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RECENSIONI - Rassegna Stampa

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2012 19:34
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Sesso: Maschile
05/10/2007 18:02


RASSEGNA STAMPA


A Toronto, nell'Istituto Somafree of psychoplasmics, lo psichiatra Raglan pratica una terapia – in bilico tra l'ipnosi e lo psicodramma – che si propone di portare i corpi dei pazienti a esprimere, eliminandole, le pulsioni aggressive (la rabbia) che li minano. I genitori separati di Nola Carveth, una delle sue pazienti psicotiche, e poi la maestra di sua figlia Candice sono assassinati da mostriciattoli nani privi di denti, ombelico, organi genitali. Il 5° film del canadese D. Cronenberg (“È la mia versione di Kramer contro Kramer”) ha un impianto drammaturgico classico, fondato sulla tensione e il progressivo svelamento del mistero sino al terribile epilogo. Prima della mostruosa esplosione del fantastico, il racconto, impregnato di una inquietante atmosfera psichica, è di una logica ineccepibile.
Il Morandini 2007 (Zanichelli)



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Primo film di Cronenberg a disporre di un cast all’altezza (Samantha Eggar e Oliver Reed non sono certo i primi venuti, anche se poi il vero protagonista è il più modesto Art Hindle), e primo a concedere qualcosa al cinema per le grandi masse (si vedono sangue, violenza e un paio di buoni effetti speciali). Ma l’approccio di Cronenberg resta comunque personalissimo, non immediato e in possesso di un fascino unico (dato qui anche dall’uso di una fotografia gelida più dei paesaggi canadesi in cui è immersa). La storia, a ben vedere, è semplice e facilmente riconducibile alla visualizzazione di concetti chiari: in The Brood Oliver Reed è a capo di una clinica che si occupa di “psicoplasmica”, cioè dell’esteriorizzazione del dolore: i pazienti soffrono e si producono sul corpo piaghe che testimoniano i loro drammi inconsci. Una teoria affascinante, che è poi la sintesi dell’ossessione cronenberghiana per la malattia “impossibile” ricercata da cliniche e case di cura misteriose (che appaiono fin dai primi cortometraggi, Stereo e Crimes of the Future). Si ha l’impressione di osservare un film insolito, che si prende tremendamente sul serio anche nell’affrontare sintomatologie e patologie “assurde”. Ma non si tratta propriamente di fantascienza, è più un percorso psicanalitico tradotto in immagini e a cui viene data una forma di “storia” per risultare fruibile anche da un pubblico di “non eletti”. E così si “normalizza” pur restando comunque interessante, originale. Certo come gran parte dei cosiddetti Autori anche Cronenberg indulge in qualche divagazione eccessiva che rallenta il ritmo, e in definitiva The Brood è noiosetto.
davinotti.com



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Toronto. Il professor Raglan ipnotizza i suoi pazienti, li inchioda con interrogatori, li tortura. Nola, la malata di cui il professore è innamorato, ha scoppi di violenza inaudita. La donna odia i genitori e la maestra della figlia (rea di aver mostrato simpatia per il marito): tutti e tre muoiono a breve distanza, assassinati con incredibile ferocia: non può essere una combinazione. Il marito di Nola indaga: la chiave del mistero, guarda caso, è nella clinica di Raglan. Finirà in un massacro. Thriller dal ritmo selvaggio, ben diretto e ben interpretato.
Il Farinotti 2007 (San Paolo Editore)



