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RECENSIONI - Rassegna Stampa /2

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2012 19:34
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Post: 529
Sesso: Maschile
17/09/2012 19:34


Nola Caverth è ricoverata nella clinica psichiatrica del Dr. Raglan, dove viene sottoposta ad una nuova cura chiamata psicoplasmica. Molto presto alcune delle persone a lei care, la madre, il padre, la maestra di sua figlia perderanno la vita per mano di alcune strane creature.
Quinta pellicola di Cronenberg, The Brood contiene già quella che è tutta la sua tematica: la trasformazione del corpo che tenta di dar vita e di estendere le proprie pulsioni e istinti più reconditi è la principale. Vero e proprio horror, questo film riesce ad impressionare non soltanto con l'alto impatto visivo di alcune immagini davvero forti, ma anche per il messaggio insito in esse, davvero molto profondo e di non facile comprensione e lettura. Possono i nostri desideri più reconditi, i nostri istinti, le nostre paure ataviche, trasformarsi in qualcosa di pericoloso, farci compiere azioni inaspettate, proiettarsi nella realtà? Cronenberg ne è convinto, tanto da dare vita a queste pulsioni con un vero e proprio parto dal quale nascono dei nanetti deformi, che altro non sono se non l'estensione della nostra mente e dei suoi anfratti più reconditi.
[…] E’ proprio il classico film cronenbergiano, suadente, affascinante ma al tempo stesso pauroso ed insinuante. Comincia in una maniera folgorante: due persone sedute su un palco recitano come se fossero a teatro con una platea completamente ammutolita come pubblico. Ben presto comprendiamo che non si tratta affatto di due attori, bensì del magnetico Dr. Raglan e di uno dei suoi pazienti affetto da turbe psichiche. Ma l'abile e navigata mano del regista ci offre molte di queste scene che rimangono impresse per la maestria con la quale sono girate, ma soprattutto per l'ampia dose di emozioni (che possono andare dall'orrido al sensazionale) che riescono a trasmettere: come quella dell'omicidio di Ruth davanti a dei bambini che non riescono a reagire rimanendo inermi a guardare la loro maestra morire dissanguata o quella dell'omicidio di Juliana per mano di quel mostriciattolo armato di matterello, o quella (la più forte di tutte) di Nola che si strappa a morsi una placenta mostruosa fuoriuscitale dall'addome, per partorire un'altra delle sue creature malefiche.
Particolarmente interessante è la fotografia quasi completamente monocromatica, incentrata sui toni freddi, se non freddissimi che contribuiscono ad accrescere l'angoscia che man mano si impossessa di Frank e della piccola Candice, entrambi al centro delle ossessioni possessive di Nola. La colonna sonora è poi quanto di più indicato ci si potesse aspettare e riesce alla perfezione a sottolineare la tensione e il terrore che contrassegnano la pellicola e la sceneggiatura non ha intoppi e falli e scorre liscia mantenendo alta non solo la paura, ma anche l'interesse di conoscere la reale natura delle strane creature e soprattutto i destini dei protagonisti.
Protagonisti tutti discretamente interpretati, soprattutto quello fondamentale di Nola che ha gli occhi sgranati e terrificanti di Samantha Eggar, che riesce a dar vita a tutte le più recondite pulsioni insite nel suo personaggio.
La covata malefica, dunque, non è semplicemente un film dell'orrore, ma è una pellicola che trasmette con classe con stile alcuni messaggi di non poco conto che continuano a martellare nella mente dello spettatore e farlo riflettere anche a distanza di tempo dalla visione
A. Cavisi, filmscoop.it



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Definito dal regista con un pizzico di macabra ironia «il mio Kramer contro Kramer», Brood - La covata malefica è il sesto film della filmografia di David Cronenberg, il terzo veramente importante dopo Il demone sotto la pelle e Rabid - Sete di sangue.
La storia (la sceneggiatura è dello stesso Cronenberg) è quella di Frank (Art Hindle), padre dell'adorabile Candice (Cindy Hinds). Nola (Samantha Eggar, terrificante la sua interpretazione), la madre, è rinchiusa al Somafree, istituto psichiatrico dove il dottor Raglan (Oliver Reed, il Proximo de Il Gladiatore) cerca di curare i pazienti mediante la psicoplasmia, una terapia singolare quanto inquietante. Nola vede Candice una volta la settimana, ma quando Frank nota dei segni sulla bambina, si affretta a parlare con Raglan. Mentre il dottore consiglia di non togliere alla donna la possibilità di vedere sua figlia, si iniziano a verificare alcuni agghiaccianti omicidi da parte di piccole creature deformi senza denti e senza ombelico.
La costruzione della trama di Brood - La covata malefica è lineare, ma si può notare come Cronenberg punti sin dall'inizio più sulle atmosfere psichiche che sui colpi di scena narrativi. Se infatti buona parte degli spettatori potrà capire - o quantomeno intuire - chi sono i bravi, chi sono i cattivi e chi sarà la prossima vittima entro la prima mezz'ora, per il resto non potrà non rimanere avvinghiata alla poltrona all'apparizione dei mostriciattoli, alle atroci uccisioni e alla suspense che le precedono. Cronenberg sfodera tutta la sua visionarietà per costruire la paura, concentrata per lo più nella seconda parte della pellicola, e sfiora anche alcune delle tematiche che approfondirà con i suoi film successivi: il richiamo della carne, la mutazione (in questo caso non solo fisica, ma anche come personificazione dei sentimenti), la paura e il suo funzionamento psicologico, lo splatter (qui però non eccessivamente presente, a parte due o tre scene).
Non si può dire che la pellicola sia eccelsa dal punto di vista realizzativo, nonostante le belle musiche del solito Howard Shore siano perfettamente angoscianti (a tratti ricordano le colonne sonore dei film di Hitchcock). La buona fotografia di Mark Irwin troppo spesso non riesce ad esprimere le sue potenzialità a causa delle scarse scenografie. Meno male però che Cronenberg riesce ad inserire diverse scene veramente terrorizzanti: a livello di ritmo e compattezza il finale è la parte migliore, ma la sequenza più spaventosa è - a mio parere - l'assassinio della maestra Ruth Mayer in classe, sotto gli occhi dei bambini.
L'unica cosa quindi che si potrebbe obiettare su Brood - La covata malefica è il suo risentire del basso costo, ma il film rimane comunque una delle migliori pellicole horror degli anni '70, che contiene già tutto il Cronenberg che si rivelerà grandiosamente nei lavori seguenti.
Maurizio Macchi, pellicolascaduta.it



