rosy (Marylin Chambers), portatrice sana e prima diffonditrice del morbo (pare a causa di esperimenti di plastica cutanea operati da un medico dalle idee balzane). Di buono c’è un senso del ritmo notevole accoppiato a un montaggio serrato, caratteristica che Cronenberg, con l’andare degli anni, gradatamente perderà (volutamente?). Sceneggiatura in secondo piano.
davinotti.com



***

La trama
Montreal. Canada. Una moto con un ragazzo ed una ragazza a bordo, sfreccia su una strada di campagna e si scontra con un pulmino parcheggiato maldestramente sulla traiettoria. I primi soccorsi sono effettuati dai medici di una vicina clinica specializzata nella ricostruzione dei tessuti epidermici. Il medico responsabile della clinica, il dottor Dan Keloid, sfrutta l’occasione per effettuare il trapianto di pelle morta su Rose, vittima d’ustioni nell’incidente. Hart, il ragazzo, è ricondotto in città mentre la donna rimane nella clinica sotto osservazione. Una notte, Rose si sveglia in preda a convulsioni ed assale un cliente della clinica che le è corso in aiuto. La mattina dopo l’uomo non ricorda quanto accaduto e si fa controllare dal dottore alcune ferite che ha sul corpo. Quella stessa notte Rose si allontana dalla clinica e si rifugia in una stalla. Dopo aver tentato di nutrirsi con il sangue di una vacca, aggredisce invece lo stalliere ubriaco. Anche l’uomo che era stato da lei aggredito la notte precedente decide di uscire dalla clinica e dopo aver preso un taxi per raggiungere la città aggredisce il conducente causando un grosso incidente. Dopo lo stalliere, Rose torna in clinica ed aggredisce anche l’infermiera prima di chiamare Hart al telefono e domandargli aiuto. Il dottor Dan Keloid va a visitarla e scopre un buco sotto l’ascella della ragazza dal quale spunta un pungiglione a forma di pene che trafigge le vittime per succhiarne il sangue. Anche il dottore rimane vittima di Rose. Hart intanto, preoccupato dalla telefonata ricevuta, contatta un altro medico della clinica, il dottor Murray Cypher, per farsi accompagnare all’istituto privato. In città, all’alba, lo stalliere aggredisce la cameriera di un fast food mentre Rose fugge dalla clinica ed arriva in città grazie a diversi passaggi (e durante i quali miete altrettante vittime). Giunti alla clinica, il dottor Cypher e Hart trovano lo stabile sotto sequestro dalla polizia e dai medici federali: il dottor Dan Keloid aveva aggredito i suoi colleghi durante un’operazione chirurgica. La prima impressione è che si tratta d’idrofobia ma presto le autorità si accorgono che il morbo è chiaramente differente e che ci si trova d’innanzi ad un’epidemia. Rose nel frattempo raggiunge sua sorella Mindy mentre i due uomini sono bloccati alla centrale di polizia per 48 ore, periodo nel quale l’intera città entra nel caos e sotto protezione dei militari. Di ritorno dalla centrale di polizia, il medico preferisce fermarsi a casa propria, dove però è aggredito dalla moglie, mentre Hart va a casa di Mindy e trova Rose dopo che ha aggredito la sorella. Rose riesce a fuggire da Hart che la informa della sua mostruosità e quella, trovata una nuova vittima, lo richiama al telefono lasciando che ascolti la sua morte: l’uomo che ha appena infettato sarà il suo carnefice. All’alba il corpo privo di vita di Rose è trovato in strada dagli addetti alla disinfestazione della città.

