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RECENSIONI - Rassegna Stampa / 2

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2012 19:30
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Sesso: Maschile
29/12/2008 16:37


RASSEGNA STAMPA PARTE 2


La trama
Ad un convegno della Comunità Scientifica Americana, lo scienziato Seth Brundle conosce la giornalista Veronica Quaif, della rivista Particular Magazine. La conduce nel suo laboratorio dove le mostra due telepod, telecapsule in grado di teletrasportare gli oggetti. Per la dimostrazione la donna le offre una sua calza. Riuscito l’esperimento, la giornalista riesce a registrare parte dell’intervista contro la volontà di Seth. Il giorno dopo Veronica la fa ascoltare al suo direttore Stathis Borans, che non crede però all’esperimento. Lo scienziato, rincuorato per non essere stato creduto, invita ugualmente a mangiare fuori la giornalista, offrendole la possibilità di seguire tutti i progressi dell’esperimento. Fino ad allora non aveva mai provato con esseri viventi e quando prova con un babbuino, il teletrasporto lo ricrea rovesciato, come un guanto. Un fallimento. La coppia incomincia ad avere una relazione. Una mattina, Seth ci riprova con una bistecca e Veronica, alla quale tocca il compito di assaggiarla una volta teletrasportata, riconosce che è sintetica. Brundle capisce allora che la macchina non riesce a codificare i piaceri per la carne. Uscita dal laboratorio, dopo una notte d’amore, Veronica è seguita da Stathis, suo ex compagno, con il quale litiga in un negozio. Dopo alcuni giorni di lavoro, Brundle ci riprova con un altro babbuino e questa volta l’esperimento sembra essere riuscito. Veronica, mentre stanno festeggiando, si accorge che il suo direttore si è messo in contatto con Brundle per scavalcarla con il servizio giornalistico e molla i festeggiamenti e si reca in redazione per chiarire la questione. Brundle, crede che i due abbiano ancora una relazione ed ubriaco e deluso decide di provare l’esperimento su di sé. Una mosca s’inserisce però nella capsula un istante prima che la porta si chiuda. Veronica torna nel laboratorio la sera dopo e lui le confessa che per gelosia, ubriaco, si è teletrasportato. La notte, nel sonno, Brundle acchiappa una mosca tenendo gli occhi chiusi e si accorge così di avere un equilibrio ed una forza mai posseduti. Dopo averlo constatato anche a letto con Veronica, cerca di convincerla ad usare anche lei il teletrasporto ma quella si rifiuta e lui se ne va offendendola per la sua paura. Entra in una sala da biliardo e ci prova con una donna che sta con due uomini che si sfidano a braccio di ferro. Brundle offre loro cento dollari in caso di sconfitta e chiede la donna in caso di vittoria. A braccio di ferro rompe il polso del più grosso e si porta via la donna. Dopo essersi teletrasportato davanti a lei, cerca di obbligarla a fare altrettanto, ma l’intervento di Veronica permette che la ragazza riesca a fuggire. Anche Veronica lo abbandona. Solo in bagno, si accorgere di perdere i denti e capisce allora che qualcosa è davvero andato storto nell’esperimento. Scopre così che c’è stata una fusione a livello molecolare-genetico tra lui ed un mosca. Ad un mese di distanza Seth chiama Veronica e le chiede aiuto. Facendola andare nel laboratorio, si mostra in piena mutazione e le racconta quanto accaduto. Lei chiede aiuto a Stathis il quale rimane impressionato dopo aver visto alcune videoriprese di Seth che mangia il cibo vomitandoci sopra, come una mosca. Veronica scopre di essere incinta ed in un incubo immagina di andare dal ginecologo per abortire e di partorire una larva. Torna ancora trovarlo ma questa volta lui le chiede di lasciarlo per sempre perché potrebbe diventare pericoloso. Scesa dal laboratorio, chiede a Stathis di essere accompagnata ad abortire, sotto gli occhi di Seth che li osserva dall’alto. Poco prima dell’operazione, Brundle sfonda il vetro della sala e rapisce Veronica alla quale chiede, una volta di nuovo nel laboratorio, di mantenere il figlio. Sopraggiunge Stathis con un fucile in mano e Brundle, ormai ad un passo dalla mutazione finale, lo aggredisce sciogliendogli con il vomito la mano ed una caviglia ed evita di ucciderlo per l’intervento di Veronica. Lui le chiede allora di fondere il suo corpo con quello di lei e del bambino e la spinge così in una delle due capsule. Programma il computer per la fusione e s‘infila nell’altra ma Stathis, con un ultimo sforzo, riesce a sparare sulla macchina che sintetizza solo la fusione tra Brundle e la capsula. Compare così un amorfo pezzo di carne che trascinandosi verso Veronica, che brandisce il fucile di Stathis, chiede di essere giustiziato con un colpo alla testa.

