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Le interviste a Cronenberg

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2013 15:25
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Post: 529
Sesso: Maschile
10/03/2013 15:25


LA MOSCA
LE INTERVISTE A CRONENBERG


Il signore delle mosche


Cosa ti ha inizialmente attratto del soggetto per La Mosca di Charles Edward Pogue?
Cronenberg:
La riconcettualizzazione rispetto alla premessa originale, l'idea della graduale trasformazione dello scienziato. Il film diventa proprio una metamorfosi, un genere di storia completamente diverso [...]. La Mosca di Pogue era ben fatto anche nei dettagli, molto interessanti e fisicamente corretti, e mi hanno subito preso. E' ironico, ma la roba che la gente definirebbe "più cronenberghiana" era già nel soggetto prima che io lo riscrivessi. La roba che pensano non provenga da me - personaggi e dialoghi - è essenzialmente mia. Spero che si noti.

Ti saresti mai aspettato di fare un film horror per Mel Brooks?
No, ma questa è la cosa divertente del business del cinema. Queste cose emergono di punto in bianco, creando legami inaspettati. Prima che facesse The Elephant Man non avrei detto che Mel Brooks fosse un ottimo produttore [...]. Nei nostri incontri per La Mosca volevamo assicurarci di pensare il progetto nella stessa maniera, in generale, e non farci illusioni sbagliate su cosa volevamo.

Dopo che i produttori ti hanno permesso di riscrivere La Mosca, quale dei punti deboli della storia hai affrontato per primo?
Pensai che i personaggi fossero troppo fedeli all'originale nel senso che avevano un sapore anni '50. Per esempio, c'era una sofferente e fedele moglie che stringeva le mani deteriorate dello scienziato. Sono troppo duro... era un po' meglio di così. In più si tentava di creare un cattivo. La storia non ne aveva bisogno. La cosa affascinante di La Mosca è il protagonista Brundle (Jeff Goldblum), che è sia il buono che il cattivo. E' molto più un Dr. Jekyll - Mr. Hyde che non un Dracula. E' entrambi in un solo uomo.

Avresti da ridire se La Mosca venisse definito un "film di mostri"?
La Mosca è la cosa più vicina che ho fatto a un film di mostri. In un certo senso lo è, c'è un mostro quindi non posso dire di no.

Ti è capitato di pronunciare la tua frase leggendaria "più sangue!" sul set?
In realtà ho detto "meno sangue" a un certo punto. Ho una nuova frase preferita con La Mosca: dovevo continuare a dire a Geena Davis di supplicare di più. Mi piace. "Più suppliche!" Ma uno dei tecnici della squadra di Chris Walas che lavorava a una sequenza sanguinaria mi ha chiesto se potevo fare la classica battuta. Quindi l'ho dovuto dire, "più sangue!"

Per certi versi, La Mosca non fa a meno di molto del ciarpame horror che offrivi nei tuoi primi film?
Non dico che non ci siano scene disgustose in La Mosca, perché ci sono scene molto forti ed è un film horror con elementi fantascientifici. Ma [ride] c'è anche una grande recitazione, dialoghi e caratterizzazione. Specie all'inizio del film; non c'è sangue dall'inizio alla fine. Non c'è niente del genere, anche se non mi spaventa il sangue. La Zona Morta era relativamente estraneo ai miei standard per via del tono. Ciascun progetto ha il suo tono, e non aveva senso imporre del gore in La Zona Morta perché era una storia di tipo diverso, un thriller psicologico piuttosto che un horror. La Mosca è invece un horror.

Ti ha sorpreso che alcuni dei film che Hollywood ti ha offerto dopo La Zona Morta hanno avuto una rispettabile accoglienza?
Ho ricevuto buone offerte per molto tempo. [...] Hanno capito che non sono un regista di genere. Ho avuto la conferma che mi ritengono semplicemente un buon regista, punto. Quelli che ne dubitavano hanno avuto la conferma, con La Zona Morta, che so dirigere gli attori, anche se io non ne ho mai dubitato, né gli attori con cui ho lavorato. In tutti i miei film c'è una buona recitazione, da qualche parte, nonostante la quantità di effetti speciali e i personaggi minori che non sono così buoni. Quelli che pensavano fosse così perché facevo solo film horror, con La Zona Morta si sono ricreduti. Persino Robert De Niro, che conosce molto bene Chris Walken, ha detto che La Zona Morta è il miglior film che Walken abbia mai fatto.

