Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

"Fast Co" secondo Gianni Canova

Ultimo Aggiornamento: 15/05/2011 13:32
OFFLINE
Post: 529
Sesso: Maschile
15/05/2011 13:32


Fast Company secondo Gianni Canova

[…] Poche immagini nitide e solari bastano a Cronenberg per riassumere e sintetizzare quel “mito della strada” e quel culto della macchina che tanta importanza hanno nella cultura popolare americana. Che il film sia (e voglia consapevolmente essere) anche una riflessione critica su questa cultura trova conferma nella particolare soluzione cromatica adottata: il bianco, il rosso e il blu, i colori della bandiera a stelle e strisce, […] diventano le tinte dominanti dell’intero film.
[…]Fast Company è l’unico film di Cronenberg in cui i “malvagi” sono apertamente sconfitti […]. Il regista abbandona il terreno di ricerca abituale (il corpo e i suoi virus) per occuparsi di automobili, di macchine, di spettacolo e di velocità. […] Prova qui a saggiare la tenuta di alcune ipotesi teoriche in terreni diversi dal solito, quali quello dello show-business e delle relazioni interpersonali.
[…] In fondo Fast Company delinea la base economica e “strutturale” che fa da sfondo e da scenario complessivo alla sintomatologia che Cronenberg preferisce visualizzare poi sul piano medico e corporeo. Come dire: […] anche la società è mutante e malata, ance il mondo dello spettacolo è infettato dal virus del profitto.
[…] Il film accoglie e sintetizza […] alcune delle più lucide e inquietanti intuizioni intorno al mito dell’automobile prodotte dalla cultura underground degli anni Settanta […]. Cronenberg filma l’automobile con inquadrature iperrealiste spesso intrise di gusto pop. E almeno in una sequenza (quella in cui la corsa di qualificazione è ripresa da dentro l’abitacolo […]) arriva ad annullare totalmente il soggetto umano e a visualizzare la sua natura di “appendice” della macchina: il che non è poi molto lontano da quell’ossessione tipicamente cronenberghiana che Serge Grunberg ha definito il “divenire-macchina” dei corpi e che si espliciterà in maniera lampante in film come Videodrome […].
Già alla fine degli anni Settanta Cronenberg è ossessionato dalla velocità, […] dal desiderio di confondere il meccanico e l’umano.
[…] C’è un ultimo dettaglio […]. Alla fine dell’amplesso Billy apre una latta di olio per motore FastCo, versa il contenuto sul petto nudo di una delle due ragazze e afferma soddisfatto: “Oggi ho provato l’amore tre volte!”. La ragazza lo guarda allibita e ribatte: “Ma com’è possibile se noi siamo in due?”. La domanda resta senza risposta, ma lo spettatore cronenberghiano può intuire il senso dell’affermazione di Billy: […] l’individuazione della macchina […] di un possibile surrogato della corporeità e della sessualità.
tratto da: Gianni Canova, David Cronenberg (ed. Il Castoro, 2007)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Cerca nel forum

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:38. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com