Secondo lungometraggio per David Cronenberg, se si escludono i primi due mal distribuiti e quindi irreperibili. Cambia l’ambientazione, qualche scelta stilistica, ma la sostanza rimane la stessa del precedente Il demone sotto la pelle (1975). Quello che interessa in questa pellicola al regista è mettere a nudo la carne, privandola anche di quel sottile strato d’epidermide che la ricopre (l’immagine è, infatti, quella durante l’operazione chirurgica su Rose). Cibo, sesso e morte ancora una volta s’incontrano nel corpo, il luogo unico che può esprimere meglio quel senso di mutazione che il regista mostra nelle sue pellicole. In questa sua rappresentazione più sottile del contagio, che comunque non si priva di immagini forti, il regista non rinuncia al suo fatalismo, ponendo l’incidente con la moto all’origine dei fatti (grida Rose a Hart “E’ solo tua la colpa, tua e della tua moto”) ed inserendo un nuovo elemento nella sua personale visione di una società che sta cambiando, mutando: la macchina. Rimandi ad una tragedia classica quale la peste sono più che evidenti (in un’intervista alla televisione si sente il paragone con “…la peste che colpì Londra nel…”). In questa nuova rappresentazione della peste però, Cronenberg non rinuncia nemmeno a riferimenti intellettuali quali Hobbes (spiega il medico alla televisione “E’ un nuovo tipo di rabbia che porta l’uomo a mordere il suo vicino”) e Freud naturalmente, mostrando un suo libro nelle mani di una ragazza, il consiglio di un padre che vuole che la figlia abbia un naso differente dal suo. Se ne Il demone sotto la pelle il contagio avveniva principalmente per attrazione fisica, sessuale, in questa pellicola Cronenberg fa un passo indietro, compiendone due in avanti, ponendo nell’immagine del semplice abbraccio la possibilità del contagio, la contaminazione dei sentimenti. La percezione del sesso è equilibrata dalla presenza della protagonista, quella pornostar canadese che risponde al nome Marilyn Chambers, attrice impostagli dal produttore Ivan Reitman, così come vi sono chiari rimandi al pene maschile nel pungiglione con il quale Rose si nutre. Il regista avrebbe preferito per quel ruolo l’attrice Sissy Spacek. Non manca ironia, ovviamente, grazie alla quale Cronenberg fa morire Babbo Natale per sbaglio, sotto i colpi di un poliziotto. La pellicola è spesso vista come una rivisitazione al femminile della figura del vampiro (il Morandini 2003. Dizionario dei film). Due soli rallenty, entrambi sulla protagonista: il primo nella vasca idromassaggio, nel momento in cui lei si nutre del sangue dell’infermiera, ed uno nella sequenza finale, mentre il suo corpo è buttato nel camion della spazzatura. Nella sequenza dentro il cinema, il contagio che si espande fra il pubblico, Cronenberg sembra identificarsi con Rose e lascia un contagiato fra gli altri spettatori incoscienti. A differenza della pellicola precedente, dove egli mostrava solo la fase del contagio, in questa si sofferma molto di più anche sull’attività, altrettanto mortale, del vaccino istituzionale. Un buon riepilogo del lavoro precedente, con alcuni sofismi in più.
Mario Bucci, cinemah.com



