I figli d'arte sono all'altezza dei genitori? Vieni a parlarne su Award & Oscar.
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Le interviste a Cronenberg (pt.1)

Ultimo Aggiornamento: 16/04/2013 21:10
OFFLINE
Post: 529
Sesso: Maschile
04/11/2012 15:10


PASTO NUDO
LE INTERVISTE A CRONENBERG
PARTE 1


Un viaggio oltre la realtà


Pasto Nudo è diverso dai tuoi film horror. Pensi che i fan lo noteranno?
Cronenberg:
Ci sono già passato con La Zona Morta perché non aveva effetti speciali e non era gore. La gente che ha adorato Videodrome, con le sue allucinazioni e i suoi effetti, probabilmente troverà questo un po' più simile rispetto, diciamo, a Inseparabili. I miei veri fan sanno che sarà alquanto strano come film.

Il libro Pasto Nudo di William Burroughs è stato sempre definito infilmabile. Come mai lo hai scelto?
Il fatto stesso che sia infilmabile significa che io sono libero di inventare qualcosa di nuovo. Se prendi un libro di Stephen King, che è assolutamente filmabile, immediatamente lavori all'interno di quelle che sono le aspettative della gente. E con Pasto Nudo nessuno sa davvero cosa aspettarsi di vedere. Quindi non sanno cosa andranno a vedere. Il che è esattamente ciò che mi piace. In un certo senso questo mi dà libertà. Allo stesso tempo Burroughs è stato una grande influenza nel mio lavoro. E la vita di Burroughs è un soggetto davvero affascinante per me, specialmente dal momento che, per certi versi, il tema del film, uno dei temi principali, è il processo di scrittura, l'azione creativa e come questa sia connessa alla vita. Questa è davvero una meditazione su Burroughs, una veduta ampia di quella sorta di universo burroughsiano piuttosto che la diretta trasposizione del libro.

Hai mai considerato di filmare effettivamente il libro?
Non lo puoi fare, il libro. E' così frammentato, non può essere fatto. Non credo che ci sia un libro filmabile davvero, finché non filmi le stesse pagine del libro. Il mezzo è troppo diverso, penso.

Da giovane hai subito abbracciato Burroughs?
Prima di tutto ti devi ricordare che crescere negli anni '50, a Toronto, era molto repressivo come periodo. I '50 sono stati orribili, e la mia peggior paura è che possano ritornare e c'è qualche indizio che siamo su quella strada. C'era una “realtà pubblica” molto forte che veniva presentata: quello che facevi, in famiglia e in qualsiasi mestiere. Cose come l'omosessualità erano semplicemente una malattia, un'aberrazione da curare o da estirpare. La sessualità in generale era repressa e formulata. Quindi Burroughs era proprio stupefacente, devastando tutto questo, esplodendo attraverso tutto questo, e parlando di ciò che accadeva e di ciò che la gente faceva davvero e cosa c'era sotto la superficie della coscienza della gente, persino quelli che non prendevano droghe o non facevano bizzarrie sessuali. Nuotavano nell'acquario della “realtà pubblica” e morivano per uscirne.

Oggi c'è una resurrezione della burroughsmania. Dove pensi che stia il fascino?
Burroughs è sempre stato avanguardista. Lo era allora e lo è ancora. Il che è sorprendente perché una delle cose che accade agli avanguardisti è che diventano ridondanti e poi così assorbiti da divenire establishment. E Burroughs non ha mai fatto in modo che accadesse, nonostante sia diventato membro della American Academy of Arts and Letters. Il suo lavoro è sempre molto estremo, molto, molto avanguardista e molto rilevante, e non si è mai fermato. Quindi è affascinante per la successiva ondata avanguardista, che sia la musica rock o l'arte o la scrittura, qualsiasi cosa. Ma per altri aspetti, i più estremi, non è ancora stato assorbito perché è così tagliente e velenoso, il che lo rende difficile.

