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Interviste a James Ballard

Ultimo Aggiornamento: 10/06/2010 20:41
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Sesso: Maschile
14/01/2009 12:29


INTERVISTA A JAMES BALLARD


E poi c’è Crash. Quando hai visto il film hai reagito favorevolmente?

“Eccome. Penso sia un film brillante, un capolavoro assoluto. Il miglior film di Cronenberg, credo.”

Pensi che qualcun altro di noi in UK potrà avere la possibilità di vederlo?

“Oh, bè, non saprei. Non so se siamo abbastanza maturi per un film del genere. Penso che i poteri che contenga possano stordirci brutalmente. Spero che possa esserci la possibilità di vederlo. Ha aperto un paio di settimane fa in Francia, dove è andato molto bene. Alla prima settimana è stato il miglior incasso nel box office francese. Davvero lodevole tenendo conto che non poteva essere più lontano da Twister e Mission Impossibile. Voglio dire, è un film serio.
Siamo in uno stato culturale molto strano oggi. Siamo così allarmati, impauriti. Così nervosi perché ogni cosa vada avanti. Succede qualche orribile tragedia, come il disastro Dunblane o Hungerford, e la gente sente che ci dev’essere una spiegazione, dev’esserci qualche tipo di ragione universale. Delitti di massa del genere sono stati compiuti in Inghilterra, come la tragedia Hungerford di qualche anno fa, quando i giovani sparano a quindici o sedici persone, inclusa la propria madre. Qualcosa del genere accade e la gente pensa “Mio Dio, ci dev’essere qualcosa di sbagliato nella nostra società.” E quindi cercano i colpevoli ovvi. Dopo Hungerford la gente immediatamente è saltata alla conclusione che Michael Ryan, o qualunque fosse il suo nome, aveva visto i film di Rambo. In realtà non li aveva visti; non aveva mai avuto un videoregistratore. Le persone cercano rimedi disperati per dare un senso a tragedie disperate, ma spesso è il modo sbagliato. Penso che i distributori siano spaventati del fatto che ci sarà una grande protesta quando Crash uscirà e centinaia di automobilisti supereccitati inizieranno a distruggere le loro macchine l’una contro l’altra. Non sembra essere accaduto in Francia. Almeno per quel che ne so. Credo che il film avrà l’effetto esattamente opposto, e li terrà calmi.”

Di certo non ci ritenevamo maturi abbastanza come società per vedere Arancia Meccanica, in quel caso a detta del regista stesso.

“Sì, Kubrick stesso lo decise. Lo puoi noleggiare dovunque nel mondo. Lo puoi comprare. L’ho comprata una all’estero una copia di Arancia Meccanica. Ma lui lo decise per ragioni sue. Mi pare avesse due giovani figlie a quel tempo e fossero minacciate, così decise di spingere l’eco del film il più lontano possibile dalla Gran Bretagna.”

Sembra strano che, in entrambi i casi, il paese che sta all’origine del materiale del film sia giudicato inadatto al film stesso.

“Lo so. Ma questo paese ha una censura pesante. Il tipo di film che puoi trovare sul tuo canale per adulti in qualunque hotel del continente, qui non lo vedrai per milioni di anni. Il tipo di video che puoi noleggiare liberamente negli States non saranno mai disponibili qui. Siamo troppo nervosi. Così tanti dei film che vediamo sono pesantamente tagliati, specialmente su video. Siamo censurati davvero pesantemente qui. La gente è spaventata. Certamente, è tutto parte del sistema politico di qui – non puoi dare alla plebe troppa libertà in una direzione, perché può cominciare a chiederne in un’altra. Chissà dove finirebbe? Lo sai. Penso che il film andrebbe mostrato. Sta per essere mostrato al London Film Festival a novembre, e poi penso che la compagnia lo distribuirà da sola. Non posso credere che un film di Cronenberg, con Holly Hunter e James Spader e Rosanna Arquette, che ha vinto un premio a Cannes, non possa vedere la luce un giorno.”