***

Dopo il brillante e per certi versi sconvolgente esordio con Il demone sotto la pelle, David Cronenberg si rituffa nell’horror apocalittico con cadenze da melodramma, facendo uscire Rabid (dal titolo italiano Rabid – Sete di sangue), curiosa variazione sul tema del genere vampiresco. Lo scenario proposto, anche probabilmente per il basso budget a disposizione, è ancora una volta il Canada, nazione che gli ha dato i natali.
Campagna nelle vicinanze di Montreal, metà degli anni Settanta. Una moto con due giovani a bordo si schianta nei pressi di una clinica specializzata in ricostruzione dei tessuti epidermici. Il ragazzo se la cava con qualche escoriazione, la ragazza è invece in fin di vita, con numerose ustioni sul corpo. Il dottor Keloid, primario della clinica, pur non essendo abilitato ad intervenire, sfrutta l’urgenza della circostanza per eseguire un’operazione che voleva tentare da tempo: applicare pelle umana di defunti per curare le ferite della ragazza morente. Mentre avviene l’operazione, il ragazzo aspetta notizie in città, seriamente preoccupato per le sorti della fidanzata. Dopo l’intervento, tecnicamente riuscito, la ragazza non accenna comunque a risvegliarsi; passa qualche ora e, nella solitudine della sua stanza, si rianima in preda ad incubi, tanto che le sue grida vengono ascoltate dal medico di turno. È l’inizio dell’orrore, la giovane ha una smisurata sete di sangue e in un brevissimo lasso di tempo contagia quasi l’intera clinica. Lei scappa, il ragazzo comincia a cercarla. Il contagio si diffonde oltre le mura della clinica. Nessuno comprende l’accaduto, una prima analisi sulle vittime del contagio lascia pensare che sia idrofobia, ma non ci vorrà molto a capire che in realtà è qualcosa di più inquietante e pericoloso. La quarantena si estende velocissima dalla clinica alla città di Montreal, proprio sotto Natale, scenario di festa che si tramuta in tragedia incontrollabile. I contagiati, oramai la maggior parte della popolazione della città, presentano sintomi facilmente riconoscibili: pallore cadaverico, bava alla bocca, aggressività e sete di sangue. Nella città oramai controllata dalle forze dell’ordine, in cui l’inferno sembra sceso sulla terra, solo un ragazzo ancora spera, in ricerca della sua amata, l’unica portatrice sana della malattia. Egli non può ancora crederci. Ma è veramente lei che ha dato vita all’orrore?
Cupo e pessimista come nella pellicola d’esordio, Cronenberg si avvale ancora una volta del film di genere per lanciare il suo devastante anatema contro la società in cui vive. La metafora vampiresca è infatti solo il pretesto per attaccare senza mezze misure la scienza e i suoi soprusi sull’uomo, il suo voler modellare la natura umana rendendola artificiosa, impura. E, ancora una volta, chi conosce poco il regista canadese può immaginare che ci sia compiacimento nel mostrare l’orrore e la crudeltà, le mutazioni demoniache che sono fonte di un cambiamento evidentemente malato. Ancora una volta, invece, il nostro ci dimostra quanto odia ciò che rappresenta, quanto è impietoso con l’errore meditato che produce gli inferni che racconta, snaturando volutamente il concetto classico di vampiro, colui che si nutre di sangue con i suoi denti aguzzi. Perché qui il vampiro è declinato al femminile, e i denti aguzzi non c’entrano nulla; ci si nutre di sangue attraverso una ferita profonda, una cavità sotto l’ascella, da cui fuoriesce una protuberanza fallica cosi acuminata che può penetrare facilmente nella carne. Ecco il mutamento fisico, una cavità nel corpo umano, improbabile e molto simile alla porta d’ingresso dell’ hardware biologico che anni dopo avrebbe generato l’universo immaginifico di eXistenZ; ecco la via per la contaminazione, non solo dell’involucro, ma dell’anima che gli dà vita. E difatti l’inganno visivo cronenberghiano è presto spiegato, perché noi siamo tutti intenti ad osservare il cambiamento corporeo, pensando sia quello che generi il male; e invece no, o meglio, è qui il gioco di prestigio: il corpo è la via più facile per la degenerazione dell’anima. È la mutazione dell’anima che genera i veri mostri del nostro tempo, è la perversione dei principi etici ed estetici che genera l’oblio dei personaggi cronenberghiani. E, come consuetudine, non c’è salvezza o redenzione possibile. L’epilogo di Rabid è simile se non più agghiacciante di quello de Il demone sotto la pelle: i titoli di coda scorrono sul cadavere della ragazza, gettata nel trita rifiuti come un qualunque sacco di immondizia. Mente il contagio si diffonde, l’uomo è barricato nelle proprie case, il futuro non esiste.
Questo secondo lungometraggio cronenberghiano è, come il primo, un evidente B-Movie, con attori risibili (in cui spicca la protagonista, una bellissima ragazza, Marilyn Chambers, famosa pornostar dell’epoca) e mezzi tecnici davvero arrangiati. Il regista canadese, al contrario dell’opera prima, è meno voyeuristico e più melodrammatico, non mostra quasi mai il dettaglio della penetrazione in cerca di sangue, lasciando semplicemente intuire le dinamiche del contagio. Inoltre, nella fattispecie, l’elemento erotico, nonostante il pungiglione a forma fallica, è del tutto assente; la pulsione sessuale che aveva scatenato gli inquilini dell’Arca di Noé (s’allude al Demone, evidentemente) si trasforma in repulsione, disgusto, lontananza.
In tale scenario di inquietudine, desolazione e pessimismo, Cronenberg non si nega il suo consueto humor nero, facendo uccidere un Babbo Natale per puro errore, decontestualizzando l’evento dai motivi del film. Ma, tornando al Natale, non è un caso che il nostro abbia deciso di ambientare l’Apocalisse in tempo di festa (come non è un caso che io vi doni questo pezzo proprio il giorno dopo aver festeggiato il Natale), quasi a voler lasciare un “dono” esplosivo su cui riflettere. Se è infatti vero che il suo è un cinema visionario tra i più allucinati, è giusto ricordare che la visività, la fantasia, l’ultraimmaginazione può avere sempre due chiavi di lettura: una incantevole e dolcemente malinconica (prendiamo il brillante esempio del cinema di Tim Burton) , l’altra corrosiva e destabilizzante. E David Cronenberg si iscrive di diritto tra i maestri contemporanei di questa seconda categoria di cineasti (insieme all’altrettanto geniale David Lynch). Perché il suo è un cinema senza mezze misure e senza compromessi: un cinema assoluto e antisistema. Basterebbe solo questo per garantirvi la necessità di andarlo a scoprire, qualora non l’abbiate ancora fatto. Basterebbe, certo, ma è giusto che sappiate che c’è anche altro, molto più di questo. Qualora lo vogliate, allora, buona visione natalizia.
Léon, lankelot.eu