Cosa pensa Burroughs, a 78 anni, del tuo film?
Burroughs lo adora. Ha cooperato molto, pur non essendoci stata una collaborazione. L'ho avvisato di come sarebbe stato il mio approccio perché l'ultima cosa che volevo fare era un film che lui potesse odiare. Quindi ho dovuto parlare con lui di parecchie cose, come la sessualità trattata nel film. Io non sono gay quindi non so che tipo di sensibilità, nel film, sarebbe stata data a Yves Cloquet, che era gay. E volevo includere la vicenda dell'omicidio della moglie, in versione fiction, perché è stato un punto cruciale nella sua vita, e perché lui non era uno scrittore prima che accadesse. E dato che il film parla di scrittura volevo poterla usare, ma non l'avrei fatto se doveva diventare glorificante.

Le creature, ad esempio gli ani parlanti, sono alquanto disturbanti.
Volevo che i Mugwump ricordassero il corpo di un tossico, più umanoidi rispetto al libro. Le creature parlano, quindi dovevo dotarle di bocca. Ero stimolato a creare cose. Come gli insetti macchine da scrivere, che non sono nel libro, ma che Burrougs adora. Ha detto che secondo lui ogni scrittore le può capire. Ma io volevo proprio portar fuori tutta l'esperienza della scrittura in modo che potesse essere accessibile. Vedi dei film dove ci sono scrittori seduti a fumare e bere con la voce narrante, e questo non è proprio rappresentativo del processo di scrittura. Volevo proprio che la macchina da scrivere diventasse, senza essere troppo freudiani, l'inconscio, ciò che sei, che ti spinge e che tu spingi, con cui discuti e parli, e così via. Non è la solita cosa.

Burroughs scrisse il libro per esorcizzare i demoni che lo assalivano da quando aveva ucciso la moglie. Pensi che li abbia mai risolti?
No. Sono sicuro di no. Sta ancora scrivendo. Scrivere è una strada per sfuggire alla mortalità, credo. Cerchi di scrivere la tua strada oltre la tua mortalità, sapendo nel frattempo che non puoi farlo. Ma questo credo che sia uno dei processi della mente creativa.

E tu, quando fai i tuoi film?
La stessa cosa, esattamente la stessa funzione. E comincia di solito con io che scrivo.

Hai avuto qualche dubbio per Peter Weller nel ruolo di Burroughs?
Non dopo averlo conosciuto. Ho sempre pensato che fosse un attore sottovalutato, noto solo per Robocop. Ma è un attore molto serio. Voleva farlo perché lo comprendeva. Ho visto che era molto studiato, professionale.

Le voci dicevano che hai corso dietro a Judy Davis.
Ho dovuto correrle dietro perché era un film molto forte, insolito e bizzarro. E lei dopo disse che era la sceneggiatura più erotica che avesse mai letto ed era anche una delle più bizzarre e disturbanti. La faceva impazzire, ma anche le faceva paura, la intrigava. E come gli attori più seri si è interessata molto.

Hai dovuto annullare le riprese a Tangeri per via della Guerra del Golfo. E' stata una delusione?
Per un giorno. Solo uno. Quando ho riletto la sceneggiatura è stato immediatamente chiaro che eravamo stati sedotti dalla realtà di Tangeri, dall'essere là con Burroughs e che Burroughs era là per scrivere, ma la sceneggiatura non aveva niente a che fare con questo. Anche nella prima bozza era ovvio che Interzona era uno stato mentale, e lì stava il suo significato. Lui non aveva mai lasciato davvero New York, forse neanche il suo appartamento, era tutto un viaggio interiore. E dover andare veramente nell'altra città, ma allo stesso tempo renderla come uno stato mentale, avrebbe solo confuso le cose. E' stato, in una maniera bizzarra, un vero colpo di fortuna.

Bisogna avere familiarità con Burroughs per capire questo film?
Non è necessario. In effetti, per certi versi è anche meglio non sapere niente di Burroughs la prima volta che vedi il film, perché la gente arriva sempre con troppe aspettative. So che ci sono critici che hanno letto Pasto Nudo la notte prima di andare a vedere il film, e trascorreranno la prima proiezione chiedendosi perché abbiamo fatto questo, eccetera. Quindi non vedranno davvero il film fino alla seconda proiezione. Quindi uno che entra al cinema per stare al caldo e non conosce né il mio lavoro né Burroughs, avrà la visione più pura del film in se stesso.