Pogue non ha proprio preso parte alla riscrittura? Ha visitato il set?
Pogue non era coinvolto nella mia riscrittura e non ha visitato il set. E' amico del produttore [Stuart Cornfeld] e sarebbe stato il benvenuto. Disse a Stuart che apprezzava la mia sceneggiatura, il che era molto generoso da parte sua. E' facile disprezzare qualcuno che riscrive il tuo lavoro. Lui non ha pensato che io avessi distrutto ciò che aveva fatto, solo che lo avessi ricucito secondo il mio gusto personale.

Come mai hai eliminato il personaggio di DeWitt dalla tua versione di La Mosca? [Nel soggetto di Pogue, DeWitt è un uomo d'affari che interferisce con gli esperimenti di Brundle cercando di rubare i telepodi, e viene mangiato dalla mosca.]
DeWitt era il cattivo, ma [...] non era giustificato che venisse ucciso dal protagonista. Mi sono liberato di lui e dei poliziotti ottimizzando la sceneggiatura.

In apparenza, come per Il demone sotto la pelle, Rabid, Brood e Scanners, anche La Mosca sembra dirci che l'uomo non dovrebbe giocare con l'ignoto e che gli scienziati e i dottori possono rendere la vita della gente davvero miserabile.
Non ho mai considerato questo come uno dei miei temi. Per me gli scienziati sono sempre degli eroi. Sono coloro che spingono ogni cosa oltre il limite. Esplorano, inseguono opportunità, si fanno del male e ne fanno agli altri, ma questo è quello che fanno gli esseri umani. Lo facciamo noi nelle nostre vite, culturalmente e socialmente. Quindi, non scelgo la professione del medico o dello scienziato per criticarla. E' solo qualcosa che la gente fa. Potevo tranquillamente fare di queste persone degli scultori, degli artisti, degli scrittori e sarebbe stato lo stesso. Essi tentano con cose pericolose. Io stesso mi considero così.

Seth Brundle perde la sua umanità e il suo corpo a causa della Mosca, proprio come Max Renn diventa parte della Nuova Carne e perde il senno.
Sì. Appena il protagonista inizia a trasformarsi fisicamente, si trasforma anche mentalmente ed emotivamente in qualcosa d'altro. Volevo esplorare cosa succede alla mente quando il corpo cambia e viceversa. Puoi cambiare l'uno senza interferire sull'altro?

Come volevi che sembrasse la Mosca stessa durante le varie fasi?
L'immagine iniziale, e una delle cose che io e i produttori abbiamo deciso di evitare, era che Brundle diventasse una mosca da una tonnellata. Sarebbe stato stupido fare di Brundle una mosca gigante, e fisiologicamente impossibile, anche dati per scontati gli elementi fantascientifici o horror. Sarebbe stato stupido quanto la testa del film originale, e non avrebbe funzionato così bene dal momento che non siamo più negli anni 50. Volevo dare per certo, come spiega Brundle, che lui si evolvesse in qualcosa che non è mai esistito prima, una vera fusione tra insetto e uomo che include elementi di entrambi. L'evoluzione della creatura era molto libera, cosa di cui Chris Walas è stato felice.
Anthony Timpone, Fangoria n.56, agosto 1986