Il tuo lavoro ora è stato filmato da due registi molto diversi. Pensi che ciò possa significare qualcosa per il lavoro stesso, o sono Spielberg e Cronenberg a essere simili in qualche modo che non è subito apparente?

“Non penso che ci sia una vera analogia tra Spielberg e Cronenberg. Non ci sono vere somiglianze tra L’impero del sole e Crash, dopotutto. Sono libri molto diversi. Ma Cronenberg, Spielberg e io stesso condividiamo qualcosa, per la quale spendiamo una larga parte delle nostre carriere nell’occuparci delle nostre personali versioni della fantascienza. Nessuno di noi ha lavorato nel campo della fantascienza canonica, ma in una sorta di zona marginale parallela a quella tradizionale, che ciascuno di noi ha creato personalmente, in modi diversi. Io in una direzione verso una sorta di Spazio Interno, Spielberg più nel tipo… non so come descriverlo… quella specie di fantascienza poetica, del tipo Incontri ravvicinati, e Cronenberg in un altro tipo di Spazio Interno suo personale. Perciò abbiamo questo in comune. Ma sono stato davvero molto molto fortunato ad avere due dei più grandi talenti del cinema d’oggi che hanno adattato le mie storie.”
Damien Love, ballardian.com (traduzione: Matt)



***


Serge Grunberg intervista James Ballard


SG : James G. Ballard è un uomo che si vede poco. Più britannico che naturale, questo gentleman ha sempre coltivato la discrezione e decisamente non ha il gusto della mondanità. Ha pertanto tenuto a essere presente a Cannes durante la presentazione di Crash, immaginando forse che il suo romanzo sulfureo, scritto negli anni ‘70, avrebbe avuto modo, grazie all’adattamento che ne ha fatto David Cronenberg, di scioccare i begli spiriti della Croisette. E’ un vero militante del cinema quello che è intervenuto davanti alla stampa, spingendosi fino alla delicatezza di affacciarsi davanti al regista, che non gli domandava tanto.

JGB : Ho dichiarato che il film di Cronenberg cominciava là dove il mio romanzo finisce, dal momento che nel mio libro io tento di alleviare il lettore dell’apparente logica da incubo che sostiene Crash. Tento di persuaderlo che il personaggio del narratore, che porta il mio nome, è attirato malgrado lui nel mondo di Vaughan, questo scienziato teppista. Nel film di Cronenberg, al contrario, i personaggi accettano questo universo dall’inizio. Ciò che rimane latente nel romanzo diventa manifesto nel film.

SG : Ballard cerca visibilmente di convincermi del carattere eccezionale del film di Cronenberg (io non gli confesso che parzialmente che si rivolge a uno già convinto). Quanto a me, cerco ingenuamente di farlo reagire alle mie affermazioni: la frase di Kafka — alla quale mi risponde con un verso di Shakespeare — o la reazione del pubblico di Cannes (E’ freddo!). Sembra molto stupito che si possa essere insensibili alla grande sensualità del film e degli attori. Visibilmente, lui lo è stato. Ma dopo tutto, lui è in posizione migliore — o forse è il contrario? — per apprezzare la fantasmagoria di Crash.