Con la retrospettiva su di te di New York, questo mese, e Jeremy Irons che ti ha presentato agli Oscar, pensi che i tempi dei film horror siano finiti?
Penso sia andato avanti per molto tempo. Quando la gente non sa cosa farsene di te, allora ti mette un'etichetta. Il “Barone del Sangue” era divertente, ma non è più molto rilevante. Ho sempre avuto appigli al di là del genere horror. Ma sono ancora il tizio più spaventoso della città.
Angela Baldasarre, Eye Magazine 1992



***

Quanto a fondo Burroughs è stato coinvolto in questo adattamento?
Cronenberg:
Non era coinvolto per nulla. Gli spedii la sceneggiatura alla fine, una volta terminata, credo verso Natale, e a lui piacque. Devi tener presente che Burroughs sapeva di non essere uno sceneggiatore, non voleva esserlo, ma era molto felice di avere un film tratto dal suo lavoro. Solo perché, penso, era eccitante e perché probabilmente ebbe la sua paga migliore di sempre, che è una cosa triste da dire per uno scrittore così importante. Visitò il set, vide cose tipo macchine da scrivere-insetti, che erano una mia invenzione. Gli chiesi degli insetti, e lui disse: “Oh, mi piacciono le farfalle” [Ride] Quindi non era proprio un uomo-insetto. Ha sempre parlato di personaggi con “occhi vuoti da insetto” e per lui erano sempre una cosa negativa – non capiva il senso che intendevo io, però ne era comunque deliziato. Quindi a parte l'influenza di essere la fonte di quel materiale, non è stato veramente coinvolto nella trasposizione. Devo anche dire che il miglior vantaggio che ha potuto dare alla produzione è stato il permesso di usare la sua vita nel film, perché mi permise di avallare la sceneggiatura. Non è solo Naked Lunch, ma è la stesura di Naked Lunch.

Incluso l'incidente quando ha sparato alla moglie.
Sì, gli ho chiesto, “William, vorrei fare la scena in cui spari a tua moglie, col tuo permesso”, e lui disse, “assolutamente, io non separo il mio lavoro dalla mia vita quindi vai pure avanti”. E' una posizione interessante perché Naked Lunch parla dell'inseparabilità tra la realtà interiore e quella esteriore.
Walter Chaw, filmfreakcentral.net, 2003