***

La tua Mosca e La Cosa di John Carpenter sono lodati universalmente. Perché la scelta di un remake?
Ero scettico quando me lo proposero. Ma mi piaceva il fatto di ripensare all'unione tra un uomo e una mosca. Mi piaceva molto il modo con cui era stata concepita e descritta. Anche se ho apportato alcune radicali variazioni. Credo, in generale, che i personaggi e i dialoghi siano miei così come il concetto di mischiare il DNA, che non era stato scoperto all'epoca del film originale. Questo faceva molta differenza, in un modo che mi intrigava. Inoltre Mel Brooks [produttore] era molto disponibile, mi ha lasciato carta bianca senza preoccuparsi di quanto vicino fosse il mio film all'originale. Non stavo pensando a quella cosa mezza mosca mezza ragno. Mi suggerirono Vincent Price per il cast, in un piccolo ruolo, ma io dissi, “no, non capite, anche se ho grande stima di lui nell'originale, ucciderebbe completamente questo film!” [Ride] “Il mio progetto non è proprio questo”. Per fortuna, Mel era volenteroso – più che volenteroso – mi incoraggiava ad essere estremo nel mio approccio al materiale, perché si relazionava al soggetto. Era un dramma stressante, domestico. Una meditazione sull'invecchiamento e la morte. Puoi persino vederci la malattia e l'AIDS. In qualunque caso, è sempre la stessa cosa. Quello che accade al personaggio di Jeff Goldblum è un invecchiamento condensato. Ecco perché l'ho fatto. Per via di tutte queste possibilità che mi si aprivano.

Come sei arrivato a Goldblum? Sono stati i suoi occhi?
Avevo una manciata di attori prima di scegliere Jeff. Erano tutti spaventati dalla gomma. Erano attori rispettati e altolocati e, man mano che il film proseguiva, sapevano di doversi mettere delle applicazioni e così via, ed erano timorosi di non poter recitare con gli effetti speciali. Una cosa di cui Jeff non era per niente preoccupato. Confidava di poterlo fare. Era davvero entrato nella parte. Jeff non era il primo della lista, ma col senno di poi, quando un attore è adatto per il ruolo lo rende in un modo che nessun altro potrebbe. Poi ha funzionato benissimo perché Jeff è forte e fisico, e il ruolo lo richiedeva. Quindi non è stato per via degli occhi che pensavo a lui nei panni di Seth Brundle. Jeff è totalmente convincente come eccentrico e brillante scienziato, e da quel momento ha fatto quel ruolo molte volte. Perché ha un'intelligenza e un'eccentricità reali sullo schermo.

[…] Cosa ne pensi del sequel di La Mosca? E' stata una cosa dolorosa?
Non l'ho visto. Ho aiutato Chris Walas dato che era il suo primo film come regista. Avevo molto rispetto per lui e per i suoi collaboratori. […] Mi è parso strano, per esempio, che abbiano fatto una serie televisiva di The Dead Zone. Sono sicuro che anche a Kubrick sarà sembrato strano che avessero fatto la miniserie di The Shining. E il fatto che si sia parlato non solo di fare un remake di Scanners ma anche di Brood. Ci sono stati anche diversi sequel di Scanners, non ne ho visto nessuno e non ho niente a che fare con nessuno di essi. […]
G. Noel Gross, dvdtalk.com 2004



