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Le interviste al cast artistico e tecnico

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2012 13:59
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Sesso: Maschile
17/11/2012 13:59


IL PASTO NUDO
Interviste al cast artistico e tecnico



William Burroughs:
Ho apprezzato molto quello che [Cronenberg] ha fatto, anche se è diverso da ciò che avrei fatto io. Cronenberg ha fatto notare che si sarebbero potuti fare 400 diversi film da Pasto Nudo e questo vale per gran parte dei romanzi. Ti devi concentrare solo su un tema. La sua sceneggiatura ci va giù pesante con gli effetti speciali. Ha preso un aspetto e lo ha messo in scena, l'intera questione del pericolo di diventare uno scrittore. Tutte le droghe nel film sono inventate, dunque non puoi definirlo un film sulla droga. Il sesso non è mai esplicito, ma simbolico. Ha evitato questi rischi. […] Ammiravo il suo lavoro da un certo tempo. E' una nuova meticolosità per i film horror. Gli effetti speciali di La Mosca sono la prima cosa che mi viene in mente. Ha un tocco di fredda precisione che penso sia unico. Puoi dire che è un film di Cronenberg dopo pochi minuti che lo vedi. […] Da quello che ho visto del suo lavoro penso sia l'unico ad avere colto l'essenza di ciò di cui parla Pasto Nudo. Non riesco a pensare a nessun altro come lui che potesse fare Pasto Nudo. […]

Carol Spier (production design):
Dovevamo andare a Tangeri per un paio di settimane di riprese, avevamo trovato le nostre locations. Quando iniziammo a progettare, iniziò la Guerra. Per fortuna avevamo fatto molte fotografie, avevamo riferimenti agli stili architettonici, colorazioni e motivi. Il mio art-director, James McAteer, ci rimase per un giorno in più a scattare centinaia di foto, mentre io volavo a Londra per un incontro. Si sono dimostrate inestimabili. […] L'immagine divenne una questione più interna. Ogni cosa che accade al protagonista è mentale. Le scene esterne divennero più interne. Le spiagge erano all'interno di un edificio. Le scene in strada divennero più piccole nell'obiettivo. Non sapevi se era New York o Interzona. In realtà il protagonista non lascia mai New York, solo crede di essere in un luogo esotico. […]
Con David puoi stilizzare fino a un certo punto. […] Gli piace che le cose abbiano un'apparenza normale, realistica. Abbiamo stilizzato in modo lieve, niente dipinti o angoli caotici. Abbiamo cercato di far sembrare le scene reali, ma con una sorta di confine. E' reale ma è qualcosa di cui non puoi essere proprio sicuro. […]
So cosa gli piace e cosa no. In certe situazioni potrei scommettere su cosa gli serve. Cose come i colori, il modo in cui l'azione viene messa in scena. So che cerca di riprendere a 360 gradi, quindi cerco di permetterglielo. Condividiamo una certa sensibilità mentale. Non devo rivolgermi a lui spesso come quando iniziammo a lavorare insieme.