***

Dal complesso residenziale L’arca di Noè de Il demone sotto la pelle alla clinica privata di chirurgia estetica di Rabid. Dalla fame di sesso alla fame di sangue. Da un protagonista maschile ad una protagonista femminile (un’attrice porno imposta dalla produzione, anche se Cronenberg avrebbe fortemente voluto per questo film Sissy Spacek). Quale migliore posto di una clinica di questo genere, dove tutti si recano per “modificare” il proprio corpo, per ambientare questa nuova storia di mutazione della carne e della psiche, con conseguenti disastri più o meno insormontabili? I riferimenti si sprecano, da Freud (che viene letto da una giovane paziente della clinica che vi si reca perché suo padre vuole che abbia il naso diverso dal suo) a de Palma (la giovane protagonista dopo essere stata in un cinema porno a succhiare il sangue ad un uomo, passa davanti ad un altro cinema dov’è affissa la locandina di Carrie, guarda caso recitato da Sissy Spacek), a Romero (già citato nel finale del film precedente, qui richiamato proprio perché ancora più fortemente le vicende di questo film richiamano alla mente quelle degli zombie romeriani, oltre che dei vampiri).
Rabid – Sete di sangue è un horror un po’ sui generis, come sono poi tutte le pellicole del regista canadese, proprio perché inserito in alcuni contesti che il più delle volte cozzano col genere, come quello fortemente melò che si esprime maggiormente nel finale che vede consumarsi un enorme contesto melodrammatico sfociante poi nella famosissima scena del ballo scolastico. Sicuramente, dunque, una scelta voluta quella di Cronenberg che ancora non ha perfettamente delineato la sua poetica e la sua estetica, ma che si trova decisamente sulla strada giusta. Molti degli elementi, visivi o narrativi, ravvisabili in questa pellicola li ritroveremo infatti in alcune delle sue bellissime pellicole a venire. Tralasciando l’ovvia trasformazione del corpo che si avvia a seguito di una mutazione interna (in questo caso la trasfusione di pelle ha creato dei problemi al sangue della ragazza), tipico e ricorrente leit-motive cronenberghiano, possiamo ad esempio notare che la protuberanza che cresce sotto l’ascella di Rosie, una sorta di apertura a forma di vagina dalla quale fuoriesce un pungiglione a forma di pene (la sete di sangue è in realtà di nuovo sete di sesso?), ricorda moltissimo la “porta verso l’altro mondo” che posseggono i protagonisti di eXistenZ o le protuberanze attraverso le quali i ragni e le macchine da scrivere de Il Pasto Nudo, secernevano una qualche viscida sostanza. Ma, tornando a Rabid, quello che più conta è che comunque il film si svolge seguendo le regole di un canonico horror. La donna, una volta resasi conto della sua nuova natura, non riesce a fare a meno di “cibarsi” del sangue altrui, a cominciare dai pazienti della clinica stessa, diffondendo un terribile virus inizialmente scambiato per idrofobia. Ed è così che infettato dopo infettato, la città di Montreal si riempie di gente affamata di sangue che si riconosce dal terribile pallore del volto e dalla schiuma bianca che fuoriesce dalla bocca. Si passa da un paziente della clinica, ad un taxista, ad un camionista, ad un fattore e via di questo passo, fino a quando quasi tutta la popolazione non verrà infettata, costringendo gli altri a rintanarsi e difendersi sparando a vista sui contagiati. Il tutto a causa dell’operazione del dr. Keloid, segno questo dell’estrema negatività della scienza quando si vuole sostituire all’uomo e alla natura, critica aspra e notevole del regista ad una società sempre più arrivista e interessata al successo e all’affermazione personale. Rosie, avendo la sua arma nascosta sotto l’ascella, per poter attaccare il prossimo è costretta ad abbracciarlo (se nel film precedente il contagio si trasmetteva con un bacio, qui si passa ad un altro “elemento” dolce e romantico come può essere l’abbraccio), arrivando persino ad un exploit quasi zoofilo (la donna si recherà in una stalla per abbracciare col suo pene-vagina una mucca). La perversione, dunque, è l’altro elemento che scaturisce dalla mutazione corporea di Rosie (ed ecco giustificata, oltre che per gli incassi, la scelta di un’attrice erotica molto conosciuta all’epoca), mutazione che però non le impedirà di mantenere saldi i suoi affetti, tanto che si rifiuterà di attaccare sua sorella o il suo amatissimo fidanzato, fino a giungere ad un finale davvero terribile che la vedrà cadavere inerme gettata in un camion di rifiuti, completamente annullata e distrutta.
ale55andra.splinder.com



