"Inseparabili" secondo Gianni Canova

Inseparabili secondo Gianni Canova

Se tutto il cinema di Cronenberg è nella sostanza leggibile come un progressivo percorso di avvicinamento allo shock della morte […], Inseparabili segna una zona limite (una zona morta?) all’interno del tragitto e, in qualche modo, un punto di non ritorno. […] “È l’interno dei corpi che mi interessa”, fa dire Cronenberg a uno dei gemelli protagonisti del film. […]
La bellezza interiore - […] quella delle viscere e degli organi, dei muscoli e dei tessuti cellulari – resta invisibile anche nel film di Cronenberg. Il regista non ce la fa vedere […] perché il cinema è l’arte delle superfici. […] Suggerisce inebrianti slalom fra interno ed esterno. […]
Inseparabili è uno straordinario film su questo paradosso. Non solo un film sul “doppio”, sui gemelli, sulla simmetria e sulla specularità, ma anche (e soprattutto) un vertiginoso periplo intorno all’irrappresentabilità del corpo […]. I gemelli Mantle del film rappresentano l’io maschile ossessionato dal corpo e schizofrenicamente diviso. Uno possiede ciò che manca all’altro, e viceversa. […] I due gemelli parlano, sempre. Trasformano in parole le rispettive esperienze e le socializzano. […] Quando però incontrano l’utero triforcuto della bella Claire Niveau, i due entrano in un letale processo di identificazione che li porta, appunto, a separarsi. Quel “Due” che essi sono, a contatto con la trinità uterina del femminile, comincia a sognare di essere “Uno”, unico e inconfondibile. […]
È significativo che sia soprattutto Beverly a innamorarsi di Claire: il più sensibile e profondo, il più fragile dei due fratelli. […] Ambisce a diventare per lei quell’Unico che sa di non poter essere a causa della presenza del gemello. Ma proprio qui Cronenberg innesta le sue più sottili trasgressioni: per esempio, azzerando quel vero e proprio stereotipo da “film sui gemelli” che vuole uno dei due irrimediabilmente cattivo e malvagio. […] Guardando l’altro, vedono l’immagine di sé come in uno specchio, e ne hanno cura. Almeno fino a quando fra l’uno e l’altro non si frappone il corpo opaco di Claire Niveau. […] Beverly cerca allora la propria identità nella droga. E a Elliot, per guarire il suo “altro” drogato, per riportarlo al suo stato anteriore, non resta che alterare a sua volta il metabolismo del suo corpo per mettersi sulla stessa lunghezza d’onda del fratello.
Esattamente come La Mosca, […] è la storia di un amore impossibile e di una passione proibita. Là a causa di un insetto, qui a causa di un gemello. […]Inseparabili è un film di una bellezza “classica” che contiene e imbriglia immagini di potenza tellurica. Cronenberg rinuncia a mostrare la carne […] per mettere in scena l’orrore del guardarsi dentro. […] Se in Scanners, Videodrome e La Mosca Cronenberg squarciava i corpi con veri e propri “tagli cesarei” dello sguardo, in Inseparabili lascia che lo sguardo scivoli sulle superfici, reticente, quasi pudico, ma ugualmente incisivo. Da “esplosivo”, il suo cinema diventa “implosivo”. […]
Cronenberg non rinuncia a sviluppare quella riflessione sulla natura delle immagini che […] costituisce un po’ il filo rosso di tutta la sua produzione degli anni Ottanta. […] I fratelli Mantle […] sono in fondo come registi: […] la ginecologia come metafora del cinema. E, dall’altra parte, la televisione: il viso struccato di Geneviève Bujold […] si fa metafora della “diretta” come pretesa di una visione in-mediata sulle cose […]. La televisione che seduce il cinema e lo fa impazzire: questo è Inseparabili. [...]