***

"William, ti interessano gli insetti?" chiede Cronenberg, e la domanda porta Burroughs a squadrarci con diffidenza. "Non proprio" risponde infine. Dopo alcuni minuti di confusa discussione Burroughs esclama, "Oh, insetti! Avevo capito incesti! La creatura più orribile per me è il millepiedi", dice [...]. "Non divento isterico ma cerco qualcosa con cui spiaccicarli. Vivevo in campagna quando mi sono trasferito qui, all'inizio, e c'erano un sacco di millepiedi in casa e ho fatto in modo di sterminarli tutti. Un programma di genocidio. Mi svegliavo nel mezzo della notte e sapevo che c'era un millepiedi in questa stanza. E c'era sempre. E non potevo tornare a dormire finché non lo avevo ucciso."
[...] "L'uso che fa William degli insetti, come metafora, è generalmente negativo", sottolinea Cronenberg. "Quando dice che qualcuno ha occhi di insetto o voce da insetto, non è un complimento. Ora, nel mio film, si capisce che io sono un po' più bendisposto nei confronti degli insetti, perché le macchine da scrivere, che sono insetti, sono un po' come gatti in realtà. Sono venuti fuori perché quando scrivo di notte, con le luci accese, gli insetti atterrano sulle mie pagine. [...] Si relazionano con te in qualche modo. La gente è ossessionata per la vita sugli altri pianeti [...]. Io dico che qui sulla Terra abbiamo le forme di vita più aliene che possiamo trovare, e molte di esse sono insetti! E' incredibile come sopravvivono e il loro ciclo vitale."
Burroughs non si scuote da questo elogio agli insetti. "I tuoi insetti-macchine da scrivere sono divertenti per certi versi", concede. Ma toccare insetti non è da lui. "Odio toccare i ragni," dice Burroughs. "Un professore di biologia a scuola aveva una tarantola e io non potevo toccarla, anche se i morsi delle tarantole non sono pericolosi. [...]"
[...]
"Uno dei problemi che sorgeva quando ho detto, 'bene, come lo farò questo film?'," spiega Cronenberg, "è che gran parte del libro e degli scritti di Burroughs in generale, è stata assorbita all'interno della cultura. [...] Una delle ragioni per cui Burroughs mi ha stimolato quando l'ho letto è che vi ho riconosciuto il mio stesso immaginario. Sembra una scusa se dico, 'Stavo già pesando a un virus quando l'ho letto!'. Però c'è un aspetto di riconoscimento. Credo che si inizi a sentire una vibrazione che è in armonia con qualcun altro. E' il riconoscimento, non è come quando vieni introdotto a qualcosa a cui non hai mai pensato. Qui sta la mia vanità," dice Cronenberg. "Burroughs e io ci siamo fusi insieme nello stesso telepode", dice riferendosi a La Mosca [...]. "E quello che hai ora è Brundlemosca, che è sia la mia che la sua versione di Il Pasto Nudo. E' la fusione di entrambi, ed è veramente qualcosa che nessuno dei due poteva fare da solo. Ora non so più chi di noi è la mosca e chi l'umano."
[...]
Cronenberg: "Ho provato l'oppio una volta, in Turchia, e mi sentivo come se avessi un'influenza, sai? Come se fossi malato."
Burroughs: "Probabilmente lo eri! Può essere molto nauseante. Ne hai solo presa più di quanto potessi assimilare."
"Ho provato una volta l'LSD", ribatte Cronenberg. "E' stato un gran viaggio. E' stata un'esperienza che mi ha rivelato molte cose, perché ho intuito che quello che consideriamo realtà è solo una costruzione dei sensi. Ti mostra, in termini molto chiari, che ci sono vari livelli di realtà in cui puoi vivere, che li puoi cambiare e controllare. E' molto reale, l'effetto che lascia."
[...] "Sì. Ho preso LSD, psilocybin, mescalina. Le mie esperienze con lo Yage furono..." - ripensa allo sciamano sudamericano col cui miscuglio di droghe ci ha quasi lasciato la pelle - "altalenanti, ma in generale positive."
[...] "Sono stato cloroformizzato una volta", dice Cronenberg, "da bambino, quando mi asportarono le tonsille. Ricordo ancora quello che accadde quando mi misero quella maschera sulla faccia. Vidi razzi che volavano. Lingue di fuoco, razzi... Riesco ancora a vederli. E quella puzza dolciastra." [...]
"Io odio l'anestesia totale," dice Burroughs. "Mi terrorizza. Ho dovuto farla per via del bypass, ma sapevo dov'ero. Ero in ospedale per un'operazione, e c'era questo gas che veniva verso la mia faccia come una nebbia grigia. [...]"
[...]
Cronenberg: "Una volta ho chiesto a William delle donne. Ha detto qualcosa che è finito nella sceneggiatura, sul fatto che donne e uomini siano concepibilmente specie diverse, con azioni e scopi diversi sulla Terra. Penso che sia un'ipotesi davvero interessante."
Lynn Snowden, Esquire 1992