James Isaac (effetti speciali):
A disegni terminati, siamo andati a Toronto e ci siamo seduti con David in una stanza d'albergo. Abbiamo tirato fuori tutti i disegni e i modelli, uno a uno, e David ci ha detto “sì, questo mi piace” oppure “no, questo lo cambiamo”. Dopo quel meeting avevamo l'aspetto delle creature. […] [David] era sempre molto brillante su quello che voleva. […]
Dato che nel film appare spesso [l'insetto-macchina da scrivere], hai la sensazione che sia un vero personaggio. E' la macchina di Weller, ma gli parla, gli dà consigli, gli dice cosa fare. Diventa un suo amico. Dovevamo fornirle un costante movimento. Dovevamo assicurarci che i burattinai muovessero ali e mandibole nello stesso modo ogni volta. Doveva avere le sue piccole idiosincrasie. Volevamo darle più che il semplice movimento. […]
David e io abbiamo discusso del tono di voce dei Mugwump e del modo in cui si muovevano. Fanno movimenti predefiniti e questa mancanza di agilità li rende più potenti. […] C'era un attore sul set che leggeva le battute del Mugwump, in un microfono. Il burattinaio poteva ascoltarle e cercare di far corrispondere i movimenti nel miglior modo possibile. Io ero sul set, con le cuffie addosso, e dicevo cosa fare al burattinaio. Ci sono voluti quattro o cinque take perché riuscisse. Il nostro scopo era di avere almeno un movimento perfetto in ogni sezione. Non volevamo che David fosse costretto a tagliare sul Mugwump solo perché non era sincronizzato. […] Peter [Weller, l'attore protagonista] non ha mai avuto problemi con i pupazzi. Li ha trattati come fossero attori. […]
Una parte del timore, quando hai tutti questi effetti speciali, è che il film possa impantanarsi. I registi pensano che facciano ritardare le riprese, che nulla funzioni a dovere. Noi abbiamo assicurato che niente si sarebbe rotto e che sarebbero stati pochissimi i problemi coi pupazzi. Prima di ogni scena, David e io discutevamo il modo in cui la creatura doveva recitare, cosa avrebbe dovuto fare, proprio come per un attore. […] Più tardi David faceva aggiustamenti, del tipo “facciamo che il Mugwump guardi Peter all'inizio della battuta”, o “Girategli la testa un po' più veloce su quella battuta”.
[…] [Gli insetti-macchine da scrivere] erano interamente meccanizzate, ma una aveva più movimento nelle gambe rispetto alle altre. L'addome era un pupazzo a mano, lo abbiamo usato spesso. Le altre erano state fatte per scene specifiche. Una per saltare giù dal tavolo, un'altra per camminare sul pavimento, una per colpire la porta. […]
Peter [Suschitzky, direttore della fotografia] ha fatto un lavoro fenomenale con le creature, arricchendo i colori che avevamo dato loro. Era difficile perché Peter usa luci molto definite, con gruppi di luce e ombra. Se spostavamo la creatura, andava fuori dalla sua luce. Il Mugwump era difficile da illuminare per Peter. Abbiamo dovuto farlo noi un paio di volte perché lui non era soddisfatto del colore o della sua luce. C'è molta oscurità, con i volti degli attori metà in ombra.
Carol [Spier, production designer] voleva creare qualcosa che fosse visivamente bello, allo stesso tempo pensando alla sua praticità. Sapeva che ci sarebbe stata una squadra di burattinai sotto qualunque cosa avesse progettato. Ha finito per disegnare circa 15 diverse superfici di tavoli per le scene che contenevano creature. […] Il set era costruito secondo le nostre specifiche. Tutti hanno lavorato insieme per poter essere sicuri del risultato.
[…] [Roy] Schneider aveva la maschera [di Fadela] sul volto e applicazioni sul torace. Era completamente ricoperto […]. Sono state necessarie due ore per metterglielo, e lui era cieco là dentro. Dovevo camminare con lui sul set, metterlo in posizione per iniziare a recitare. Non è stato facile per Roy. Se sbagliava una battuta o faceva un qualsiasi errore, la scena era rovinata e mezza giornata di lavoro partiva. Abbiamo fatto tre take della scena ma andava bene già alla prima. E' stato splendido. […]
[Cronenberg] sa come tirar fuori il meglio da queste creature. Sa come riprenderle e ne conosce i limiti. David ascolta la gente, ma non è insicuro. Conosce la sua visione, quindi se io ho un suggerimento interessante per una ripresa, o qualcosa sulla creatura, lui sa che non sto invadendo il suo territorio. Sto cercando di aiutarlo a rendere ancora migliore il film. E' stato davvero un grande piacere lavorare con lui.
Gary Kimber, Cinefantastique aprile 1992