***

Nonostante alcuni momenti palesemente noiosetti e fiacchi, Rabid è un film potente che recupera molti degli elementi del precedente film del regista (il discusso Shivers, 1975) e che presenta elementi che ricorreranno nei futuri lavori di Cronenberg. In questa pellicola viene espanso il concetto di orrore clinico (parascientifico) e sessuale, il sesso e la morte sono strettamente legati ed il contagio altro non è che una malattia venerea. La protagonista, Marilyn Chambers, che approda al cinema "serio" con un background nel cinema porno, riesce a trasmettere la dose di piacere e pericolosità che la contraddistingue e veste un ruolo che, tutto sommato, non la obbliga ad un ampio range espressivo. Interessante la seconda parte del film con Rose che si aggira predatrice (suo malgrado) per una città oramai in balia della "rabbia". La città in quarantena con i militari imbacuccati con tute anticontagio ricordano molto La città verrà distrutta all'alba (1973) così come gli incidenti causati dalla paura e dallo smodato utilizzo delle armi, mi riferisco al Santa Claus mitragliato nel centro commerciale. Mentre molti momenti sono memorabili ed interessanti (vedi la donna rabbiosa in metropolitana, un certo parallelismo fra la sete di sangue e la tossicodipendenza, ...), alcune volte il film si assesta e mostra la sua età, forse anche a causa della performance di alcuni protagonisti, ad esempio il fidanzato di Rose di certo poco incisivo. In effetti anche la confezione generale non è molto curata (si è parlato di serie B), ma vale la pena ricordare che si tratta del secondo film di Cronenberg, il quale, con pochi mezzi, riesce comunque a delineare i tratti e le tematiche fondamentali del suo cinema, e in questo riesce benissimo. Ottimo il finale apocalittico. Interessante più che altro per gli appassionati del genere e fondamentale per gli amanti del regista canadese, ma, essendo meno weird de Il demone sotto la pelle, potrebbe catturare l'interesse di qualche mainstreamer. Ma è dura.
FORSE TUTTI NON SANNO CHE...
-Cronenberg voleva Sissy Spacek per il ruolo di Rose, ma Ivan Reitman (futuro regista di Ghostbusters e produttore esecutivo di Rabid) lo spinse a optare per la Chambers perché più sexy e perché la Spacek ha un accento texano troppo marcato.
-Comunque il regista ci manda un segnale. Mentre Rose cammina per la città passa al fianco di un cinema che espone la locandina di Carrie - Lo sguardo di Satana (1976), film in cui la protagonista, come tutti sanno (vero?!), è Sissy Spacek.
-Cronenberg fu letteralmente buttato fuori di casa quando la sua compagna del tempo venne a sapere che aveva preso una pornostar come protagonista del suo secondo film.
exxagon.it