Seconda pellicola americana per il regista canadese dopo il precedente La Zona Morta (1983) e primo remake (sarebbe meglio dire larga rivisitazione) de L’esperimento del dottor K. (1958) di Kurt Neumann, anch’esso ispirato al racconto di George Langelaan. Sebbene sia parte della struttura che diverse analogie ci siano (a partire dai titoli di testa, concettualmente identici), La Mosca di Cronenberg però è davvero distante da qualsiasi definizione si possa dare alla sua storia. Se la versione del 1958, stretta ancora nella morsa del Codice Hays, è un misto tra fantascienza ed orrore, quella di Cronenberg è davvero altro, è il terrore malsano della carne, come dice lo stesso Brundle (sceneggiatura del regista e di Charles Edward Pogue). Se nella versione di Neumann l’orrore è nella scienza che l’uomo non riesce a gestire, Cronenberg penetra invece nella carne dell’uomo che non può gestire e oltre il velo (stesso) della carne. Profondissimo, a tal proposito, il pentimento e la riflessione di Brundle: “Non funziona con la carne. I computer imparano solo quello che gli dici. Sarò io abbastanza ignorante sulla carne…”, ignoranza che egli stesso sfiderà poco dopo facendosi teletrasportare. La Mosca è una delle pellicole che tira fuori le passioni originali del regista: la carne, la mutazione biomeccanica, e gli insetti (“Non sono diplomatici gli insetti” dice Brundle). L’uomo che si rigenera, che è distrutto e ricreato in una capsula che è un uovo d’insetto che si schiude, una vagina dalla quale rinascere con una nuova forza ed una mutazione che è fusione di codici biologici, è questo il nuovo uomo di Cronenberg. Ancora una volta, è l’ambiguità del fato a cambiare le carte in tavola, i codici genetici, l’incidente durante un esperimento di teletrasporto: l’unione del gene di un insetto con quello di un uomo, il dramma kafkiano compiuto. Lo sguardo critico del regista non si placa, l’uomo è un essere che corre più veloce del mondo e che si volta in dietro per dire… raggiungimi. Da questa corsa, in questa corsa, l’uomo è travolto. Il babbuino che viene trasportato al rovescio, è la razionalità che si capovolge in quel rapporto d’identità nella quale gli esperimenti di Brundle si perdono. Quella che La Mosca rappresenta è un tassello importante del percorso cronenberghiano, l’angoscia umanistica per il destino del corpo (E.Ghezzi – Paura e desiderio – Bompiani). La carne ed il cibo, il corpo cannibale, il montaggio di due scene, quella del rapporto a letto tra Brundle e Veronica e l’esperimento della bistecca, una riflessione sottilissima che ha origine nel primo cinema cronenberghiano fatto d’attrazione e morte, e che qui è già tragico epilogo di una profonda (oscura) storia d’amore. Torna ad arie claustrofobiche il regista canadese, evitando quanto più di girare in esterno (la camminata di Goldblum tra la folla ricorda quella di Marilyn Chambers in Rabid (1976)) e riprendendo praticamente solo il palazzo della rivista per la quale lavorano Stathis e Veronica, in quell’inquadratura di notte che lo trasforma per un attimo in un ragno. L’inquadratura dello sportello della capsula che si chiude e che finisce sull’oblò sul quale c’è la mosca, ed il particolare sul vetro, corrispondono a quelli girati anche in L’esperimento del dottor K. Rimangono comunque parecchie le differenze con questa pellicola: cambiano i rapporti tra i personaggi (eliminato per esempio l’ispettore e l’indagine), cambia