JGB : La passione sessuale presso molti si sviluppa a un livello intellettuale piuttosto che fisico. La freddezza di cui si è parlato è inscritta nel soggetto stesso del romanzo. Ma le emozioni dei personaggi sono sempre molto forti, la loro tenerezza altrettanto. Cronenberg descrive il suo film come una storia d’amore, e io condivido interamente il suo punto di vista! E’ un film magnifico, come non ne ho mai visti, che trascende totalmente il livello narrativo, un film ossessionante e nello stesso tempo molto contenuto. I film hollywoodiani sono ben più violenti di Crash. La grande maggioranza dei film si adagia su intrichi tradizionali ereditati dal XIX secolo. Con Cronenberg, non più storia, non più psicologia, gioca unicamente sulla poesia. Questo film è dispensato da una esposizione, i personaggi potrebbero uscire da una pubblicità televisiva per automobili, e ciononostante sono così veri! Il cinema è stato ampiamente preso nella trappola delle formule e delle convenzioni del romanzo e del teatro del XIX secolo. Il prezzo da pagare è stato molto alto, a partire dall’avvento del sonoro. In Crash, ciò che rimpiazza la drammatizzazione esteriore è lo psicodramma interiore, la ricerca ossessiva nella quale s’impegnano i personaggi. Qui, il cinema diventa veramente soggettivo, il che è estremamente raro. Gli avvenimenti esteriori descritti nel film non hanno infine alcuna importanza, quando la moglie del narratore fa l’amore sul sedile posteriore, di questo si tratta, con la schiuma e le spazzole del lavaggio automatico, ha più importanza ciò che succede fra i personaggi, tutto ha luogo nella testa del narratore, ci troviamo in un mondo poetico, un mondo di sogno. Uno dei fratelli Goncourt aveva profetizzato che la letteratura del XX secolo sarebbe stata qualcosa come “A + B + C ...”; si potrebbe dire la stessa cosa del cinema dominante. Crash dimentica tutto l’armamentario démodé delle convenzioni drammatiche che tanto limitano il mezzo. Non nego la seduzione che esercitano il sesso e la violenza, soprattutto se associati all’automobile, che è l’oggetto più moderno della nostra vita quotidiana, ma ciò che vediamo in Crash è non solo un mondo interiore, ma un mondo interiorizzato.

SG : Non posso impedirmi di fargli presente che Cronenberg è il miglior rappresentante nel cinema di questo genere drammatico che non ha più un posto proprio: la tragedia. Ma il gentleman di Shanghai si sbaglia e crede che io insinui che il film è pessimista. Mi risponde allora con parole che ho spesso sentito dalla bocca del regista.

JGB : Per me, Crash — il romanzo e il film — ha per soggetto la gratificazione, la soddisfazione profonda di un desiderio. Ai miei occhi, la sola cosa che amplia il paesaggio del XX secolo è la psicopatologia, e questa psicopatologia se ne ride dei diktat della morale. Il narratore e sua moglie hanno conquistato questa immensa libertà che permette loro di giocare i loro strani giochi senza preoccuparsi delle conseguenze. La psicopatologia è divenuta il motore di gran parte della nostra vita quotidiana. Il libro e il film terminano con una nota di esultanza, di soddisfazione profonda, di compiutezza. Come me, Cronenberg è profondamente ottimista. I miei personaggi accettano il rischio di una morte violenta, il che sembra assurdo, ma l’assumono come Cortez, come un conquistador che sente l’oceano al di là delle montagne. Crash è un film girato con un’energia incredibile.
Cronenberg ha eliminato tutto ciò che restava della narrazione classica nel mio romanzo, e ha permesso ai personaggi la scoperta immediata del loro io profondo. Nel romanzo, il narratore, divenuto impotente a seguito dell’incidente, giunge a ri-erotizzarsi grazie alle protesi che gli applicano sul corpo. Nel film, è il carattere ossessivo della sua ricerca a rendergli il desiderio. C’è un elemento iperrealista in Crash, tutto è perfettamente reale, ma il mondo interiore è costantemente sovvertito dalle ossessioni dei personaggi. Niente di naturalista, dunque. Anche in Psycho di Hitchcock lo spettatore è convinto a credere alla realtà del motel o della casa in collina, ma in Crash, assolutamente tutto è sottomesso alla volontà di una immaginazione psicopatologica. Io credo in questa libertà fondamentale che consiste nel giocare con la nostra psicopatologia. Nel regno della poesia e dell’invenzione, possiamo esplorare i regni che, in quanto cittadini, ci restano proibiti. Io accetto le costrizioni sociali, ma assumo il rischio che Crash spinga qualcuno a imitare i fatti e i gesti dei personaggi. E’ un pericolo connaturato all’attività artistica. La censura non cessa di prendere a pretesto l’influenza del cinema, del video e della televisione sui criminali, per tentare di proibire certi spettacoli.