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[…] Più che affondare la lama nell’horror, in questa terza sua regia il regista canadese dà spazio allo scavo psicologico dei personaggi. Il film si apre con una seduta che si svolge in una sorta di palcoscenico dove i pazienti, spettatori/attori, assistono alle sedute condotte dal dottore. Raglan inizia a stuzzicare Mike e gli chiede di mettere fuori la propria rabbia contro il padre. […] Mike aprirà la vestaglia e mostrerà il corpo offeso e martoriato dagli innumerevoli segni di automutilazioni.
La psicoplasmica è una tecnica dal grande impatto spettacolare che si ispira allo psicodramma e attira come una calamita l’attenzione dello spettatore. Lo stesso Raglan, descritto per tutto il film come una creatura luciferina e perversa, sul finale si riscatta, sacrificando la propria vita per salvare Candice dalla furia distruttiva della madre. Nola è invece descritta come una donna incapace di controllare i propri aspetti distruttivi, vittima di una madre che la picchiava e di un padre passivo e anaffettivo. Cronenberg ci offre una prova della sua straordinaria capacità visiva quando ci propone il surreale parto della protagonista e poi le mostruose creature, telecomandate dalla mente malata di Nola, che saltano giù dai lettini per assalire Raglan. Da mozzafiato lo splendido finale, con la macchina da presa che zooma su due gocce sopra le braccia di Candice che la condanneranno (forse) a una terribile esistenza. Oliver Reed, attore maledetto del cinema inglese degli anni Sessanta, piazza ogni tanto qualche ghigno malefico.
Ignazio Senatore, Psyco-Cult, Centro Scientifico Editore, 2006



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Al Somafree Institute di Toronto, clinica psichiatrica d'avanguardia, il dottor Raglan sperimenta sui pazienti la "psicoplasmica", una terapia innovativa tesa alla rimozione delle turbe aggressive mediante la loro piena esternazione. La cura non rifugge da metodi di coercizione psicologica e fisica, e Frank Carveth, ex marito di Nola che è in osservazione da Raglan, teme abbia per conseguenza una involontaria violenza riflessa sulla figlioletta Candy. Riuscito vano il tentativo di sottrarre la moglie al medico, nei confronti del quale ella è in una evidente posizione di dipendenza psicologica, Frank assiste impotente alle inspiegabili uccisioni della suocera Juliana e di Ruth, maestra della bambina. Responsabili dei delitti sono piccoli, spaventosi umanoidi nati per partenogenesi da Nola durante l'ormai incontrollabile materializzazione delle sue rabbie più riposte. Scoperta l'orribile verità, Frank strangola la moglie. L'incubo sembra finalmente terminato, ma sul braccio della piccola Candy si intravvedono due strane, sospette escrescenze...
Le scenografie opprimenti, gli arredi essenziali, le venature dei legni, le luci impostate su dense tonalità rossastre creano un singolare parallelismo tra architettura, oggetti e corpo umano, tra istinto primordiale e logica scientifica. Il dialogo e le situazioni in cui si muovono i personaggi alludono continuamente ad un interscambio di personalità, ad un reciproco riversarsi addosso responsabilità, gelosie ed ansie esistenziali. La clinica del dottor Raglan è una sorta di palcoscenico nel quale i pazienti sono protagonisti e spettatori, tra psicoanalisi e psicodramma. Una specie di rappresentazione dentro lo schermo che sviluppa puntuali riferimenti a classici del cinema e della letteratura fantastica: l"Id" che prende corpo, e il nome della scuola di Candy - la Krell School - rimandano al Pianeta proibito; il cappottino rosso dei nanerottoli assassini, alle agghiaccianti visioni di morte di A Venezia... un dicembre rosso shocking; i nomi Frank e Juliana citano i personaggi della Svastica sul sole di Philip K. Dick; il tema della minaccia proveniente dal bambino mostro e il finale aperto si riallacciano alla tradizione fantascientifica inglese, da Il villaggio dei dannati in poi. Cronenberg ha definito il film scherzosamente come la sua personale versione di Kramer contro Kramer. Reintitolato, in una edizione video italiana, The Brood - La setta.
Fantafilm.net, a cura di Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis



