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eXistenZ secondo Serge Grunberg

Ultimo Aggiornamento: 10/06/2010 20:54
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Post: 529
Sesso: Maschile
11/04/2010 19:25


eXistenZ secondo Serge Grunberg


Con eXistenZ, Cronenberg, ritornando dopo un lungo periodo alla sceneggiatura originale, ci offre un percorso allegorico all'interno del suo universo mentale e della sua opera.
[...] eXistenZ si svolge in un mondo indeterminato. Ci troviamo nella campagna canadese, in una chiesa sconsacrata dove la multinazionale Antenna Research presenta a un pubblico selezionato [...] il suo ultimo prodotto, il gioco eXistenZ. […] La particolarità del gioco in questione consiste nel fatto di connettersi direttamente al sistema nervoso, senza medium, senza schermo, senza occhiali speciali... Di conseguenza, esiste solo ciò che si prova. Non si ha più alcuna separazione fra la realtà e la rappresentazione come del resto nel film, dove non sono assolutamente segnalati i passaggi fra i diversi piani della realtà […]. eXistenZ è un gioco non solo esistenziale ma anche metafisico, come dimostra il fatto che spinge di “Realisti” a uccidere. Esiste infatti, forse proprio all'interno del gioco, una minoranza ferocemente ostile al gioco “elettronico-biologico” che rimette in gioco lo statuto ontologico della cosiddetta realtà. […] Cronenberg ha sempre tenuto ad affermare sia il suo ateismo, sia il ruolo centrale svolto dal corpo in ogni apprensione della realtà. […] Ha sottolineato anche come uno dei temi principali della sua filmografia fosse la ri-nascita (priva tuttavia di connotazioni religiose). Che cosa fanno in definitiva i personaggi di eXistenZ se no rinascere di continuo in universi che non sono mai virtuali in quanto non esiste un universo “di partenza”? Mai la frase di Burroughs “Non esiste realtà vera o reale” aveva trovato migliore illustrazione. […] Cronenberg ci fa entrare, sia in quanto spettatori sia in quanto utenti del gioco, in un vortice metafisico nel quale l'unica domanda che è ancora possibile porre è: “C'è qualcosa dopo la realtà?”, oppure: “C'è qualcosa prima della realtà?” […].
Cronenberg infatti, contrariamente alle consuete convenzioni della fantascienza, ha deciso di non offrire allo spettatore nessun punto di riferimento. Fin dalla prima sequenza, vengono fornite un certo numero di informazioni utili per navigare all'interno dell'universo a scatole cinesi del film. Ora, nell'ultima sequenza, si apprende che quella “realtà di base” era solo una finzione, solo uno fra i tanti “mondi” del Gioco. A questo punto, si potrebbe forse pensare di essere ritornati al reale... E perché allora un personaggio interviene per ricordarci che forse siamo, ancora, nel gioco? Ne risulta un disagio ontologico indescrivibile, che le ripetute visioni del film non riescono né a cancellare né ad attenuare. Intendiamoci, si tratta di mettere in causa la visione (e tutte le precedenti visioni) a cui si è assistito e non, come nel caso di recenti film sul genere di The Game di Fincher, di far ricadere in piedi lo spettatore confermandolo nelle sue certezze. In tal modo, la sovversione della nozione di reale cinematografo, la frontiera fra diegetico e non diegetico, diventa assoluta. […]
L'angoscia degli animali macchina di Cartesio […] è magnificamente esemplificata dai ruoli, termine proveniente dall'universo dei giochi (gioco di ruolo) che il film traduce con “personaggio del gioco” (game character). Chi parla quindi? Da dove viene la parola? […] L'ateismo di Cronenberg sembra spingersi in regioni finora inesplorate: Dio è un meccanico. Ciascuno, nell'universo della propria esistenza, è Dio, ma lo stesso Dio non è forse un animale macchina?
[…] Anche se forse i due David non sarebbero d'accordo, come non rilevare le numerose analogie fra due film peraltro assai diversi come Strade perdute e eXistenZ? In entrambi i casi ci si trova di fronte a film ciclici, fatti di circoli viziosi che operano, in qualche modo, come “trappole”. Lynch ha costruito le sue ultime prove come derive in uno schizzouniverso dove due mondi coesistono e, talvolta, comunicano. Da Velluto blu a Strade perdute passando per Twin Peaks – Fire walk with me, lo spettatore deve trovare il proprio percorso attraverso architetture alla Piranesi, guidato soltanto dai protagonisti che si sdoppiano. Tuttavia qualche punto di riferimento rimane, sono i passaggi segreti fra il mondo diurno e quello notturno, come la Red Room o la Black Lodge... […]
I protagonisti di eXistenZ, che continuano a cambiare identità, tanto da iniziare a esprimere dubbi sulla propria integrità di individui […], terminano il loro periplo nella pelle di coloro ai quali tentavano di fuggire. Ma la cosa a cui non si sfugge è senza dubbio il proprio gioco.

tratto da: Serge Grunberg, David Cronenberg (Shake edizioni)
[Modificato da |Painter| 10/06/2010 20:54]
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