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"Crash" secondo Serge Grunberg

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2010 19:14
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Sesso: Maschile
31/10/2010 19:14


Crash secondo Serge Grunberg


Il film […] si presenta in effetti come una serie di sequenze erotiche e incidenti stradali, fedele in questo al grande romanzo in cui Ballard, secondo le sue stesse parole, aveva tentato di “investigare una nuova forma di pornografia”. Nel film di Cronenberg, tuttavia, non c'è nulla di pornografico, a eccezione degli incidenti automobilistici, la maggior parte dei quali ripresi senza l'ausilio di trucchi o del rallentatore. Ma è proprio la continua sfilata di combinazioni erotiche e di abbracci abbozzati privi di ragioni evidenti ad attribuire a Crash il caratteristico aspetto “litaniaco” e ammaliante. […] L'opera è infatti una parentesi di un'ora e mezza sospesa tra due frasi identiche, la prima pronunciata da una donna, la seconda da un uomo: “Maybe the next one, baby, maybe the next one...” Ma che cosa significa? Con ogni evidenza ci troviamo di fronte a una coppia sposata che tenta di rendere più piccante la propria vita sessuale non solo attraverso ripetute avventure extraconiugali ma anche raccontandosele reciprocamente e, in seguito, tentando di interpretarle. Tutto lascia però intendere che la complicità sia anche competizione. La donna pronuncia infatti la breve frase per augurare al marito, che è stato interrotto sul più bello dalla sua troupe cinematografica mentre stava spogliando un'operatrice, di farcela la prossima volta. Il marito, da parte sua, ripete la stessa frase alla fine del film per “consolare” la moglie che, in fin dei conti, ha mancato il suo incidente. Eiettata dall'auto, essa realizza di essere sana e salva. Si instaura così una piena identità fra l'atto sessuale e l'incidente. […] Al centro dell'attenzione è infatti il ruolo, anche virtuale, svolto dal pericolo e dalla morte nella relazione amorosa.
[…] Con Crash, Cronenberg non si è forse avventurato nelle regioni più pericolose del reale? E per “reale” intendo, sulla scia di Lacan, più o meno l'inconfessabile della follia. Fin dalla prima visione del film, sono rimasto impressionato dalla ricorrenza delle frasi sulla circolazione, sul traffico (in inglese traffic): “Il traffico è diventato pazzesco”, “C'è la metà del traffico di ieri” o “Mi sembra che ci sia il doppio del traffico di prima del mio incidente”. Queste frasi mi sembrano inspiegabili, sono perfettamente inserite nel film ma non riesco a capire da dove vengano. A un certo punto mi sono ricordato di un testo, La letteratura e il male, nel quale Georges Bataille commenta l'ultima frase di La condanna di Kafka. Quel racconto, in cui il protagonista si suicida gettandosi da un ponte, si conclude con la frase: “In quel momento il ponte era percorso da un traffico interminabile”. Bataille nota come Kafka, in seguito, offrisse la seguente spiegazione del passo: “Non so perché ho scritto quelle parole,” dice lo scrittore “ma pensavo a una forte eiaculazione”. Quel capitolo di Bataille mi ha aperto gli occhi. Perché non ipotizzare che Cronenberg […] abbia voluto, in Crash, far coesistere, fianco a fianco, il significante e il significato, la metafora e la sua motivazione inconscia, la “circolazione” e l'orgasmo? In eXistenZ si ritroveranno scene analoghe, in particolare quella in cui Jennifer Jason Leigh accarezza il “bioporto” [la bioporta, ndr] di Jude Law come se si trattasse di un organo sessuale. […] Il cinema di Cronenberg quindi non si limita più, come agli inizi, a presentarci un mondo simbolico, ma espone […] tutti i livelli della realtà, tutti gli strati del significato, in un gioco con lo spettatore sempre più complesso.
Tratto da: Serge Grunberg - David Cronenberg, (Shake edizioni 1999)
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