***

Intervista di Gay Times

Perché hai trasformato Lee in un eterosessuale?
Cronenberg:
Non credo che sia proprio eterosessuale. A Burroughs fu chiesto della velata omosessualità presente nel film e lui rispose, “E' sufficientemente gay, non vi pare?” Ho ambientato il film nel 1953 quando l'atteggiamento verso l'omosessualità era diverso. Certa gente pensava fosse una malattia che si potesse curare. Burroughs disse persino di aver pensato che scrivere Pasto Nudo lo potesse curare dall'omosessualità. Sono parole sue, non mie. Ora se leggi il libro non lo diresti proprio, tranne forse a un livello implicito. Ma io volevo trarre qualcosa del contesto dell'epoca della stesura del libro. Ecco perché c'è questa ambivalenza nella sua sessualità piuttosto che una piena comprensione come quella del Burroughs successivo. Come protagonista ho usato uno sterminatore. Stermina molte cose oltre agli insetti. Stermina la sua stessa omosessualità. Stermina il suo desiderio di essere creativo e di scrivere e fa entrambe le cose perché affrontarle nel contesto del tempo era troppo pauroso e troppo difficile, ma esse hanno bisogno di essere espresse.

Gli atteggiamenti verso l'omosessualità erano certamente diversi nel 1953 ma tu il film lo hai fatto nel 1991.
Sì, ma se decido di esaminare il processo di un uomo che diventa scrittore e lo connetto al fatto che entra in contatto con la sua sessualità, allora comincio da una prospettiva storica. Viene sempre fuori, sai, per diverse ragioni. E' una cosa che mi ha detto uno scrittore gay a Toronto. Ora gli uomini hanno paura di essere gay a causa dell'Aids piuttosto che della disapprovazione, come negli anni 50. Il risultato finale è lo stesso. Il 1993 potrebbe essere molto simile al 1953 in un modo bizzarro e diverso. Questo è un mio tentativo di mettere sul piatto diverse cose. Non faccio un film per esprimere una posizione politica. Io esploro le cose. I conflitti sono il mio interesse, non la soluzione.

Hai detto che il film parla di repressione, che quando Lee beve il succo di mugwump sta effettivamente succhiando un cazzo. Ma noi dobbiamo fare un passo indietro e vedere la realtà. Per esempio, capiamo che che lo scarafaggio è solo una macchina da scrivere. Perché non fare un ulteriore passo indietro e vedere un vero ragazzo e un vero cazzo?
Le allucinazioni sono volontarie, come in Burroughs. Quando vedi quelle cose, sto cercando di suggerire che Lee può solo permettere a se stesso di cogliere piccoli frammenti delle cose. Forse ad Annexia starà succhiando il cazzo a un ragazzo.

Ma perché non vediamo la reale, specifica omosessualità?
Non vedi nemmeno la realtà eterosessuale. Nella scena in cui Lee e Joan sono sul pavimento, non vediamo carne, non li vediamo nudi. Quello che volevo fare era fornire la sessualità alle creature. E farne qualcosa di metaforico e non concreto. Nessuno degli attori si spoglia. In effetti la cosa più spinta è Kiki in mutande.

Comunque l'atto eterosessuale è rappresentato, ma non quello omosessuale tranne nella scena con Yves Cloquet.
Ci sono cinquanta mugwumps con uomini e donne che succhiano i loro cazzi. Non ci vedo rappresentata neanche molta eterosessualità.

Cosa stavano facendo Hank (un personaggio che si basa su Jack Kerouac […]) e Joan (la moglie di Lee) sul divano?
Hai ragione, ma poi Martin (che si basa su Allen Ginsberg […]) si volta e chiede a Lee di unirsi a loro, che è evidentemente una proposta omosessuale, e sì, Lee rifiuta, ma rifiuta perché a quel punto della sua vita l'eterosessualità è socialmente accettata, l'omosessualità no.

Ma come fa il pubblico a capire che Lee sta sopprimendo la propria omosessualità, piuttosto che pensare che non sia gay? Quali indizi ci vengono dati?
Devi capire il film. Le allucinazioni che vede sono veramente la sua mente inconscia che gli dice le cose che non vuole sentire, che gli dice che dovrebbe lasciarsi coinvolgere in atti omosessuali, ma che è solo per via della copertura, e questo è l'unico modo, in un certo senso, perché lui permetta a se stesso di farlo. Ma ovviamente sta dicendo a se stesso di farlo e crea tutta l'Interzona perché l'Interzona è un luogo dove tu vieni riconosciuto per ciò che sei. Dunque quando lui è dentro Interzona loro sanno che è omosessuale. Dicono che puoi andare a letto con quello e con quell'altro. E lui continua a dire, “Perché state dicendo questo? Sapete che non voglio farlo. Perché lo dite?” Allo stesso modo, le creature gli dicono che dovrebbe procurarsi una macchina da scrivere e lui dice che non vuole scrivere, “non sono uno scrittore”. Ma in Interzona sei visto per ciò che sei.