SB : E aggiunge questa formula che, in bocca a un altro, potrebbe sembrare vanitosa o autoindulgente:

JGB : Si direbbe che Cronenberg abbia passato tutta la sua carriera — inconsciamente, sicuro — a preparare un film come Crash. Occorre un talento straordinario per riuscire in un’opera come questa.

SB : Quando gli domando se l’esperienza di questo adattamento gli abbia dato desiderio di scrivere un film, Ballard mi risponde con una certa franchezza:

JGB : Sono davvero un cinefilo. E’ un miracolo che un film come l’Orfeo di Cocteau abbia potuto vedere la luce, dato che trasgredisce tutte le convenzioni drammatiche del cinema dominante. Senza parlare del valore intrinseco di questo film, lo trovo affascinante a sufficienza per questa ragione. Non penso di scrivere sceneggiature: è un talento tecnico, come quello di un medico o di un architetto. Non sono dotato per questo. Inoltre, sono troppo vecchio.

intercom.publinet.it



***

FUTURO SHOCK

Chris Hall rivela perché Ballard ritenga Crash il primo film del 21esimo secolo.


Una settimana prima che Crash di David Cronenberg esordisse in Gran Bretagna all'inizio di giugno, J. G. Ballard, solitamente restio ad apparire pubblicamente, è apparso a una conferenza stampa per l'anteprima del film in Wardour Street, Londra. Il film di Cronenberg è basato sull'omonimo romanzo di Ballard del 1973, e la controversia riguardo Crash ha riportato Ballard sotto l'occhio del pubblico per difendere un film che vede come un'ossessiva e raffinata rappresentazione del libro che scrisse un quarto di secolo fa.
A causa dello scandalo generato, è stato necessario mostrare Crash ai direttori e ai recensori dei giornali locali, così come avevano disposto sia Ballard sia il co-produttore esecutivo del film Chris Auty, al fine di scoprire e far sparire quel sensazionalismo mediatico che aveva investito Crash sin dalla sua prima al festival del cinema di Cannes. Grazie alle testate cittadine londinesi secondo cui Crash andava “oltre i limiti della depravazione”, quattro consigli inglesi locali lo hanno bandito dalla proiezione nelle loro giurisdizioni regionali, perché è nichilistico, sadomasochista e esplicito nel contenuto di sesso e violenza.
Tale isteria non è rimasta confinata a questo lato dell'Atlantico – Crash è stato distribuito in video negli Stati Uniti questo mese, rinviato per più di un anno a causa del personale intervento di Ted Turner, magnate dei media. Come proprietario della casa distributrice, la Fine Line Features, Turner ha tentato di bloccare l'uscita di Crash negli Stati Uniti, e ha mollato la presa solo quando la stampa si è accorta delle sue manovre retrosceniche (per la storia completa si rimanda al reportage di Wired News).
Ballard dal canto suo è confuso e indignato per queste misure contro Crash e non riesce a capire perché il film sia oggetto di questa indignazione. Che dire di film come Goodfellas e Casinò di Scorsese, ribatte. Anch'essi sono “sanguinari e orrorifici” e “praticamente un manuale per qualunque teppista che voglia pestare qualcuno”.
Ballard è particolarmente sconvolto dal fatto che il film “si scontri con una piccola Inghilterra al suo peggio” e che faccia degli Inglesi una “nazione strana e nervosa” incapace di difendere la libertà di parola. Infatti è stato Cronenberg a notare che nessuno prendeva le difese del film. Il consigliere inglese John Bull (John “Toro”, nome calzante) ha detto che, alla luce del massacro di Dunblane, bisogna guardare molto attentamente all'effetto che film come Crash possono avere sul pubblico. Ballard si è sentito affondare quando ha letto tali commenti: “In nome di Dio, cosa possiamo fare quando le persone saltano a conclusioni come questa?”