anche la struttura temporale (non è un racconto, ma accade), ed è eliminata la figura della mosca dalla testa bianca (la macchina di Cronenberg non scambia i geni, li confonde). Per forzare la partecipazione dello spettatore all’evento mutante, il regista utilizza la documentazione video di Veronica, un altro sguardo che cerca dentro la scena, dentro l’esperimento, e che terrorizza per quello che registra. Assolutamente incredibili le tranquille passeggiate sulle pareti ed il soffitto di Jeff Goldblum-mosca (Brundlefly), nonché tutti gli effetti speciali: Cronenberg si avvale dell’apporto di trentasei specialisti della ditta Chris Walas Incorporated (F. Di Giammatteo – Dizionario del cinema americano – Editori Riuniti), ed infatti, la pellicola è la più costosa della sua carriera, di circa dieci milioni di dollari, prodotta da Mel Brooks (Il Mereghetti – dizionario dei film 2000). Tre anni dopo, la stessa scena girata davanti allo specchio nel quale l’uomo perde la propria identità e prende conoscenza della propria mutazione, si vedrà in Tetsuo (1989) di Shinya Tsukamoto. C’è stato un fiacco seguito, La Mosca 2 (1989) diretto da Chris Walas, l’ideatore del mostro insetto per il quale si guadagnò, con la pellicola di Cronenberg, l’Oscar per gli effetti speciali assieme Stephen Dupuis. Goldblum e la Davis, molto bravi entrambi, all’epoca facevano coppia (il Mereghetti – dizionario dei film 2000). La Mosca è l’incubo di un mostro umano, che ha sognato di essere uomo e che è un insetto, ed è forse l’incubo scientifico più triste e straziante del cinema horror e fantascientifico (ultima inquadratura su Geena Davis che piange ed il corpo amorfo e suicida davanti a lei). Il regista David Cronenberg compare come il ginecologo che nell’incubo fa partorire una larva.
Mario Bucci, cinemah.com



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Martin Brundle, brillante scienziato misantropo, incontra una giornalista in cerca di scoop. La invita nella sua eccentrica casa-laboratorio e la mette a parte di uno strabiliante esperimento: il teletrasporto di un oggetto. Scomposizione e ricomposizione molecolare in due distinti contenitori adattati all’operazione. L’esperimento è cosa perfettibile, non si è ancora provato a teletrasportare esseri animati. Incredula e fortemente attratta, la giovane giornalista è pronta a scrivere il suo pezzo, ma Brundle, incline a voler trovar la chiave del teletrasporto animato, convince la ragazza a seguirlo giornalmente nell’evoluzione dei suoi studi, per poi pubblicare un libro a suggello della riuscita operazione. I due si innamorano, e condividono per intero vita privata e professionale. Arriva così l’atteso successo, si decompone e si ricompone (dopo una prima prova fallita) uno scimpanzé. Tutto sembra evolvere nella giusta direzione, fino a che Brundle – ubriaco, e geloso per le attenzioni che la giornalista riceveva ancora dal precedente compagno – sceglie di provar l’esperimento su se stesso. L’apparenza dice che ogni cosa è riuscita. Brundle si sente un leone, esaspera progressivamente e con successo le sue prestazioni fisiche, tanto da infondere dubbi nell’amata. Dubbi sul fatto che non tutto è andato come doveva. In effetti, nelle capsule del teletrasporto è entrato qualcosa di assai impercettibile. Un insetto. Una mosca. Ma l’uomo, Brundle, non ha inglobato l’insetto; vi si è inconsapevolmente – geneticamente - mescolato. È la genesi di un mostro.