***

Cronenberg: [...] Aliens è costato più di 20 milioni di dollari [La Mosca 11 milioni]. La mia spesa più salata è stato il trucco e il tempo che richiedeva girare le scene complicate dagli effetti speciali. [...] Sono stati circa 72 giorni di riprese con la squadra al completo [...]. Girando in Canada ho calcolato un risparmio del 30% del budget originale.
[...] Per me La Mosca mette insieme alcuni elementi di La Zona Morta e Videodrome. Videodrome è stato il mio primo film per uno studio nel senso che uno studio era coinvolto sin dall'inizio [...]. Puoi trovare alcuni elementi in La Zona Morta che sono simili a Scanners o anche a Videodrome - l'idea di qualcuno che cambia fisicamente e psichicamente e, come risultato della maggior sensibilità verso certi aspetti della vita, viene improvvisamente emarginato dalla società, e questo è il tema che torna sempre fuori nei miei lavori. I personaggi erano alla mano, semplici, un po' ingenui, non così complessi, e questa era la sola generale differenza. Ma volevo farlo - non chiedermi perché, non è stato un tentativo premeditato di entrare nel mainstream, come si è detto. L'ho fatto sapendo che Stephen King era svalutato dalla mediocrità degli adattamenti, a quell'epoca [...]. In termini di regia, è facile capire quanto sia stata diversa l'esperienza. Il materiale era simile a ciò che faccio di solito, ma con un dettaglio diverso e io ero interessato a realizzare una semplice, tragica storia d'amore che coinvolgeva una figura di martire analoga a Cristo. E mi è piaciuto. Non facevo qualcosa che non capivo o per cui ambivo solo ai soldi. La Mosca lo sento più vicino perché non ho volutamente sovrascritto La Zona Morta con la mia personalità.
[...] Quando lessi il soggetto ero coinvolto con Dino [DeLaurentiis] in Atto di Forza, ma ci accorgemmo presto che stavamo pensando a due film di stampo diverso. Io avevo fatto 13 riscritture del copione originale di Dannon O'Bannon, quindi appena Mel [Brooks] venne da me con un'offerta seria per La Mosca fu un po' snervante, in un senso, dato che non volevo che si ripetesse la situazione di Atto di Forza. Ma Mel era d'accordo con me quando gli spiegai che non potevo fare quel copione così com'era, cioè rifare il film originale - pessimo melodramma e borioso horror, [...] avrebbe dovuto essere più terrificante, una vera metamorfosi. […] Come era accaduto per La Zona Morta, fui sorpreso dalla loro offerta ed egualmente sorpreso che volessero davvero darmene l'opportunità. Ciò che mi intrigava di più era il fatto che la storia fosse molto intima. Parlava di uno scienziato e della sua ossessività inventiva, del suo incontro con una ragazza la quale lo completa e gli permette di fare il salto creativo. […]
Allan Jones, Starbust 1987



***

Questo film appare ferocemente romantico, tu hai detto che rappresenta più l'invecchiamento che la cultura dell'AIDS.
Sì, a quel punto avevo fatto già due film che avevano come motore una malattia sessuale, quindi non era un territorio inusuale per me, ma il sottotesto di The Fly per me era più forte dell'AIDS. Voglio dire, c'erano malattie sessuali prima dell'AIDS e ci saranno dopo che l'AIDS sarà sconfitto, ma il punto è che ci sarà sempre qualcosa in più. Non è che l'AIDS non abbia avuto un forte impatto su tutti e di certo la gente ha iniziato a vedere storie di AIDS dovunque, quindi non mi offendo se qualcuno la vede anche nel mio film. Per me, però, c'era qualcosa nella storia di The Fly che era più universale: invecchiamento e morte – qualcosa con cui tutti dobbiamo confrontarci.

La vita come malattia fatale trasmessa sessualmente.
Sì. The Fly è una sorta di versione condensata dell'invecchiamento e, credo, il potere emotivo deriva da lì. Se tu o la tua amante avete l'AIDS, vedi il film e ci vedi l'AIDS, per forza, ma non devi vivere quella situazione per rispondere emotivamente al film e credo che stia lì il suo potere. La storia d'amore, ovviamente, anche se non è ampiamente sviluppata, è toccante per via del talento degli attori, che sono eccentrici – di sicuro la storia d'amore aggiunge una certa emozione.

Era forse incrementata dalla vera storia romantica, dietro alle telecamere, tra Goldblum e la Davis?
Be', di sicuro sì. Voglio dire, entrambi erano professionali ma è una questione di alchimia, ed è vero, c'era. Parli di “romanticismo” non nel senso del movimento poetico, vero?

Certo – amore intenso tra due persone, non “il sublime”.
Sì, esatto – non credo di star cercando proprio “il sublime”.

Parlami degli insetti: dai parassiti alle mosche ai ragni.
La gente ama pensare a forme di vita aliene, è affascinata dalla possibilità di andare su altri pianeti e trovare vita aliena, ma abbiamo i tipi di vita più alieni qui sulla Terra. In effetti è il solo posto dove credo che possiamo trovarli – siamo soli nell'universo e dovremmo rassegnarci. Quindi vedere una forma di vita così inumana è illuminante per definire l'essere umani. Ecco cos'è interessante per me e cosa affascina i bambini nei confronti degli animali in generale – c'è vita in altre forme ed è una affascinante intuizione su cosa significa essere umani.
Walter Chaw, filmfreakcentral.net 2003

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