Ma il solo momento dove il sesso gay è rappresentato è quando Yves Cloquet si fa Kiki.
No, perché si suppone che debba essere una sorpresa quando vedi Lee scrivere seduto sul letto e vedi Kiki sul letto come se fosse lì da tanto tempo.

Ma non li vediamo fare sesso.
Per me è un riferimento piuttosto chiaro.

Ma perché vediamo l'omosessualità solo attraverso riferimenti?
Tutto il film parla di repressione. Ogni cosa è mostrata mediante riferimenti nel film.

Ma persino quando Lee e Joan Frost sono insieme è evidente che stanno facendo sesso. E' una scena erotica. La sola scena gay equivalente è quando Yves si fa Kiki.
Non penso che sia equivalente. A quel punto Yves è un millepiedi.

Ma è l'unico momento in cui l'atto omosessuale è rappresentato nel film.
Ancora una volta, lui che scrive a macchina bevendo il seme della sua macchina da scrivere, è chiaramente un organo maschile. E' abbastanza diretto. Dov'è che stai cercando di arrivare davvero? E' chiaro che sei insoddisfatto di qualcosa. Ti dirò che Burroughs ha visto la relazione tra Lee e Kiki come omosessuale e ha detto che, ironicamente, nelle sue relazioni a Tangieri mancava qualcosa che invece è presente nel film, cioè il senso di tenerezza e affetto. Ha detto che a Tangieri lo facevano per soldi, che erano duri a riguardo.

Credi che William Burroughs non abbia qualche omofobia?
No. Potrei pentirmene, ma credo che non ci sia nulla per cui lui non provi conflitti. Quando il personaggio di Lee spara a Joan il senso è che uccida la propria eterosessualità. Sta cercando di uccidere la sua parte femminile. E penso sia proprio una qualche interpretazione di questo ad aleggiare in lui durante la sua vita. In lui c'è un conflitto eterno tra ogni parte di se stesso. Ma, devo dire, una delle cose che volevo subito mettere in chiaro William era che, sebbene non ho alcuna paura di mettere in primo piano l'omosessualità come dimostrano i miei film, io non sono gay e di conseguenza gli ho detto che non sapevo che tipo di sensibilità sessuale avrei rappresentato, non sarebbe stata la sua perché non era possibile. E' probabilmente questo che vedi sullo schermo. E' una ammissione che però viene da un individuo particolare.

Non sei neanche una mosca e un gemello ginecologo, ma hai fatto La Mosca e Inseparabili, quindi come mai è solo la sessualità che alteri?
E' solo una delle tante cose. Ho parlato con Burroughs dell'aldilà per esempio. Lui ci crede e io no. Anche i nostri atteggiamenti nei confronti degli insetti sono diversi.

Però Pasto Nudo è un romanzo apertamente gay.
In Pasto Nudo la sessualità è così estrema che è oltre il gay, è oltre l'eterosessualità fino a una sorta di sessualità aliena. Non è veramente gay. Va oltre, quando ho parlato con Burroughs di questo lui era d'accordo. Burroughs non pensa a Pasto Nudo come un romanzo gay.

Qualunque cosa Burroughs pensi del suo libro o della sua sessualità non è molto pertinente. Il suo libro è considerato avere una sensibilità gay, qualunque cosa significhi. Prendere un libro così e alterare la sessualità, non è uguale, per esempio, a cambiare la razza dei personaggi di Native Son?
Una delle cose che Burroughs scrisse nella prefazione al libro Making of Naked Lunch è che gli veniva in mente una storia di Raymond Chandler. Qualcuno gli aveva detto, “come fai a sopportare quello che Hollywood ha fatto dei tuoi libri?”, e lui aveva risposto, “Hollywood non ha fatto proprio nulla ai miei libri. Sono ancora là sullo scaffale”. Io non ho alterato il libro.