***

Una giovane coppia subisce un tremendo incidente in motocicletta. Lui si fa qualche graffio, lei, Rosie, rimane gravemente ferita. I due vengono portati nella vicina clinica del Dr. Keloid, chirurgo plastico che da anni sogna di poter effettuare un trapianto di pelle. Costui approfitta dell'occasione che gli è capitata ed effettua la rischiosa operazione sulla ragazza. Quando si risveglierà dopo un mese, Rosie si ritroverà a dover affrontare una terribile mutazione del suo corpo che la condurrà a comportamenti terribili.
Dal complesso residenziale "L'arca di Noè" de Il demone sotto la pelle alla clinica privata di chirurgia estetica di Rabid. Dalla fame di sesso alla sete di sangue. Da un protagonista maschile ad una protagonista femminile (un'attrice porno imposta dalla produzione, anche se Cronenberg avrebbe fortemente voluto per questo film Sissy Spacek). Quale migliore posto di una clinica di questo genere, dove tutti si recano per "modificare" il proprio corpo, per ambientare questa nuova storia di mutazione della carne e della psiche, con conseguenti disastri più o meno insormontabili? I riferimenti si sprecano, da Freud (che viene letto da una giovane paziente della clinica che vi si reca perché suo padre vuole che abbia il naso diverso dal suo) a de Palma (la giovane protagonista dopo essere stata in un cinema porno a succhiare il sangue ad un uomo, passa davanti ad un altro cinema dov'è affissa la locandina di Carrie, guarda caso interpretato da Sissy Spacek), a Romero (già citato nel finale del film precedente, qui richiamato proprio perché ancora più fortemente le vicende di questo film richiamano alla mente quelle degli zombie romeriani, oltre che dei vampiri).
Rabid – Sete di sangue è un horror un po' sui generis, come sono poi tutte le pellicole del regista canadese, proprio perché inserito in alcuni contesti che il più delle volte cozzano col genere, come quello fortemente melò che si esprime maggiormente nel finale che vede consumarsi un enorme contesto melodrammatico sfociante poi nella famosissima scena del ballo scolastico. Sicuramente, dunque, una scelta voluta quella di Cronenberg, che ancora non ha perfettamente delineato la sua poetica e la sua estetica, ma che si trova decisamente sulla strada giusta.
Molti degli elementi, visivi o narrativi, ravvisabili in questa pellicola li ritroveremo infatti in alcune delle sue bellissime pellicole a venire. Tralasciando l'ovvia trasformazione del corpo che si avvia a seguito di una mutazione interna (in questo caso la trasfusione di pelle ha creato dei problemi al sangue della ragazza), tipico e ricorrente leit-motiv cronenberghiano, possiamo ad esempio notare che la protuberanza che cresce sotto l'ascella di Rosie, una sorta di apertura a forma di vagina dalla quale fuoriesce un pungiglione a forma di pene (la sete di sangue è in realtà di nuovo sete di sesso?), ricorda moltissimo la "porta verso l'altro mondo" che posseggono i protagonisti di "eXistenZ o le protuberanze attraverso le quali i ragni e le macchine da scrivere de Il Pasto Nudo, secernevano una qualche viscida sostanza.
Tornando a Rabid, quello che più conta è che comunque il film si svolge seguendo le regole di un canonico horror. La donna, una volta resasi conto della sua nuova natura, non riesce a fare a meno di "cibarsi" del sangue altrui, a cominciare dai pazienti della clinica stessa, diffondendo un terribile virus inizialmente scambiato per idrofobia. Ed è così che, infettato dopo infettato, la città di Montreal si riempie di gente affamata di sangue che si riconosce dal terribile pallore del volto e dalla schiuma bianca che fuoriesce dalla bocca. Si passa da un paziente della clinica, ad un taxista, ad un camionista, ad un fattore e via di questo passo, fino a quando quasi tutta la popolazione non verrà infettata, costringendo gli altri a rintanarsi e difendersi sparando a vista sui contagiati. Il tutto a causa dell'operazione del Dr. Keloid, segno questo dell'estrema negatività della scienza quando si vuole sostituire all'uomo e alla natura, critica aspra e notevole del regista ad una società sempre più arrivista e interessata al successo e all'affermazione personale.
Rosie, avendo la sua arma nascosta sotto l'ascella, per poter attaccare il prossimo è costretta ad abbracciarlo (se nel film precedente il contagio si trasmetteva con un bacio, qui si passa ad un altro "elemento" dolce e romantico come può essere l'abbraccio), arrivando persino ad un exploit quasi zoofilo (la donna si recherà in una stalla per abbracciare col suo pene-vagina una mucca). La perversione, dunque, è l'altro elemento che scaturisce dalla mutazione corporea di Rosie (ed ecco giustificata, oltre che per gli incassi, la scelta di un'attrice erotica molto conosciuta all'epoca), mutazione che però non le impedirà di mantenere saldi i suoi affetti, tanto che si rifiuterà di attaccare sua sorella o il suo amatissimo fidanzato, fino a giungere ad un finale davvero terribile che la vedrà cadavere inerme gettata in un camion di rifiuti, completamente annullata e distrutta.
A. Cavisi, filmscoop.it