***

Peter Weller (attore):
Pasto Nudo è il miglior film che ho fatto da parecchio tempo. […] Ho letto il libro diverse volte perché ero toccato profondamente dallo stile di Burroughs: lampi poetici diversissimi da tutto ciò che ho letto prima. Mi sono sentito vicino all'aspetto impertinente e satirico. Quando ho iniziato a lavorare come attore, all'inizio degli anni '70, mi sono detto che avrei voluto farne parte se qualcuno avesse voluto farne un film. Ma avevo pensato che l'unico modo per trasportare l'universo di Burroughs sullo schermo sarebbe stato attraverso l'animazione. […] Quando [Mark Irwin] mi ha detto che Cronenberg stava lavorando sulla sceneggiatura di Pasto Nudo, mi sono così esaltato che quasi sono caduto nella mia armatura da Robocop! Poi ho scritto a Cronenberg chiedendogli se gli interessavo per una parte nel film. Ho dovuto aspettare otto mesi per avere una risposta. David ha chiamato chiedendomi di incontrarlo a New York. Poi tutto è accaduto velocemente, perché sono stato fortemente impressionato dalla sua sceneggiatura e avevo una gran voglia di farne parte. […] E' veramente stupenda la sceneggiatura di Cronenberg. L'idea di usare la morte della moglie di Burroughs è brillante, perché questo evento ha segnato davvero l'inizio della sua carriera di scrittore. David ha capito esattamente come mescolare la biografia di Burroughs, il suo universo e parti del libro. Il film è molto vicino alla prima sceneggiatura che ho letto. David ha solo eliminato alcune scene di sesso che erano troppo esplicite per essere inserite il film. […]
Le riprese erano programmate a Tangeri, per le locations esterne. Ma per via della Guerra del Golfo, siamo stati obbligati a cancellarle e girare tutto il film a Toronto. Eravamo tutti un po' delusi, ma credo che David sia più a suo agio lì. E' un po' come Woody Allen, che lavora solo a Manhattan. Gli piace stare nella sua città ed essere vicino alla sua famiglia. […] Ho incontrato [Burroughs] per la prima volta a Los Angeles. Abbiamo passato due notti a parlare e parlare. Mentre lavoravo al mio personaggio, gli ho scritto molte lettere prima di rincontrarlo sul set. E' molto esile fisicamente, ma sempre molto intelligente e pieno d'idee. Mi ha affascinato ed è stato di grande aiuto con le sue storie. Ho usato parecchi dettagli della sua vita personale per creare William Lee. David e io ne siamo orgogliosi, perché lui ha apprezzato ciò che abbiamo fatto con il suo libro. E' stato di supporto per tutto il tempo e pensa davvero che lo spirito del suo lavoro sia anche nel film. […]
Pasto Nudo è stato facile nonostante gli effetti speciali progettati, perché molti di essi sono stati fatti dal vivo sul set. Quando stavo facendo Unknown Origin, per esempio, non ho mai visto un ratto per tutta la durata delle riprese! Ero obbligato a tentare di immaginarmelo. In Pasto Nudo ogni cosa era davanti ai miei occhi: le macchine da scrivere c'erano davvero, e potevo parlare con loro come con un altro attore. […] Chris [Walas] […], anche se non lo conosco di persona, lavora in modo fantastico. […] David è il migliore. Un uomo docile e dalla parlata tranquilla che non alza mai la voce, ma che sa esattamente cosa vuole e il modo in cui la vuole. Ha una forza interiore incredibile, e ascolta sempre le tue idee. E' semplicemente meraviglioso – come essere umano e come regista. […]
Bill Lee è un ruolo molto complesso. E' un uomo invisibile, un osservatore, un personaggio intrappolato nel suo stesso destino che sente di doverne scrivere mosso da forze che non comprende. Pasto Nudo è stata un'esperienza che mi ha arricchito. Grazie a questo film ho imparato tantissime cose sul mio lavoro e su me stesso. […]
Abbiamo pensato che solo i fans di Burroughs lo andassero a vedere, ma si è interessata molta altra gente – il che è stata ovviamente una bella sorpresa. Forse è stato perché hanno capito che il film è molto più di una storia di omosessualità e droghe; parla di opportunità perse, della morte di una persona amata e delle difficoltà del processo creativo. Questi temi attraggono molta gente che ne è toccata. Anche i critici sono stati abbastanza lodevoli. Gli unici che non hanno apprezzato Pasto Nudo hanno detto che è orribile, ammettendo che non lo hanno capito!
Caroline Vié, Fangoria 1992

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