David Cronenberg – geniale e visionario cineasta canadese – ci porta ancora una volta nel mondo delle trasmutazioni e delle metamorfosi. Lo fa ispirandosi - ma è un remake molto differente - in maniera decisamente più truce e sanguinosa al classico di Kurt Neumann: L’esperimento del dottor K. - del 1958. La suggestione che muove le ossessioni del regista canadese è sempre la medesima: vivisezionare l’anima attraverso la mutazione dei corpi. C’è un che di morboso e al contempo affascinante negli itinerari da lui proposti. Ne La Mosca, ad esempio, l’ossessione di ricerca di Brundle sfiora la megalomania e trasborda dai suoi occhi allucinati fin dalla sequenza iniziale. Cresce attraverso l’evoluzione della sua improbabile scoperta, e si placa lievemente solo negli intermezzi amorosi. Cronenberg segue la metamorfosi di Brundle come se stesse filmando il documentario su un mostro, focalizza i particolari stomachevoli e dipinge il tutto con venature horror. La visività acceca e stordisce, teletrasporta anche lo spettatore, ma non lo sottrae all’indagine che lo stesso regista compie meno in superficie: il rapporto tra l’uomo e la macchina. Altro tema caro a Cronenberg, è il perverso è sottilissimo equilibrio che si instaura tra l’uomo e la macchina. Se in Videodrome la macchina (il televisore) aveva un potere ipnotico e catalizzatore, ne La Mosca, il computer tradisce Brundle non segnalandogli l’inatteso ospite e non rispondendo come auspicato una volta che l’unione molecolare Brundle-mosca è avvenuta. Inquietano le sequenze in cui Brundle parla col computer (che aveva in memoria la voce dello scienziato registrata), è raggelante – e doveva esserlo soprattutto ai tempi in cui il film uscì nelle sale – l’impersonalità di una conversazione che riecheggia e si dilata nella solitudine delle mura dell’abitazione dello scienziato. L’epilogo cui va incontro Brundle è una totale metamorfosi in cui la mosca riesce a sopraffare la natura umana. Ma forse c’è una possibile salvezza: l’amore. Si, perché questo horror fantascientifico parla anche - sorprendentemente - d’amore, un amore che guarda oltre la ripugnante metamorfosi. Il finale lasciò comunque la possibilità di una prosecuzione della storia; visto il successo commerciale della pellicola, i produttori si affrettarono a finanziarne una nuova: La Mosca 2 – pessimo e sconsigliabile, cui Cronenberg naturalmente non si prestò - fu affidato al modesto Chris Walas.
La forza del film, oltre che nella talentuosa regia di Cronenberg, sta nella straordinaria interpretazione di un Jeff Goldlblum più che mai a suo agio nell’allucinazione progressiva del controverso personaggio affidatogli. Nella raffinata e sanguinosa galleria cronenberghiana La Mosca - film più costoso del regista - è probabilmente il maggior incasso al botteghino, ma non il suo film migliore. Pur riconoscendo alla pellicola un indubbio fascino dovuto al pathos e alla tensione che regala (anche premio Oscar per il trucco), La Mosca è collocabile lievemente sotto il livello di altre sue opere quali Il Pasto Nudo, Videodrome, eXistenZ, La Zona Morta e Inseparabili. Ma far selezione in tale autore è assai complicato se se ne ama il cinema. Perché David Cronenberg è un cineasta estremo che non può generare equidistanza. O lo si ama o lo si odia (più che odio genera disgusto nei detrattori). Per ciò che mi riguarda, mi iscrivo senza dubbio alcuno alla categoria degli amanti.
Curiosità: Molti spettatori furono raccapricciati dalle immagini della pellicola. Il film fu vietato ai minori di 14 anni. Cronenberg interpreta un ginecologo, come Jeremy Irons in duplice performance nell’altrettanto allucinante incubo del regista canadese: Inseparabili.