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C’è a Toronto un certo dottor Raglan che fa strani esperimenti nel suo Somafree Institute of Psychoplasmics. A partire da tecniche ipnotiche, come la psicoanalisi che discende da Charcot, l’ambiguo scienziato domina sadicamente i suoi pazienti fino a far insorgere sulla loro pelle orrende piaghe psicosomatiche. Ma quali sono i limiti della furia che ciascuno di noi si porta dentro? Affidato a un buon attore come Oliver Reed, il personaggio di Raglan si rivela un fabbricante di mostri della classe di Jekyll e di Caligari, però con una debolezza: la passione segreta per la sua paziente Noia Carveth (Samantha Eggar). Segregata nella clinica la donna non vede più suo marito Frank (Art Hindle) e solo nei weekend la figlia Candice di cinque anni. Quando però Frank scopre sul corpo di Candice i segni di gravi sevizie, la spirale diabolica è avviata. L’uno dopo l’altro vengono massacrati il padre e la madre di Noia, nonché una giovane maestra dell’asilo che aveva mostrato simpatia per la bambina. Gli assassini sono degli orribili nanetti, che a un esame clinico risultano privi di ombelico, letteralmente «creature mai veramente nate». Da dove vengono? Quanti sono? Chi li manda? L’idea che le furie dell’Es possano incarnarsi in una masnada selvaggia, miracolosamente in bilico fra la psicoanalisi e il fantastico, è la cosa migliore del film, che per il resto indulge all’orrore spicciolo delle piaghe purulente e delle mostruosità fabbricate su misura.
Tullio Kezich, Il nuovissimo Mille film. Cinque anni al cinema 1977-1982 (Mondadori)



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Nola Carveth è ricoverata in un ospedale psichiatrico dove si sperimenta una terapia che prevede colloqui clinici che sembrano una via di mezzo tra una seduta di ipnosi e una forma di teatro. È il Dr. Raglan, direttore della clinica, a seguire personalmente i pazienti e a cercare, durante le sedute, di far loro esorcizzare i propri demoni.
A Frank, marito di Nola, non è permesso vedere la moglie, ma quando scopre segni di violenza sul corpo di sua figlia subito dopo che la bambina è stata a visitare la madre, capisce che la terapia non sta portando miglioramenti e decide di prepararsi a ingaggiare una battaglia legale con Raglan; le sue ricerche lo portano a un ex paziente della clinica che sembra avere le prove che la terapia del dottore causi lo sviluppo di strane masse tumorali.
Nel frattempo in città cominciano ad aggirarsi bambini deformi che uccidono una dopo l'altra tutte le persone che hanno conti in sospeso con Nola; queste creature sono tra l'altro prive di ombelico, il che comporta che non possono essere nate da un parto convenzionale.
Come spesso accade nell'opera di David Cronenberg il tema del corpo e del suo farsi altro da sé riveste un ruolo centrale; è però interessante osservare come in questo film la genesi del diverso faccia a meno di quel movimento di penetrazione che caratterizza molte altre pellicole (mosche che entrano in capsule per il teletrasporto, metallo che lacera la carne, orifizi artificiali collegati a calcolatori biologici, piretro iniettato nelle vene...): qui abbiamo una donna che ingravida sé stessa con la propria paura e la propria rabbia fino a dare forma corporea a queste emozioni prestando loro la propria carne. Il risultato è che ci si trova di fronte a una lettura singolare e conturbante di concetti come quelli di maternità e responsabilità.
A questo si aggiunge il fascino inquietante dei bimbi deformi assassini (notevoli le sequenze del mostriciattolo che fugge lasciando le impronte delle manine insanguinate sulla ringhiera di legno bianco della scala e quella del massacro della maestra dell'asilo davanti ai suoi alunni terrorizzati) e la repulsione che si prova nell'assistere alla loro genesi.
In definitiva The Brood è un film che può soddisfare palati diversi, dal fan di Cronenberg all'appassionato di horror in senso lato, in cerca di un brivido o di atmosfere malsane.
Enrico Viola, horrormagazine.it