Ma hai chiamato il tuo film Pasto Nudo.
Avresti reagito diversamente a un altro titolo sapendo che era stato tratto da Pasto Nudo o dagli scritti di Burroughs? E' qualcosa d'altro. Il senso è in Burroughs come icona e nel suo lavoro.

Ma tu capisci il problema di prendere un libro gay e farne un film che non è gay. Avresti fatto un film da Native Son, o Soul On Ice, o dall'autobriografia di Malcolm X cambiando i protagonisti in uomini bianchi?
Be', così stai truccando la partita. Questi libri trattano specificatamente l'essere neri in America. Quando ho dato un nastro a Ornette Coleman per sapere se era interessato a fare la colonna sonora del film, lo ha adorato e ha detto che questo film tratta dell'essere intelligenti in America. Si è identificato con l'emarginazione, niente a che vedere con sessualità o razza. Pasto Nudo non è così facilmente categorizzabile come un il libro l'autobiografia di Malcolm X. Potremmo fare il paragone con altri libri. Ulisse. Qualcuno potrebbe fare un film di orientamento gay su Ulisse? Sarebbe interessante? Se fosse fatto magnificamente, sì che sarebbe interessante. E' come una nuova esecuzione dell'Amleto sotto la luce del femminismo. E' valida? Sicuramente. Pasto Nudo è qualcosa che ha così tanti livelli che non puoi inglobarlo in un altro lavoro. Odio pensare che questo possa essere una delusione per l'aspettativa di chiunque. La verità, una verità molto difficile, è che se stai facendo un film su qualsiasi cosa non ti devi preoccupare di cosa penserà tua madre, e non sto facendo lo spiritoso, ci sono stati scrittori che hanno atteso la morte della madre per pubblicare. Ti puoi spogliare di tutte queste cose. Di quello che penseranno i critici, di quello che penseranno i semiologi.

Hai detto che la responsabilità dell'artista è di essere irresponsabile. Ma cosa succede se diffama i neri o gli Ebrei o i gay? Ha il diritto di essere spericolato e distruttivo?
Be', conosci Celine che ha scritto Journey to the End of the Night, era antisemita, era fascista, ma il suo libro era brillante. Era misantropo, il fatto di essere umano lo disgustava. Se tu pensi che quel libro sia da bruciare...

Non lo sto dicendo. Sto domandando se l'artista dovrebbe essere responsabile.
“Responsabile” è un termine interessante. Proprio ora stiamo discutendo di un aspetto specifico del film, di cui tu mi giudichi responsabile. E credo che, sì, sono disposto a prenderlo in considerazione e a essere attaccato, ma non a esserne soppresso. Non credo nella censura e non credo nell'autocensura. Il risultato di entrambe è sempre peggiore. Il mio film può essere o meno considerato mancante su qualunque fronte politico, oserei dire. E' una situazione così strana, ma non puoi fare il tuo film secondo ciò che pensi possano essere le aspettative di tutti gli altri. Se lo fai di paralizzi e questo è uno dei temi del film. Quindi guardi la mia versione di Pasto Nudo, e su questo non ci sono dubbi. Non è la versione di Burroughs e non è la tua, è la mia. Per me è un atto puro. Non è malizioso, non è distruttivo. E' il più puro possibile. Quindi se è solo per via della mancanza di certe cose che la gente lo trova brutto, be', peccato. Ma non è come se il film contenesse un attacco all'omosessualità.

Cosa mi dici del personaggio di Yves Cloquet?
E' probabilmente uno dei personaggi più burroughsiani nel film perché, come sai, in Pasto Nudo non ci sono tanto personaggi quanto caricature, quasi cartoons o stereotipi, lo stereotipo del decadente, del predatore, dell'espatriato, dell'inglese, dello svizzero...

Dell'omosessuale.
Dell'omosessuale. In Burroughs c'è la tua versione.