***

[…] Il secondo film del geniale e disturbante regista canadese è un horror girato con la mano ferma di una regia d’autore. Rabid schifa, inquieta, ti mette in uno stato d’agitazione persistente per nulla paragonabile a tanti altri scipiti esempi del genere. Rose è una ragazza coinvolta in un incidente motociclistico. Ricoverata in una clinica per chirurgie estetiche, finisce tra le mani di un medico convinto della possibilità di trapiantare ampie porzioni di pelle umana. Su di lei compie il suo primo (in)glorioso tentativo, infatti Rose muta e sotto la sua ascella sinistra cresce un orifizio (anale, direi). Quando delle incaute vittime si rifugiano nelle braccia della ragazza, dall’ascella puteolente esce una protuberanza vorace che succhia sangue. Presto si diffonde un epidemia che, a fine film, ha ridotto Montreal in una città di morti dove dolenti monatti raccolgono le vittime del contagio. Un’ora e mezza di vera inquietudine, senza vedere tanto sangue ma strizzando assai, con la consueta cifra gelida del regista. Agile, girato in economia e con attori sconosciuti, a parte la protagonista Marylin Chambers che era una star dell’allora nascente cinema porno. Ironia della sorte la Chambers ha poi subito interventi di chirurgia estetica al seno, allora - come qui abbondantemente mostrato - di dimensioni umane. Bel film.
carmillaonline.com