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Quinta pellicola di Cronenberg, The Brood contiene già quella che è tutta la sua tematica: la trasformazione del corpo che tenta di dar vita e di estendere le proprie pulsioni e istinti più reconditi è la principale. Vero e proprio horror, questo film riesce ad impressionare non soltanto con l’alto impatto visivo di alcune immagini davvero forti, ma anche per il messaggio insito in esse, davvero molto profondo e di non facile comprensione e lettura. Possono i nostri desideri più reconditi, i nostri istinti, le nostre paure ataviche, trasformarmi in qualcosa di pericoloso, farci compiere azioni inaspettate, proiettarsi nella realtà? Cronenberg ne è convinto, tanto da dare vita a queste pulsioni con un vero e proprio parto dal quale nascono dei nanetti deformi, che altro non sono se non l’estensione della nostra mente e dei suoi anfratti più reconditi.
Nola (l’agghiacciante Samantha Eggar), affetta da turbe psichiche si rivolge al famoso Dr. Raglan (l’enigmatico Oliver Reed) che sta studiando una nuova pratica psichiatrica da lui chiamata “psicoplasmica”. Ogni volta, a seconda del paziente, interpreta alla perfezione il ruolo di una persona da questi temuta, odiata. Un padre severo, una madre violenta, un marito assente. Tutto sembra andare per il meglio, se non fosse che Frank, il marito di Nola, comincia a vedere degli strani segni sul corpo di sua figlia Candice, che si reca ogni week-end a fare visita a sua madre. Insospettito, decide di non fare più andare la sua bambina dalla mamma, ma Raglan si oppone strenuamente, aumentando ancora di più il sospetto. Da questo momento in poi cominciano a susseguirsi numerose tragedie: la nonna di Candice, Juliana viene assassinata nel suo appartamento da una strana creatura. Il suo ex-marito, Barton accorso alla notizia, non tarda a fare la stessa fine per mano della stessa stranissima creatura: un piccolo nanetto dalle sembianze deformi. Nel frattempo Frank, quasi disperato, chiede aiuto alla maestra della piccola Candice, Ruth che non si tira indietro e si prodiga per aiutare la bambina e il suo papà. Ma, mentre una sera tiene compagnia alla bambina, riceve una strana telefonata minacciosa da parte di Nola e il giorno dopo, mentre fa lezione ai bambini, viene assalita da due delle strane creature e brutalmente assassinata.
I morti cominciano ad essere troppi e Frank si reca da alcuni ex pazienti del Dr. Raglan, per saperne di più. Questi sono tutti affetti da alcune malattie, come il tumore e i loro corpi sono ricoperti da orrendi bubboni. Nel frattempo, anche lui viene assalito da una creatura, ma riesce a difendersi e a farla fuori. In questo modo riesce a farla esaminare da alcuni esperti e la scoperta che ne scaturisce è agghiacciante: queste creature sono prive di ombelico e quindi probabilmente non sono mai nate.
Frank continua a brancolare nel buio, ma quando sua figlia Candice scompare (rapita dalle due creature che hanno ucciso Ruth), si reca risoluto nel casolare del Dr. Raglan per ottenere risposte, ma soprattutto per riavere sua figlia. Una volta arrivato, davanti ai suoi occhi si para l’inaspettata e tragica verità e grazie a due estremi sacrifici, riesce a trarre in salvo la piccola Candice.
La covata malefica è proprio il classico film cronenbergiano, suadente, affascinante ma al tempo stesso pauroso ed insinuante. Comincia in una maniera folgorante: due persone sedute su un palco recitano come se fossero a teatro con una platea completamente ammutolita come pubblico. Ben presto comprendiamo che non si tratta affatto di due attori, bensì del magnetico Dr. Raglan e di uno dei suoi pazienti affetto da turbe psichiche. Ma l’abile e navigata mano del regista ci offre molte di queste scene che rimangono impresse per la maestria con la quale sono girate, ma soprattutto per l’ampia dose di sensazioni (che possono andare dall’orrido al sensazionale) che riescono a trasmettere: come quella dell’omicidio di Ruth davanti a dei bambini che non riescono a reagire rimanendo inermi a guardare la loro maestra morire dissanguata o quella dell’omicidio di Juliana per mano di quel mostriciattolo armato di matterello, o quella (la più forte di tutte) di Nola che si strappa a morsi una placenta mostruosa fuoriuscitale dall’addome, per partorire un’altra delle sue creature malefiche.
Particolarmente interessante è la fotografia quasi completamente monocromatica, incentrata sui toni freddi, se non freddissimi che contribuiscono ad accrescere l’angoscia che man mano si impossessa di Frank e della piccola Candice, entrambi al centro delle ossessioni possessive di Nola. La colonna sonora è poi quanto di più indicato ci si potesse aspettare e riesce alla perfezione a sottolineare la tensione e il terrore che contrassegnano la pellicola e la sceneggiatura non ha intoppi e falli e scorre liscia mantenendo alta non solo la paura, ma anche l’interesse di conoscere la reale natura delle strane creature e soprattutto i destini dei protagonisti. Protagonisti tutti discretamente interpretati, soprattutto quello fondamentale di Nola che ha gli occhi sgranati e terrificanti di Samantha Eggar, che riesce a dar vita a tutte le più recondite pulsioni insite nel suo personaggio.
La covata malefica, dunque, non è semplicemente un film dell’orrore, ma è una pellicola che trasmette con classe con stile alcuni messaggi di non poco conto che continuano a martellare nella mente dello spettatore e farlo riflettere anche a distanza di tempo dalla visione.
ale55andra.splinder.com