Ma anche se puoi trovare versioni del personaggio in Burroughs, non vedi come il personaggio resta comunque problematico?
Certo, ed è pura forza di volontà, non c'è bisogno di preoccuparsi, insomma se pensi che questo voglia dimostrare una mia natura omofobica, ne potremmo discutere perché io non penso sa così, ma in fondo se fosse così potrei dire pazienza, è un'espressione di me, una parte di me che è finita sullo schermo. Non è una posizione politica, è una dichiarazione della mia mente più profonda. Questo è il peggio che possa dire. Credo sia una parte dell'intera arte.

Tu sei un regista bianco eterosessuale e questo ti dà un certo potere.
Non senti il potere quando sbatti la testa contro il muro cercando di realizzare un film.

Capisco che sia difficile fare un film, ma probabilmente è un po' più facile per te rispetto a un gay o a un nero. Sei consapevole di questo potere...
Non penso sia vero […]. Io sono un regista totalmente autodidatta venuto dal nulla. Non ho legami col business cinematografico. Parto dal nulla assoluto per fare i miei film. E' difficile. Quindi secondo te, dato che è più difficile per un regista omosessuale fare un film, io avrei dovuto rendere i miei film più apertamente gay?

Dato che i messaggi di un regista gay o un regista nero spesso non sono esplicitati al pubblico, se tu approcci questi temi devi essere consapevole di che tipo di messaggio stai mandando. Se il tuo film è omofobico […], l'omofobia è il solo messaggio che arriverà al pubblico. Questo ti infastidisce? Cosa ne pensi?
Quando inizi a pensare a queste cose sei fuori dall'arte. Non credo sia una domanda pertinente all'arte.

Quindi te ne lavi semplicemente le mani.
No, quello di cui parli è una sorta di selezione naturale di livello sociale, artistico, ma non riguarda dove l'arte proviene, non è da dove viene la creazione, non è il suo scopo. Non sto dicendo che non è un argomento di cui si può parlare.

Pensi che l'arte sia completamente disconnessa da politica e società?
No, penso che la sua creazione lo sia. Insomma se parliamo di propaganda o scrittura politica è palese, ma se parliamo di arte e società non è chiaro, è molto complesso. Non è una discussione semplice. Se tu riduci l'arte a contesta di potere e manifesti allora non è più arte ma qualcos'altro. Forse propaganda, forse qualcos'altro ancora, ma non arte. E' una definizione confusa. Non riesco a essere più chiaro. Non è una risposta facile. Non che l'arte sia creata nel vuoto per persone nate nel vuoto, non sto dicendo questo, ma credo che se presti attenzione solo alle richieste sociali del momento allora ti distruggi come artista. E' un paradosso assoluto e molti artisti si sono distrutti per queste cose.

Qual'è il tuo atteggiamento verso l'omosessualità? Hai degli amici gay, per esempio?
Ho fatto i miei primi due film con un amico gay che ne è protagonista, Stereo e Crimes of the Future. In effetti ero stato considerato omosessuale per via di quei film. Non mi dava fastidio perché non era la verità. Ma non vedo la mia eterosessualità come rigida e dai facili confini. Penso contenga l'idea di quella omnisessualità di cui parlo in Stereo e il soggetto di Crimes of the Future è proprio la parte femminile della sessualità maschile. Il tema in se stesso, non solo l'omosessualità ma la sessualità in generale, sta al centro del mio lavoro. Penso che l'omosessualità sia il genere più puro di sessualità perché è totalmente slegata dalla procreazione. Penso che siamo andati ben oltre il punto dove la sessualità è connessa alla riproduzione, comunque, e questo è più ovvio nell'omosessualità che non qualsiasi altra cosa. Quindi non ho avversione per l'omosessualità anche come soggetto per i miei film, ma ovviamente deve derivare dalla mia sensibilità. Suppongo sia là sullo schermo in un modo o nell'altro.
Al Weisel, Gay Times 1992

[Modificato da |Painter| 16/04/2013 21:10]
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Cerca nel forum

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:45. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com