***

Rose e il suo ragazzo Hart hanno un incidente stradale. Lui se la cava con un braccio rotto, lei, che invece nell'impatto è rimasta incastrata sotto la moto su cui viaggiavano, è più grave e, per salvarla, viene sottoposta ad un nuovo esperimento di trapianto di pelle. Dopo qualche tempo si sveglia, ma l'operazione ha provocato nel suo corpo un mutamento ed una insaziabile sete di sangue. Rose è così costretta ad andare alla ricerca di vittime per sopravvivere. Attraverso una specie di pungiglione cresciutole sotto l'ascella sinistra assorbe la sua rossa linfa vitale, contagiando e tramutando tutti coloro che morde.
Dopo essersi fatto notare nel mondo del cinema con Il demone sotto la pelle (1975), nel 1977 David Cronenberg torna a scrivere e dirigere un lungometraggio riprendendo le principali tematiche toccate con la sua prima pellicola, destinate a divenire il filo conduttore di tutta la sua filmografia. L'ossessione per il corpo, per la carne, il rapporto che l'uomo ha con essi, ma non solo. Al centro della vicenda c'è anche psicologia, amore e paura. Rabid - Sete di sangue è infatti la storia di un'epidemia. Un'epidemia diffusa attraverso Rose. Un'epidemia batterica, ma anche un'epidemia di paura. La paura è riflessa perfettamente attraverso la capace regia di Cronenberg, che riprende molto da Il demone sotto la pelle, ma che anticipa anche alcuni suoi lavori successivi, come Brood - La covata malefica, Scanners e Videodrome. In tutti questi titoli la sperimentazione scientifica e gli effetti sull'uomo sono presentissimi, come lo è pure il tema della metamorfosi, pilastro portante della maggior parte delle opere del regista canadese. Ma Rabid - Sete di sangue non è solo un film di passaggio, anzi, fra i suoi primi, è quello dove Cronenberg sperimenta forse di più l'inserimento di elementi affettivi. La piaga che gradualmente dilaga in città è infatti conseguenza del comportamento di Rose, alla ricerca della verità sulla sua nuova natura e sempre con l'intenzione di evitare di fare del male alle persone che le vogliono bene. Questo concetto è molto esplicito nella scena in cui lei cerca di uscire alla ricerca di cibo e sua sorella la ferma, e ancor di più in quella finale, al telefono col fidanzato.
Inoltre, come a trattare ancora più approfonditamente le tematiche del corpo, della psicologia e delle loro mutazioni, vi sono anche richiami vagamente erotici. Non è un caso che la forma della deformazione di Rose riporti alla mente un fallo, come non è un caso che la protagonista del film sia Marilyn Chambers, celebre pornostar canadese dell'epoca (in realtà Cronenberg avrebbe voluto Sissy Spacek per il ruolo, reduce dai successi de La rabbia giovane e Carrie - Lo sguardo di Satana, ma l'interprete fu imposta dal produttore Ivan Reitman).
Interessante infine è anche osservare l'utilizzo dell'horror all'interno della narrazione. Rabid - Sete di sangue, nonostante tutti i significati che abbiamo detto sopra, è infatti un horror a tutti gli effetti e Cronenberg questo elemento lo inserisce con gran mestiere. A parte il trucco, gli effetti di sangue e le ottime atmosfere ricreate anche grazie all'efficace colonna sonora, non si può non citare la maestria con cui il regista riprende le rappresentazioni classiche del vampirismo e degli zombie e le (ri)plasma a suo piacimento per narrare la trama e rispecchiare le tematiche di cui abbiamo parlato.
Maurizio Macchi, pellicolascaduta.it



***

Secondo horror di Cronenberg, dopo Il demone sotto la pelle, fondamentale per un prolifico filone horror che si svilupperà negli anni a seguire. Il regista canadese prende lo spunto dal mediocre La città verrà distrutta all’alba di George A. Romero per intessere una sceneggiatura a metà strada tra vampiri e zombi. L’orrore, come al solito per Cronenberg, prende le mosse dalla carne (la protagonista riceve un trapianto di pelle che le scatena un virus idrofobo di cui è portatrice sana). La prima parte è piuttosto lenta, ma viene riscattata da una seconda che si può considerare aveneristica e che influenzerà Romero (il quale, per un gioco del destino, era stato proprio la fonte ispiratrice di Cronenberg) per Zombi. Altri evidenti omaggi saranno tributati dallo sci-fi Species (si veda la ragazza bionda che va in giro, per la città, a farsi adescare da uomini superficiali).A ogni modo, penso che nessuno possa scandalizzarsi se dico che Rabid non è tra i migliori lavori del regista. Infatti, si tratta di uno degli horror più commerciali di Cronenberg, ciò nonostante merita di esser visto (anche se, ai giorni nostri, è forte il rischio di incappare in qualche fastidioso dejà vù) per i motivi già esposti.
Degna di nota la continua, seppur velata, atmosfera erotica (vedi l’assassinio nella vasca, la scena al cinema a luci rosse, ma non solo) peraltro amplificata dal fatto che la protagonista, Marilyn Chamber (preferita niente meno che a Sissy Spacek) era una pornostar. Le interpretazioni sono piuttosto di secondo piano (il co-protagonista è abbastanza cane), mentre la colonna sonora è interessante. La fotografia sporca contribuisce a creare il senso di inquietudine.
horrorplayer.it
[Modificato da |Painter| 23/04/2011 10:23]
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Cerca nel forum

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:37. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com