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Psicoplasmica: Branca della psichiatria che permette di curare l’ira repressa, la depressione e le malattie psichiche facendo materializzare fisicamente i prodotti di ira, dolore, gelosia e senso di colpa. Il dottor Raglan è uno psichiatra molto controverso, pratica una terapia che in bilico tra ipnosi e psicodramma riesce a curare l’ira repressa dei pazienti. Tramite questa tecnica riesce a far concepire e partorire dei piccoli demoni dalle sembianze di bimbi che sono privi di ombelico, denti ed organi genitali.
Essi sono, inoltre, estremamente malefici così come lo sono le pulsioni dei pazienti che li hanno plasmati. Nola, moglie di Frank, è psicologicamente instabile ed è in cura dal dottor Raglan. Suo marito non può vederla durante le terapie dello psichiatra, ma quando scopre segni di violenza sul corpo di sua figlia – subito dopo che la bambina è stata a visitare la madre – capisce che la terapia non sta portando miglioramenti e decide di prepararsi a ingaggiare una battaglia legale con Raglan.
Improvvisamente, però, cominciano a susseguirsi strani ed efferati omicidi: molte delle persone a cui la moglie di Frank serbava del rancore iniziano a morire …
“L’idea fondamentale della Psicoplasmica è che vengono realmente degli sfoghi cutanei alle persone quando sono messe in una condizione di forte stress; i muscoli si irrigidiscono sul serio”
Solo una mente fervida come quella di David Cronemberg poteva concepire un’idea come la psicoplasmica e trarne un film. Tutto l’odio represso, i sentimenti indicibili che attanagliano l’uomo riversati fuori con un parto. Una confessione dei propri peccati che non si conclude con le classiche litanie ma con la formazione di un feto e la “nascita” di una creatura che possiede in sé tutto il male accumulato dal suo creatore.
Spesso si sente dire che l’animale peggiore è proprio l’uomo, capace di distruggere tutto ciò che incontra e di odiare fino al punto di uccidere solo per futili motivi. In The Brood tutta questa follia può essere curata generando e partorendo piccole creature, simbolo dell’innocenza ma che in realtà covano dentro il buio più nero, l’abisso nel senso lovecraftiano del termine.
In The Brood oltre all’orrore si vede trasudare la gelosia, il mito decadente della famiglia americana (e non solo), l’aborto, la chirurgia plastica, la depressione della maternità; insomma tematiche che provengono da quei lati della mente umana che preferiremmo tenere nascosti.
Ed ecco che un film horror di serie B diventa un Cult, che la genialità di questa pellicola supera per intreccio, temi trattati e maestria della messa in scena tanto cinema d’autore (non di genere) sino ad essere acclamato dalla critica. David Cronenberg può fare film difficilmente digeribili dal punto di vista dell’efferatezza visiva, ma talmente pieni di idee e tematiche e così ricchi di espedienti narrativi capaci di superare anche qualche film di Fellini, Truffaut e di molti altri acclamati maestri indiscussi del cinema. Insomma la differenza tra Hermann Nitsch e Caravaggio è minima, si tratta solo della quantità di sangue che si ha il coraggio di versare su tela.
“…forse stiamo per cominciare una fase molto importante della nostra evoluzione, che io ritengo sarà principalmente fisica … Non penso che la selezione naturale, così come l’ha concepita Darwin, continui realmente a operare all’interno dell’evoluzione umana. Penso piuttosto che qualcosa tipo il disastro nucleare sia, forse, una parte naturale della nostra evoluzione. Può essere una strana filosofia, o forse no, ma il mio istinto sembra suggerirmi che siamo fatti per contaminare qualsiasi cosa, lo abbiamo già fatto, e che questo si rifletterà su di noi modificandoci … Dal principio del genere umano noi siamo certamente cambiati in senso psicologico; di fatto siamo anche cambiati fisicamente. Siamo fisicamente diversi dai nostri antenati, in parte per quello che ingeriamo, e in parte a causa di cose come gli occhiali e la chirurgia plastica. Ma c’è un ulteriore passo che potrebbe essere fatto, cioè quello di poter sviluppare un altro braccio, di poter realmente cambiare il proprio aspetto fisico, di compiere una mutazione … Sto parlando della possibilità che gli esseri umani diventino capaci di mutare fisicamente a loro piacere, anche se ci volessero cinque anni per completare la mutazione. La pura forza della volontà ci permetterebbe di trasformare il nostro io fisico” (David Cronenberg)
Giulio DeGaetano, throughtheblackhole.com
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