Léon, lankelot.eu



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Durante un rinfresco, la giornalista Veronica Quaife fa conoscenza con il professor Seth Brundle (Jeff Goldblum), scienziato misantropo ed in passato quasi premio Nobel per la fisica. Quest'ultimo in procinto di una scoperta sensazionale, assicura alla bella giornalista (Geena Davis) l'esclusiva, e quindi un eventuale grande scoop. Lo scienziato lavorava, ed era sul punto di terminare, una macchina per il teletrasporto in grado di effettuare veri e propri miracoli, che avrebbero rivoluzionato la scienza e l'economia mondiale. L'apparecchio è comunque incompleto, manca quella peculiarità che cambierebbe la storia dell'umanità; la possibilità di teletrasportare esseri viventi. I precedenti tentativi fatti su degli animali, non hanno avuto esito positivo, come testimonia una povera scimmia, il cui aspetto dopo l'esperimento, ha del raccapricciante.
Tra i due in ogni caso nasce del tenero, e Veronica più che seguire l'esperimento si appassiona del professor Seth e della sua tenacia, ma tra di loro si metterà il capo redazione della Quaife nonché ex-amante, Stathis Borans.
Riuscito l'esperimento con un babbuino, lo stesso Brundle si sottopone al teletrasporto. Non si accorge, però, della presenza di una mosca nella capsula teletrasportatrice. L'esperimento sembra avere successo, ma Brundle dopo un iniziale splendido stato di forma, (diventa infatti forte, instancabile, e di buon appetito) inizia un lento ma inesorabile disfacimento della propria persona. Capacitatosi dell'incidente, incomincia in maniera sadica e macabra a studiare la sua "metamorfosi". Un progressivo putrefarsi gli comporta la caduta di denti, unghie, capelli ed il suo viso comincia a ricoprirsi di pustole purulenti.
Tempo dopo, Veronica lo troverà attaccato ad una parete come un insetto, e suo malgrado osserverà un suo tipico pasto (come una vera mosca vomita succhi gastrici sul cibo per digerirli prima di ingerirli). Dopo aver perso, apparentemente, anche il lume della ragione, Brundle cerca di sacrificare quella che un tempo era la sua donna, tentando un nuovo teletrasporto. Il finale molto toccante, è pieno di sorprese tra le quali un bimbo nel grembo della povera giornalista.
La Genesi
Per trovare le radici di questo, stupendo fanta-horror, bisogna risalire al '58 quando un film di Kurt Neumann, tratto dalla trasposizione del racconto di Langelaan, celava un orrore comic strip e da film di serie B, con la trasformazione immediata da uomo a mosca con l'ausilio di una semplice maschera posta sul volto del Professor Delambre. Ma in realtà potremmo scomodare anche il più illustre scrittore Kafka e la sua "Metamorfosi" visto che l'opera di Neumann era titolata L'esperimento del Dottor K. Da qui l'inspiegabile lettera "K" del titolo originale, Brundle vede il suo corpo trasformarsi in quello di un insetto, assumendone tutte le caratteristiche: la capacità di muoversi lungo le pareti, l'impossibilità di digerire all'interno dello stomaco senza prima aver inondato il cibo con una bava corrosiva. Seth non perdendosi di animo preferisce comunque utilizzare questa sua mutazione per proseguire i suoi studi di teletrasporto e poter così perfezionare la sua "creatura".
I Significati
Il tutto può essere riassunto in una storia d'amore dal tragico epilogo, dove uno dei due amanti è condannato ad un'atroce sorte. Li dove non avrebbe stonato una buona dose di sangue, terrore e splatter, Cronenberg mette in risalto l'aspetto umano, poetico, profondo dei personaggi e soprattutto del suo cinema. A differenza del protagonista della "metamorfosi" di Kafka, Gregor Samsa, il protagonista de La Mosca, è tenace e combattivo non impaurito, ma in particolare la vicenda non è vissuta in prima persona, e nessuno è realmente consapevole di quello che frulla nella testa del professor Brundle, che probabilmente è anch'essa completamente fusa con quella dell'insetto, e quindi si potrebbe ricondurre il comportamento dello scienziato come un semplice istinto di sopravvivenza.
