Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

"Il demone" secondo Gianni Canova

Ultimo Aggiornamento: 15/05/2011 13:30
OFFLINE
Post: 529
Sesso: Maschile
15/05/2011 13:30


Il demone sotto la pelle secondo Gianni Canova

Tanto l’inizio quanto la fine di Il demone sotto la pelle si fondano su un conflitto tra apparenza e realtà. All’inizio, grazie all’occhio del cinema che inquadra un delitto, lo spettatore si rende immediatamente conto che “l’Arca di Noè” non è quel paradiso di serenità e di armonia che è propagandato dalle immagini pubblicitarie. Alla fine […] lo spettatore sa che la radio non dice il vero e che ciò che appare normale nasconde in realtà una sconvolgente “anomalia”. Fin dal suo primo lungometraggio “commerciale” Cronenberg conferisce cioè al cinema un potere diagnostico che gli altri media sembrano non possedere. […] Se l’immagine fissa produce un’illusione di salute, l’immagine cinematografica in movimento capta ed evidenza invece la patologia. Fin dall’inizio il cinema è per Cronenberg il linguaggio della malattia. […] E il primo corpo infetto è, non a caso, proprio il residence “l’Arca di Noè”: vera casa-corpo, con tanto di orifizi (porte e finestre) e di vasi sanguigni (i corridoi rossi), di viscere (i sotterranei) e di sfinteri anali (il locale-spazzatura). L’analogia morfologica fra i corpi umani e le strutture architettoniche smentisce ogni ipotesi circa la “freddezza” del rapporto di Cronenberg con i luoghi e dimostra come il suo cinema prenda le mosse invece proprio da quella “corporeizzazione” degli spazi […]. Quello di Cronenberg […] è piuttosto uno sguardo che affronta la “malattia” assumendo la forma del virus che l’ha provocata.
A dispetto di chi l’ha frettolosamente accusato di eccessi orrorifici e sanguinari, Il demone sotto la pelle è un film girato con sobria e perfin pudica classicità: l’unità di tempo e di luogo […] gli conferiscono la solidità e la coerenza di un apologo, mentre la struttura “propagginata” del racconto e il ramificarsi a rizoma dei flussi dell’azione risultano quanto mai funzionali alla messinscena della diffusione per contatto dell’epidemia. […] L’unica entità “sgradevole” che Cronenberg sceglie di visualizzare è costituita evidentemente dal parassita, ma non era possibile fare altrimenti. Come spiega lucidamente lo stesso regista: “Una cosa è vedere un personaggio che alza il suo coltello sopra il petto di un altro e sentire fuori campo un rumore tipo swouch. Ognuno sa cosa sta succedendo, lo capisce. Ma non si può aver qualcuno che guarda fuori campo dicendo: Mio Dio, gli escono dei parassiti dalla bocca… Nessuno capirebbe.” […] Un po’ fallici e un po’ escrementizi, i parassiti del film crescono nel ventre delle loro vittime […]. Per scatenare il desiderio corporeo sono condannati a deformare i corpi, a farli uscire dai loro confini […]. Non producono nei corpi vere e proprie mutazioni, limitandosi piuttosto a […] liberare in essi il “principio di piacere”.
Proprio qui si innesta allora la sottile ambiguità del film […] che ci induce a cogliervi piuttosto una sorta di scoperta esaltazione “dionisiaca”. È quella che si manifesta apertamente nella scena in cui l’infermiera […] dice: […] “Perfino la pelle di un vecchio è erotica. Perfino la morte è un atto di erotismo. Anche la parola è erotica. E anche il respiro è erotico. E anche l’esistere fisicamente è erotico” […]. Dice infatti il regista: “Ogni mio film possiede un piccolo demone che non si vede ma che è presente. Il demone di Shivers […] è la gioia che provano gli spettatori quando i personaggi sfondano le porte per godersela con quelli che stanno al di là. Gli spettatori amano le scene in cui delle persone fuggono nude nei corridoi gridando. Adorano queste scene e tuttavia è possibile che si disprezzino per averle amate. Non è un procedimento nuovo. È evidente che esiste un piacere nello sguardo che si getta su ciò che è proibito”.
[…] Cronenberg non demonizza la scienza: vuole piuttosto mettere a fuoco il conflitto tra la razionalità e l’istintività. […]. Come risulta evidente nell’orgiastica sequenza finale, girata al ralenti nella piscina […]. L’occhio di Cronenberg, in genere freddo e distaccato, registra questa scena con uno strano calore: quello di chi ha capito che la tragedia umana deriva dall’insanabile conflitto tra il freddo controllo razionale e lo scatenamento degli istinti più voraci e ne prende atto con un atteggiamento che oscilla tra la pietas e l’ironia.
tratto da: Gianni Canova, David Cronenberg (ed. Il Castoro, 2007)

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Cerca nel forum

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:11. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com