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Quarto lungometraggio di Cronenberg, The Brood, segna la fine del primo ciclo creativo del regista canadese, in tutti questi anni comunque fedele alle proprie tematiche come pochi altri, tanto da diventare uno dei punti di riferimento nel mondo dell’arte contemporanea in senso lato. Nel film in questione sono già presenti molte delle ossessioni del cinema di Cronenberg: i devianti tentativi di frange della scienza medica di modificare il processo evolutivo umano; l’intrinseca capacità del corpo umano di mutare in risposta a stimoli stressanti fino a manifestare vere e proprie malattie psico-somatiche; il nucleo familiare come groviglio generante angosce; la tematica della maternità difficile e quella della nascita traumatica; una certa fobia della procreazione e l’oscenità della riproduzione.
Sotto le apparenze di un horror di serie B si nasconde in realtà un gioiellino metacinematografico: favolosa l’idea della branca psichiatrica chiamata Psicoplasmica e messa in atto nel film dal dottor Raglan, sorta di pratica esorcistico/terapeutica incentrata sullo studio della capacità umana di manifestare sulla propria superficie o addirittura materializzare al proprio esterno i prodotti dell’ira, del dolore, del senso di colpa, della gelosia e della paura... The Shape of Rage... in pratica la manifestazione fisica della nostra rabbia, il metodo definitivo per scaricare le nostre pulsioni aggressive e le nostre tormentose tensioni. E’ evidente come la Psicoplasmica si venga a configurare come pratica analoga al fare cinema, straordinaria descrizione auto-riflessiva del lavoro di Cronenberg, incentrato fin dai primi film a materializzare immagini inerenti le interconnessioni, a volte spaventose, tra mente e corpo e tra carne e malattia. Ma molto interessante, a tal proposito, è riportare le parole di Cronenberg in un'intervista prestata a Chris Rodley, che ha la profondità cristallina di un filosofo: “...forse stiamo per cominciare una fase molto importante della nostra evoluzione, che io ritengo sarà principalmente fisica... Non penso che la selezione naturale, così come l’ha concepita Darwin, continui realmente a operare all’interno dell’evoluzione umana. Penso piuttosto che qualcosa tipo il disastro nucleare sia, forse, una parte naturale della nostra evoluzione. Può essere una strana filosofia, o forse no, ma il mio istinto sembra suggerirmi che siamo fatti per contaminare qualsiasi cosa, lo abbiamo già fatto, e che questo si rifletterà su di noi modificandoci... Dal principio del genere umano noi siamo certamente cambiati in senso psicologico; di fatto siamo anche cambiati fisicamente. Siamo fisicamente diversi dai nostri antenati, in parte per quello che ingeriamo, e in parte a causa di cose come gli occhiali e la chirurgia plastica. Ma c’è un ulteriore passo che potrebbe essere fatto, cioè quello di poter sviluppare un altro braccio, di poter realmente cambiare il proprio aspetto fisico, di compiere una mutazione... Sto parlando della possibilità che gli esseri umani diventino capaci di mutare fisicamente a loro piacere, anche se ci volessero cinque anni per completare la mutazione. La pura forza della volontà ci permetterebbe di trasformare il nostro io fisico”. E questo Cronenberg lo diceva venti anni fa...
Queste premesse, la “godibile” trama, attori indimenticabili come la Eggar /ape regina e il compianto Reed, uniti alla nervosa e inquietante colonna sonora ad opera di Howard Shore fanno di questo film un’opera assolutamente imprescindibile. Splendido finale, tra l’altro, con un sapore tipico del cinema horror di quegli anni, ben diverso dalle innocue storielle macabre per adolescenti brufolosi tipiche dei blockbuster horror dei nostri giorni. Va ricordato che con The Brood inaugurammo il 3 dicembre del 1995 la prima proiezione di mezzanotte di Scaglie. Gloria e Vita alla Nuova Carne!
“E’ stato fantastico scrivere The Shape of Rage! Sono sicuro che sarebbe un grande succeso editoriale. Ho sempre detto che se non sfondavo nel mondo del cinema potevo sempre aprire una clinica di Psicoplasmica a nord di Los Angeles. L’idea fondamentale della Psicoplasmica è che vengono realmente degli sfoghi cutanei alle persone quando sono messe in una condizione di forte stress; i muscoli si irrigidiscono sul serio” (David Cronenberg)
Potrebbe essere un'idea...
scaglie.blogspot.com