Ottimo film, figlio di un'attenta sceneggiatura "opaca" ed opprimente che dona poca "luce" a tutta la pellicola, il film è quasi completamente girato in interno ed in notturna ed è completamente giocato sulla psicologia dei personaggi: Goldblum, per l'occasione trasformatosi in scienziato (come lo sarà anche per Spielberg in Jurassic Park), è credibile nel ruolo del professor Brundle, e probabilmente questa è la sua migliore interpretazione. Ottima anche la fotografia, il vero merito del successo di questo film è la incredibile maestria di Cronenberg che riserva un significato ultimo svelato solamente da un epilogo intriso di un amore sincero.
filmscoop.it



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Capolavoro della filmografia di David Cronenberg datato 1986.
La Mosca è il remake del film fantascientifico (con spruzzi di orrore) del 1966 L’Esperimento del Dottor K, diretto da Kurt Neumann e interpretato da Vincent Price.
Il film del’66 raccontava la storia di Helena Delambre: costei confessa di aver schiacciato la testa del marito in una pressa per legittima difesa. Motivo? Semplice, Andrè Delambre ideò e costruì un teletrasportatore. Dato che funzionava sugli oggetti decise di provarlo sull’uomo e usò se stesso come cavia. Ma accidentalmente, assieme a lui, entrò anche una mosca e al ricomponimento molecolare le due entità si composero assieme dando vita a un uomo-mosca!
La polizia non crederà alla storia della donna fino al colpo di scena finale. La storia del remake è simile ma più concentrata sulla mutazione del protagonista Seth Brundle (interpretato da Jeff Goldblum). Non per altro questo film rientra nel genere denominato body horror (che annovera film come La Cosa di John Carpenter, Tetsuo di Shinya Tsukamoto e anche l’Alien di Ridley Scott). Seth è un brillante scienziato che inventa il teletrasporto, crea due capsule, una in grado di scombinare il dna o la composizione molecolare di ciò che si vuole teletrasportare e l’altra di ricombinarlo.
Seth prova su se stesso il macchinario ma inavvertitamente entra una mosca e i loro dna verranno ricombinati assieme. Ovviamente non scoprirà subito la contaminazione ma col tempo. Infatti, il film altro non è che il lento mutare di Seth, il percorso infettivo della mosca ai danni dello scienziato. Inizialmente acquisirà capacità inumane: la sua forza e la sua agilità aumentano, la sua energia si accresce, sessualmente dotato e non necessità di dormire molto.
Poi, quando il corpo comincia a deteriorarsi e la mosca comincia a prendere il sopravvento (l’entità Brundlemosca) i poteri cambiano: la forza diventa superforza (ne farà le spese il polso di un uomo durante un braccio di ferro), capacità di aderire a pareti e soffitti (tramite cuscinetti nelle mani e nei piedi) e la capacità di secernere, tramite bocca, un enzima in grado di sciogliere i cibi solidi. Tutte capacità che comunque perderà, una volta che la mosca avrà rimpiazzato completamente l’uomo. Ovviamente non mancherà il personaggio femminile che vivrà sulla sua pelle tutto il processo, parlo di Veronica Quaife, interpretata da Geena Davis.
Come altri film di Cronenberg anche questo, anzi, questo più di tutti, va visto dal “punto di vista della malattia/personaggio”. Personaggio che una volta entrato in contatto con il morbo, diventa il simbolo stesso della malattia. Un punto di vista neutrale che evita di demonizzare il morbo. Il teletrasporto non viene visto come il congegno che ha sbagliato, ma come un “fusore di geni”. L’infezione, il disastro, non vengono associati a problemi da risolvere ma ad agenti addetti alla trasformazione.
Questo è il cinema di Cronenberg, un uomo che approfondisce più la mutazione, la malattia, l’”altro” che si insinua sotto pelle. Jeff Goldblum si sottopose a una seduta di make-up di cinque ore. Il truccatore, Chris Walas (che, assieme a Stephan Dupuis, vinse l’Oscar per il miglior trucco nel ’87) per dar corpo alla Mosca, studiò vari libri sulle malattie deformanti. Lo stesso Walas girò il seguito di questo film: La Mosca 2 (The Fly II, 1989).
Antonio Petti, oubliettemagazine.com
[Modificato da |Painter| 17/09/2012 19:30]
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