Dunque perché queste persone trovano Crash tanto sbagliato? Perché dobbiamo pensare che la presenza di un elemento sessuale legato alla guida e all'incidente sia così abominevole? Da una replica del genere si potrebbe dire che Ballard e Cronenberg abbiano attinto qualche cosa. Ballard appura che “la gente sembra essere eccitata dagli incidenti altrimenti non ci avrebbero fatto un film. David mi ha detto 'Jim – il problema con gli incidenti stradali è che sono dannatamente difficili da filmare!' I produttori non avrebbero fatto questo sforzo se non pensavano che le persone ne traessero un brivido”.
Questo è confermato dall'esperienza di Ted Hanlon, stunt-man coordinatore in Crash. “Di solito con gli incidenti d'auto basta che metti due macchine in fila e le fai cozzare. Più è grande il danno e l'esplosione, meglio è. In questo film è l'opposto. Cronenberg voleva che gli incidenti fossero brutali, intensi e veloci così come lo sono nella vita reale, e senza esplosioni o la slow motion, al fine dell'immediatezza dell'evento.”
Quelle persone dovrebbero pensare, dopo aver sentito di cosa parla Crash, che è sorprendente non trovare queste convenzioni hollywoodiane. Inoltre, ritenere queste realistiche messe in scena di incidenti così aliene è prova dell'imperversare dei blockbuster hollywoodiani. Ballard sarcasticamente accusa che “Bruce Willis può comportarsi sadicamente come il ragazzo cattivo, ma dato che lavora per il New York Police Department è tutto ok... Aggiungi un po' di eccitamento sessuale e hai la cultura cinematografica che domina il pianeta. Sappiamo tutti come guidatori che ci sono ragazzi che non possono sopportare di essere sopraffatti da donne guidatrici. I ragazzi provano emozioni sessuali potenti – metà dell'America è stata concepita in auto. Non c'è niente di rivoluzionario nell'idea che vi sia un elemento sessuale negli incidenti o nel nostro eccitamento.”
Come può pensare che Crash sia diverso? “Crash è onesto – dice che non avremo una morale rassicurante a riguardo. Non pretenderemo che sia una storia con lieto fine, e tutte le sue ambiguità sono lì nello schermo. Penso sia questa la sua originalità.” Il vero problema, come lo vede Ballard, è se Crash incoraggerà la gente a imitarne i comportamenti. “La gente non deve prendere questo film letteralmente,” ragiona lui, “non invita ad essere preso letteralmente. È un film freddo, quasi vitreo, piuttosto eloquente, misterioso... è ovviamente qualcosa di più di ciò che vedi sullo schermo momento per momento. Non ci sono Buicks che volano al rallentatore contro autobus; qualcosa di molto strano passa per la mente dei personaggi. Vaughan è quasi pazzo.”
Chris Auty pensa che che gli inglesi trovino la questione così problematica perché il mondo Protestante non ha una tradizione surrealista con la quale dargli un senso. “Polonia, Argentina – sono paesi profondamente cattolici. Loro non hanno avuto problemi con Crash. Lo trattano alla stregua di Belle De Jour, qualcosa come un film di Bunuel, che è come pensiamo che sia. Personalmente lo vedo come una storia di fantasmi... è come se il protagonista James sia morto e divenuto un fantasma e poi ritornato umano nuovamente. Magari è pazzesco ma trovo la fine immensamente toccante e romantica e piena di speranza di un mondo disumanizzato”.
Ballard fa un acuto confronto tra Crash e l'avanguardistico Psycho di Hitchcock: “Vedo Crash come il primo film del prossimo secolo, se vogliamo. Penso che Crash avrà la stessa grande influenza che Psycho ha dal 1962. Paul Schrader [sceneggiatore di Taxi Driver] lo ha definito 'un film meraviglioso – se solo anch'io potessi essere così onesto', e credo che imporrà l'obbligo di una nuova franchezza e onestà che si rivelerà nei prossimi anni.”
Chris Hall, spikemagazine.com – traduzione: Matt
[Modificato da |Painter| 10/06/2010 20:41]
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