Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Cronenberg su "Shivers" e la Cinepix

Ultimo Aggiornamento: 10/06/2010 18:45
OFFLINE
Post: 529
Sesso: Maschile
12/10/2007 19:23


CRONENBERG SU SHIVERS

I due o tre anni che ho dovuto aspettare, tra la stesura della sceneggiatura e la realizzazione del film, sono stati emotivamente molto difficili […] Ho fatto il giro di tutte le case di produzione di film horror a basso costo, inclusa la New World di Corman. […] Quello che ottenni sostanzialmente dai collaboratori di Corman e dalle altre persone è stato interesse, entusiasmo e approvazione come fosse normale amministrazione. Ed era esattamente quello di cui avevo bisogno. Ero pronto a trasferirmi a Los Angeles per realizzare Shivers quando ho incontrato Jonathan Demme. Era in affitto nella casa sulla spiaggia di Barbara Steele. Eravamo seduti sulla spiaggia, e a un certo punto Demme mi dice: “Ho letto la tua sceneggiatura”. Io dico: “Hai letto la mia sceneggiatura?!” Mi risponde: “Sì, un tipo della Cinepix è venuto a trovarmi e mi ha chiesto se volevo dirigere il film”. Io sono andato semplicemente fuori di testa. La Cinepix voleva disperatamente la sceneggiatura, ma non voleva me come regista per ovvi motivi. Fare tremila miglia per scoprire questo tradimento! Così tornai a Toronto davvero furioso. Ma, quando arrivai, trovai un messaggio che mi aspettava, in cui c’era scritto che la Cinepix aveva finalmente trovato un accordo con la CFDC per finanziare Shivers. Così quello fu l’inizio della mia carriera come regista professionista. […]
Shivers è cominciato con un sogno che ho fatto, in cui un ragno usciva dalla bocca di una donna, di notte, mentre lei dormiva. Il sogno era molto lineare, non aveva nulla di spaventoso. Era semplicemente: “Oh! Sì. Il ragno che vive nella sua bocca”. Sembrava che quella creatura vivesse proprio lì, dentro di lei. Usciva di notte, girava per la casa e tornava nella sua bocca dentro il suo corpo. Durante il giorno, lei non sapeva nulla di tutto ciò. In seguito riflettendoci, ho pensato: “Mio Dio, quella immagine sta davvero dando una forma fisica all’idea che dentro di noi accadono cose che sono strane e inquietanti”. Inoltre sembrava che in qualche modo fosse il ragno a darle vita quando era sveglia. Materializzare questo in un insetto o in un essere vivente era davvero l’aspetto originale del sogno, quello era realmente il nucleo intorno al quale si è sviluppato Shivers. […]
Improvvisamente avevo quindici giorni di tempo per imparare a fare un film: non sapevo come si facesse un film da professionista. La mia prima riunione di produzione è stata un bluff totale. Sono rimasto seduto, annuendo, senza sapere cosa cavolo stesse succedendo. […] Dato che io come regista ero stato imposto, la loro tecnica era quella di circondarmi di persone con molta più esperienza. Avevano ragione. Ivan [Reitman, il produttore, ndr] era impagabile; aveva già lavorato a produzioni a basso costo e sapeva cosa dovevamo fare, era cosciente della follia. […] All’improvviso, invece di provare una piacevole sensazione di fluidità e agio per il fatto di lavorare a un mio progetto, mi sono sentito goffo e impacciato. Mi stavano tutti tra i piedi; i primi piani erano della misura sbagliata; l’altezza della cinepresa era sbagliata rispetto alle facce; le riprese con il dolly costituivano continuamente un problema. Non riuscivo proprio ad ottenere il risultato che volevo, lo sentivo già sul set. Non potrò mai dimenticare la proiezione dei primi giornalieri. […] Nulla di quello che volevo era sullo schermo, nulla. […] Per fortuna è durato solo venti minuti, perché il girato del giorno seguente era migliore, così come quello del terzo giorno, man mano cominciavo a vedere alcune sequenze che mi sembravano buone. […]
Abbiamo usato dei semplici palloncini per simulare le contorsioni nel petto di Allan Migicovsky. Non penso che abbiamo usato dei profilattici (ora comuni) in quell’occasione: solo palloncini montati in sequenza che scoppiavano uno dopo l’altro […]. Ho visto lo stomaco di qualcuno muoversi a causa della tensione, somiglia a qualcosa che sta cercando di uscire. Questo è molto erotico: qualcosa di vivo è dentro di te. […] Shivers è un film molto genuino, genuino e naif. […] Così quelle immagini fluivano direttamente dalla mia immaginazione allo schermo prive di censura, in parte anche perché John Dunning mi aveva capito veramente. Gli piaceva molto quello che facevo; aveva un meraviglioso e contorto senso del cinema. […]
Avevamo spostato l’intera produzione nei grattacieli di Nuns’ Land, che sarebbero diventati il residence “Starliner Towers” dove si svolge il film. L’unica soluzione che potevamo permetterci, affinché io vivessi là, era che il mio appartamento avesse anche la funzione di laboratorio degli effetti speciali. […] Tenevo nel frigorifero delle sanguisughe, perché inizialmente avevamo pensato di usare sanguisughe vere per i primi piani dei parassiti. Le nutrivo con carne cruda. Un giorno quelli della troupe hanno alzato la temperatura del frigo per raffreddare le birre e le mie sanguisughe sono morte congelate. La passione per i parassiti veniva dalla mia infanzia, dall’interesse per il microscopio e gli insetti. Quando ero piccolo, la maggior parte degli altri bambini non era interessata a guardare una mantide religiosa che mangia un grillo. Per me quella scena conteneva decisamente qualcosa di più della semplice bellezza, così come sotto il microscopio vedi cose che ti appagano sia visivamente che intellettualmente. Molta gente non capisce questa reazione. […]
La maggior parte degli effetti erano realizzati con il montaggio e le tecniche più semplici possibili. Quando l’insetto sta annusando intorno allo scarico della vasca da bagno, c’era Danny Goldberg, l’aiuto regista, a manovrarlo da sotto, era un po’ come quei piccoli pupazzi che si muovono con le dita.
Non avevamo soldi per pagare le sale di posa così abbiamo messo degli annunci negli ascensori, chiedendo alle persone di metterci a disposizione i loro appartamenti per le riprese. Guardavamo gli interni e dicevamo: “Sì, questo personaggio potrebbe vivere qui”. […]
I critici francesi hanno visto Shivers come un attacco allo stile di vita borghese e al suo concetto di moralità e sessualità. Hanno percepito la gioia con cui facevamo a pezzi tali idee. Vivendo a Nuns’ Land, noi tutti avevamo voglia di ridurre quel posto a brandelli, e correre nudi, gridando per i corridoi. […]

da Il cinema secondo Cronenberg, di Chris Rodley, edizione italiana Pratiche Editrice (attualmente fuori catalogo).
[Modificato da |Painter| 10/06/2010 18:45]
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Cerca nel forum

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:04. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com