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Dopo gli eccessi gore dei suoi primi due film (Shivers - Il demone sotto la pelle, 1975 e Rabid - Sete di sangue, 1976), Cronenberg attutisce i toni con questo film "arredato" da un ambientazione invernale, fredda e statica che in qualche modo ricorda il suo successivo Inseparabili (1988). Questo si riflette in una maggiore presenza del dialogo e della caretterizzazione dei personaggi. Tutto il film si incentra su di essi tanto che, in quel freddo paesaggio, la presenza umana è rarefatta e non si vedono soggetti (a parte forse la scena nell'asilo) che non siano personaggi interpreti del film. Il film, più posato dei precedenti, risente in alcuni punti di una certa lentezza e di alcune piccole imprecisioni tecniche, come il microfono-giraffa in scena nel primo incontro fra Reed e Hindle. Nonostante il film all'inizio "voli basso" (ma la presenza della piccola e brava Candice, è già di per sè inquietante...), dopo qualche minuto, con l'avvento del primo assassinio, iniziamo a provare qualche brivido. Ottimi, invece, i momenti di tensione e vera paura del secondo omicidio, quello del nonno e la seguente entrata a casa di Hindle, lascio a voi scoprire cosa succede in seguito... Forte, in una scena successiva, più per l'idea che per la realizzazione, l'omicidio di fronte a dei piccoli alunni atterriti. Buona l'interpretazione della Eggar ma, soprattutto notevole quella del personaggio più marginale del povero e matto Hartog. Atipico il ruolo di psichiatra per Oliver Reed, attore noto per ben altre pellicole. La musica di Howard Shore è eccellente anche se a volte sembra un po' eccessiva ed invadente. Il finale del film è sicuramente degno e tipico di Cronenberg, regista ossessionato dalla carne e dalle sue mutazioni, e non scontenterà chi ha conosciuto questo artista per opere come eXistenZ (1999) o Inseparabili (1988). Con Brood, infatti, Cronenberg riesce a conciliare una denuncia-metafora dell'aggressività sociale e delle incarnazioni segrete e palpabili di quella, con il suo gusto per la fisicità, la carne, mettendo in essere un film che narra della deformazione di quest'ultima sotto l'urgenza e la spinta dell'aggressività. Un film, questo, che dovrebbe riuscire ad accontentare un pubblico abbastanza vasto, al di là della conoscenza del cinema dell'autore. Un buon horror, con un livello di tensione più o meno rarefatto, ma che, quando la tensione è presente, funziona bene e gli amanti del "salto sulla sedia" non dovrebbero rimanere delusi...sempre che il film lo si guardi da soli e non in centomila nella stessa stanza! Da consigliare (o da sconsigliare!) a chi teme sopra ogni cosa, nei film d'orrore, i bambini. Brood, come altre opere di Cronenberg, rappresenta, comunque, un cinema non adatto a tutti e non solo per le suddette scene "della carne"; questo regista si è, di fatti, ritagliato uno spazio nell'horror d'autore e le sue pellicole non sono mai di mero intrattenimento.
exxagon.it

[Modificato da |Painter| 17/09/2012 19:34]
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